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I terroristi sono stati arrestati dai russi mentre tentavano di passare il confine con l’Ucraina, dov’erano attesi. I quattro attentatori sono stati identificati come tagiki. Hanno confessato di essere stati arruolati via internet per uccidere in cambio di denaro; hanno inoltre sostenuto di non aver avuto contatti con i mandanti. Tuttavia su di loro è stato trovato un biglietto da visita di Dmytro Yarosh, fondatore della milizia Pravy Sektor, numero due del Consiglio di sicurezza ucraino, attuale consigliere del capo delle forze armate. Le autorità russe hanno immediatamente accusato l’Ucraina. Yarosh ha smentito l’implicazione di Kiev [1]. Sono stati arrestati anche sette complici.
Gli agenti dell’antiterrorismo russo hanno torturato i terroristi e filmato le proprie gesta. La televisione pubblica ha mostrato i video e li ha commentati. La cultura russa è di matrice al tempo stesso europea e asiatica. I russi non provano empatia per i criminali.

Daesh ha rivendicato l’operazione, mettendo così a tacere le voci di un’operazione russa sotto falsa bandiera. Questi terroristi erano professionisti, non fanatici. Non si sono pubblicamente immolati, ma sono invece fuggiti, come già gli attentatori di Parigi e Saint Denis, che nel 2015 fecero 130 morti. Non hanno perciò agito per odio contro la Russia, ma nell’ambito di un’operazione militare le cui implicazioni strategiche sono state preventivamente studiate.

Secondo la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Adrienne Watson, gli unici responsabili dell’attentato sono i terroristi dello Stato islamico. Molti commentatori hanno escluso a priori ogni commistione tra l’organizzazione islamica e gli elementi portanti del governo di Kiev. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenzky, ha accusato la Russia di prendersela con l’Ucraina per riflesso condizionato. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha comunque confermato le accuse a Kiev, ignorando la rivendicazione di Daesh.

Dal 2014, ossia dal rovesciamento del presidente ucraino eletto, abbiamo regolarmente messo in risalto i collegamenti tra i “nazionalisti integralisti” e i fondamentalisti islamici, in particolare il ruolo di Dmytro Yarosh. I fatti parlano da soli. Non sappiamo se gli ucraini abbiano organizzato l’attentato di Mosca, ma è evidente che conoscono molto bene gli assalitori: i nazionalisti ucraini e gli jihadisti combattono insieme da tre quarti di secolo.

• Prima della seconda guerra mondiale la Confraternita dei Fratelli Mussulmani strinse legami con i nazisti contro i britannici. Non c’è da stupirsene: tutti i movimenti anticolonialisti dell’epoca (anche l’indiano M.K. Gandhi) erano alla ricerca di un alleato; fu dunque per loro naturale volgersi anche all’Asse, da cui però in generale se ne staccarono dopo averne verificato il razzismo. La Confraternita invece beneficiò per anni delle sovvenzioni del III Reich [2], con cui mantenne i legami durante la guerra. Dopo la Liberazione, quando i servizi segreti britannici e statunitensi recuperarono molti dirigenti nazisti per riciclarli nella loro “guerra fredda” contro i sovietici, recuperarono anche il gruppo dirigente della Confraternita dei Fratelli Mussulmani. Fu perciò assolutamente normale che la Cia facesse lavorare Gerhard von Mende, specialista nazista dell’islam in Unione Sovietica, con Saïd Ramadan, genero del fondatore della Confraternita. Quest’ultimo, che era stato il responsabile di una trasmissione della radio pubblica pakistana [3], venne messo dalla Cia a Radio Free Europe/Radio Liberty di Monaco, dove condusse una trasmissione per i mussulmani e incontrò Stepan Bandera, leader dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN), nonché il suo braccio destro, Iaroslav Stetsko, ex primo ministro nazista ucraino. Furono proprio i “banderisti” (che il Cremlino chiama «ucrainonazisti», ma che si autodefiniscono «nazionalisti integralisti») a realizzare il colpo di Stato del 2014 (Euromaidan) contro il presidente ucraino eletto, Viktor Janukovič [4].

• Negli anni Settanta il miliardario saudita Osama Bin Laden partecipò alle riunioni della Lega anticomunista mondiale di Chiang Kai-shek e di… Iaroslav Stetsko [5]. Osama Bin Laden era membro della Confraternita ed era stato formato dal fratello di Sayyid Qutb, stratega della Confraternita, nonché teorico della jihad; credenziali grazie alle quali fu scelto dagli Stati Uniti per guidare in Pakistan i mujahiddin contro i sovietici.

Sorgente: L’attentato di Mosca richiama i legami tra gli islamisti e i “nazionalisti integralisti” di Kiev, di Thierry Meyssan

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