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Qui a COP28 colpisce il fatto che la ministra della transizione ecologica spagnola, Teresa Ribera, parli tre lingue, sia la voce, il volto e la guida per il negoziato per conto dell’Europa, al fianco del commissario al clima Hoekstra, e abbia una così profonda conoscenza della questione climatica, mentre il ministro dell’ambiente italiano Gilberto Pichetto Fratin viene qui nella completa, totale irrilevanza, non ha niente da dire, non ha nessuna lingua con cui dirlo, non sapeva niente l’anno scorso, continua a non sapere niente quest’anno.

Siamo completamente fuori dai giochi a livello politico (i nostri tecnici sono tra i più bravi, ma è un’altra storia), forse è meglio così, comunque colpisce la nostra scelta di auto-marginalizzarci politicamente così in un negoziato tanto importante.

Intanto Ribera ha appena detto una cosa importante sulla cattura e stoccaggio della CO2: limitarla solo ai settori su cui è difficile tagliare le emissioni, una posizione opposta alla narrativa dei petrostati che comandano qui. La trattativa sul phase-out dei combustibili fossili si preannuncia durissima.

Domani si riposa e poi partirà il rettilineo finale di COP28, fino al 12 dicembre (e forse oltre). La posizione europea sarà plasmata sostanzialmente da Ribera e dall’inviata per il clima della Germania, Jennifer Morgan, ed è in buone mani. 

Per l’Italia, ripassare tra qualche anno

Sorgente: X Ferdinando Cotugno


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