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>L’estrema

Destra di rabbia e da paura

I Paesi Bassi si sono risvegliati con un paesaggio politico sconvolto dal verdetto delle urne, definito un ‘cataclisma’ da molti analisti, seppure preannunciato dagli ultimi sondaggi, al termine di una campagna elettorale molto breve e movimentata. Wilders ha già dato il via a trattative con potenziali ma difficili potenziali alleati per riuscire a formare una coalizione di governo. Ma prima cercare di capire cosa potrà accadere, serve ragionare su cosa e perché è accaduto.

Le tre lezioni della vittoria dell’estrema destra olandese

Il titolo di Internazionale al commento di Pierre Haski, France Inter, già dice molto. «Per molto tempo Geert Wilders è stato una figura eccentrica e inquietante, ma allo stesso tempo marginale nel paesaggio politico olandese. Famoso per le sue dichiarazioni contro i musulmani, Wilders ha insultato in particolare i marocchini, molto presenti nei Paesi Bassi, venendo anche condannato per questo».

L’ex ‘eterno perdente’. Sul vincente finale vedremo

«Sempre terzo o quarto alle elezioni, il 22 novembre Wilders ha finalmente vinto. Lo stupore suscitato dal risultato elettorale è proporzionale alla portata del suo successo: 37 seggi su 150, il doppio rispetto alla legislatura precedente. La ricetta è la stessa vista in altri paesi: un programma contro l’immigrazione che sfrutta la paura. La vittoria di Wilders riflette una tendenza diffusa in tutto il continente, dalla Svezia al Portogallo, passando per l’Italia e naturalmente per la Francia».

Le tre lezioni

In attesa di sapere se Wilders avrà i numeri per governare – dovrà stringere alleanze per formare una coalizione – possiamo trarre almeno tre lezioni dalla vittoria dell’estrema destra in uno dei paesi fondatori dell’Unione europea.

Uno, immigrazione senza soluzioni credibili

«Prima di tutto, i partiti tradizionali – di destra e di sinistra – non hanno saputo trovare toni e idee sul tema delle migrazioni che potessero contrastare il discorso aggressivo dell’estrema destra, basato sulla chiusura.
La destra pensa d’impedire al suo elettorato di spostarsi verso l’estrema destra comportandosi come gli estremisti, ma in questo modo non fa altro che aprirle la strada. La sinistra si rifugia sul terreno delle discriminazioni. In Germania abbiamo visto nascere addirittura un partito contro l’immigrazione di sinistra».

Quando l’estrema destra arriva al potere, com’è successo in Italia, mostra la sua mancanza di soluzioni. L’Europa avrebbe i mezzi per affrontare l’argomento in modo adeguato, ma finora non è riuscita a superare le contraddizioni interne.

Due, partiti tradizionali da rinnovare

«La seconda lezione riguarda l’incapacità dei partiti tradizionali di rinnovarsi, favorendo gli estremisti. La forza dei grandi partiti si è ridotta sensibilmente, come dimostrano i casi della Francia e dell’Italia. Il risultato è stato l’emergere di coalizioni improbabili o di esperienze instabili. L’estrema destra può rivendicare di non essere stata ancora messa alla prova, come ha fatto Meloni in Italia l’anno scorso».

Tre, lo stato dell’Europa

«Infine, la terza lezione riguarda lo stato dell’Europa, sempre più preoccupante. Viviamo un momento di cambiamento negli equilibri del mondo, di guerre e rivalità. Per non parlare del possibile ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, che di sicuro non farebbe sconti agli europei.
La strategia più logica sarebbe quella di rafforzare l’Europa per affrontare questa ridefinizione dei rapporti di forza. Ma lo smarrimento dell’opinione pubblica, la mediocrità delle ambizioni politiche e le manipolazioni di ogni tipo sui social network hanno l’effetto contrario. I nazionalisti propongono soluzioni locali quando le sfide sono su scala molto più grande».

Dopo la catastrofe Brexit, prossima ‘Nexit’?

Pensavamo che gli europei avessero imparato qualcosa dal suicidio in diretta del Regno Unito con la Brexit. Eppure, sette anni dopo, gli olandesi hanno eletto un sostenitore della Nexit, l’uscita dei Paesi Bassi dall’Unione europea. Una notizia poco incoraggiante in vista delle elezioni europee del prossimo giugno.

Geert Wildel sarà capace di governare?

Pur avendo edulcorato le sue dichiarazioni populiste, anti-immigrazione, anti-Islam ed euro-scettiche durante la campagna elettorale, il 60enne Wilders, soprannominato il ‘Trump olandese’, rimane fedele alla sua storica linea ideologica, come si evince dal suo programma di governo. Il leader di estrema destra si è nuovamente impegnato a «garantire che lo tsunami dei richiedenti asilo e immigrazione si riduca». Secondo le prime analisi, la coalizione che si profila all’orizzonte avrà un impatto determinante sulle politiche dell’Olanda in materia di immigrazione, di lotta ai cambiamenti climatici, in chiave restrittiva, destinata anche a ridimensionare il posto del Paese nell’Unione europea.

Lo sguardo da Bruxelles

A meno di sette mesi dalle elezioni europee, l’arrivo al potere di Wilders crea allarme a Bruxelles e in molte capitali europee.

  • Il leader di estrema destra olandese, che ha criticato la visita del presidente Zelenskyj la scorsa primavera all’Aia, si oppone alla consegna di armi all’Ucraina, e rifiuta di vederla aderire alla Nato. Lui, oltre all’ungherese Orban, al neo premier slovacco Fico, e ai dubbi turchi di sempre.
  • Male anche per l’uscente premier Rutte, che aveva manifestato il suo interesse per la carica di segretario generale della Nato e che era in buona posizione per ottenerla, che ora rischia di avere più difficoltà a convincere gli alleati a nominarlo.
  • Problemi anche per l’ex commissario e vice presidente della Commissione Ue Timmermans, che ha lasciato la Commissione europea per intraprendere la campagna elettorale, e ha subito una dura battuta d’arresto.
Accusato di aver trascorso troppo tempo a Bruxelles, non è mai riuscito a essere protagonista nella campagna elettorale in patria, ma ora promette battaglia: «Ora è giunto il momento di difendere la democrazia. Continueremo a difendere lo Stato di diritto, insieme ad altri democratici. Per noi lo Stato di diritto è sacro».

Sorgente: Perché in Olanda ha vinto un’estrema destra con problemi a governare –

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