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Il presidente Usa dopo il voto dell’europarlamento sull’adesione del paese alla Nato costretto a ricordare i vincoli dell’Alleanza: «Kiev deve rispettare gli standard degli altri». Interni, di democrazia, ed esterni, di non guerra. L’America provoca e l’Europa della politica ideologica prima abbocca e poi paga. Ma la tragedia è altrove.
Le ‘non notizie’ di parte occidentale sulla controffensiva ucraina a sollecitare sospetti di insuccesso. Silenzi sospetti di Kiev e morti eccellenti, forse del capo delle spie militari.

Parlamento dei buoni propositi e inutili risoluzioni

Infanzia politica: ‘voglio, voglio, voglio’, pestando i piedi. Una risoluzione del Parlamento europeo che chiede a larghissima maggioranza ai Paesi della Nato di reinventare le regole interne per spianare la strada all’adesione dell’Ucraina. E l’altro ieri il presidente statunitense Joe Biden, che la guerra alla Russia dell’invasione la fa combattere per delega gli eroici ucraini con armi e miliardi Usa, è costretto a frenare. A nella versione per giornalisti, verità relative, promette nessun sconto per gli amici. «Kiev deve rispettare gli stessi standard delle altre nazioni». Insomma, avanti ma senza fretta. Perché le priorità Usa ora sono altre e forse qualcuno in Europa era distratto. Blinken a Pechino di cui ci ha detto Orteca, e Biden che «spera di incontrare il presidente cinese Xi Jinping nei prossimi mesi».

Due settimane di controffensiva ucraina nel silenzio

Sanguinose battaglie da ormai due settimane lungo quasi tutti i fronti ucraini nella quasi totale e sospetta assenza di notizie. Salvo le reazioni di Kiev sui servizi televisivi francesi e reportage di giornali statunitensi che descrivono difficoltà delle truppe di Kiev a guadagnare terreno. I pochi report disponibili raccontano di scontri sanguinosi lungo la linea degli avamposti russi che anticipano le fortificazioni della prima linea: la ‘terra di nessuno’. Il 17 giugno il viceministro della difesa ucraino Hanna Maliar ha riferito di ‘successi tattici’ nella controffensiva. Fino a due chilometri in ciascuna direzione. La battaglia più feroce negli ultimi due giorni si è combattuta probabilmente nel villaggio di Pyatikhatki nel settore più occidentale del fronte di Zaporizhia dove le linee di difesa russe terminano sulle rive del bacino del Dnepr.

I fronti a bugie contrapposte

Il report dello stato maggiore ucraino riferisce, senza dettagli sulle operazioni in corso, che nelle ultime 24 ore i russi hanno registrato oltre 650 caduti, 7 carri armati, e poco altro. Perdite moltiplicate come da regola per la parte attaccante, con piccole avanzate che preoccupano sul ‘fronte occidentale’. «Ondate di truppe sacrificate per pochi chilometri di territorio, come accadde a Bakhmut e Soledar in operazioni difensive in netto svantaggio tattico», denuncia Analisi Difesa. Dopo due settimane il bilancio provvisorio non risulta al momento quello sperato da Kiev da esibire al Vertice NATO di Vilnius di luglio.

Tensioni politico militari interne

«Divergenze di vedute tra Zelensky e il capo di stato maggiore Difesa, Valery Zaluzhny, restio a sacrificare le migliori brigate di veterani in battaglie ‘tritacarne senza senso», riferisce la stampa. Prima considerato gravemente ferito da un bombardamento russo (smentita di Kiev), Zaluzhny non parla da settimane e il suo silenzio in piena controffensiva appare assordante considerata la popolarità dell’ufficiale tra i soldati. Peggio per il capo dell’intelligence militare, il GUR, Kirill Budanov, che sarebbe ricoverato in coma in un ospedale di Berlino. Lo riporta Stern, mentre secondo altre fonti sarebbe addirittura morto. Disinformazione denuncia Kiev.

L’agenzia russa RIA Novosti aveva riferito che Budanov è stato ferito in un attacco missilistico al quartier generale del GUR il 29 maggio. Mosca riteneva Budanov il responsabile della pianificazione degli attacchi nelle regioni russe di confine e di azioni di ‘killeraggio’ di cittadini russi.

L’accordo di pace ‘nella pattumiera della Storia’

Sul piano politico il 16 giugno Zelensky ha detto ai leader africani in visita a Kiev per un piano di pace, di rifiutare colloqui con Mosca. «Consentire qualsiasi negoziato con la Russia ora, mentre l’occupante è sulla nostra terra significa congelare la guerra». Il giorno successivo, a Mosca, alla stessa delegazione africana Putin ha invece mostrato la bozza di accordo, concordata con Kiev grazie alla mediazione della Turchia a fine marzo del 2022, dopo un mese di guerra. «Trattato sulla neutralità permanente e le garanzie di sicurezza dell’Ucraina».

Stoltenberg agli ordini Usa frena Kiev

Da valutare le ragioni che hanno indotto Putin a mostrare la bozza del trattato di pace naufragato l’anno scorso. Rileggendo il segretario generale della NATO Stoltenberg –ad esempio-, prima del colloquio con Biden. «Il sostegno che stiamo fornendo all’Ucraina sta facendo la differenza proprio mentre parliamo perché l’offensiva è iniziata e gli ucraini stanno facendo progressi. Sono ancora i primi giorni ma quello che sappiamo è che più territorio l’Ucraina potrà liberare, più forte sarà la sua posizione al tavolo negoziale».

Di fatto il segretario generale della NATO considera poco credibile l’obiettivo dichiarato da Kiev di riconquistare tutti i territori in mano ai russi (Crimea inclusa) e scommette su un successo limitato ucraino utile ad affrontare meglio negoziati con la Russia.

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Sorgente: Ucraina atlantica frena con la controffensiva caduta nel silenzio –


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