Senza le risorse liberate con lo scostamento, il governo non può procedere all’annunciato taglio del cuneo fiscale che avrebbe dovuto essere incluso nel decreto lavoro da approvare lunedì prossimo 1 maggio in Consiglio dei ministri. “Il problema è che i deputati non si rendono conto“, commenta amareggiato il ministro dell’Economia leghista Giancarlo Giorgetti. “Certo che bisognerà ritoccare i saldi. Oggi lo sfasamento era 4,35-4,50%. Se non è stato approvato quello bisognerà correggerlo al ribasso, quindi ad esempio 4,49%”. Così il viceministro all’Economia Maurizio Leo. “Tecnicamente si può fare il Cdm il primo maggio”, ha aggiunto spiegando però “Certo che bisognerà prima sciogliere questo nodo, poi vedere se si può andare. Va sciolto questo nodo”.
“Avevano promesso in modo del tutto propagandistico di fare interventi sul lavoro il 1 maggio. Peccato che si sono dimenticati di richiamare ai loro doveri di lavoratori i loro parlamentari”. Così la capogruppo Pd Chiara Braga. Salta a questo punto il decreto Lavoro del 1 maggio? “Allo stato attuale non è possibile fare nessuna delle misure che hanno annunciato”. “Mai successa una cosa simile, il testo è da riscrivere” commenta Nicola Fratoianni dei Verdi-Sinistra italiana. “Per la prima volta nella storia del Parlamento italiano il documento economico è stato respinto dalla Camera dei Deputati, scrive in una nota il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.
“È inesperienza, non c’è dietro alcun segnale politico”. Così Maurizio Lupi (Noi moderati), commenta in Transatlantico la mancanza della maggioranza assoluta sullo scostamento di bilancio. Ma i 5 Stelle attaccano. “Siete degli incapaci: dite ai percettori di reddito di cittadinanza di andare a lavorare. Ma veniteci voi a lavorare. Il presidente Meloni vada subito al Quirinale a farsi guidare. State creando una instabilità finanziaria che non possiamo permetterci”, afferma il deputato Francesco Silvestri.