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“Sono ancora fortemente turbato per il fermo del mio assistente e non ho idea di quale sia il suo coinvolgimento”

di Concita Sannino

“Profondamente indignato”. Andrea Cozzolino è il primo eletto italiano a Bruxelles sotto i riflettori, dopo le ore del blitz e degli arresti, dopo la destituzione della vicepresidente Eva Kaili. Ed è costretto a difendersi. Quasi sette giorni d’assedio, da quando è divampato lo scandalo della corruzione che travolge il Parlamento europeo e il suo assistente Francesco Giorgi è stato condotto in carcere: l’europarlamentare napoletano del Pd mette nero su bianco la rabbia.

I sospetti montano, anche se lui al momento non è indagato. Ma lo stesso Giorgi, oggi “pentito” del maxi giro di mazzette del Qatargate, sembra ormai crollato di fronte ai magistrati: fa il nome di Cozzolino insieme a quello del suo collega belga Marc Tarabella, traccia ipotesi corruttive. Che sono infamie, secondo lui. “Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede”, scrive ieri in una nota Cozzolino.

 

Due i casi al centro della mega indagine: il denaro che sarebbe stato consegnato da esponenti di Doha, un giro di 1 milione e mezzo di euro, soprattutto per l’affare dei voli Qatar Airways, oltre che per mitigare o neutralizzare l’opposizione Ue sullo stato dei dirittinel Paese affacciato sul Golfo Persico; e l’accordo per gli scambi bilaterali col Marocco. 

Giorni durissimi per il politico che a venti anni era già segretario della Fgci a Napoli, e che ha attraversato più stagioni, non senza scie di polemiche. Dopo l’esperienza come potente assessore regionale alle attività produttive al fianco di Antonio Bassolino, voleva fare il sindaco di Napoli. Era il gennaio del 2011: finì con le primarie annullate, lui vincitore ma accusato di aver portato a votare cinesi e ambienti border line. Poi ci provò come governatore della Campania: era il 2015, si candidò alle primarie, perse contro Vincenzo De Luca.

Oggi, sessantenne eurodeputato dem, eletto a Bruxelles, è impegnato ad allontanare da sé le ombre del più grande scandalo che abbia colpito il cuore dell’Unione. E si dice quindi ” profondamente indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle istituzioni europee”.

Oltre alla figura centrale di Antonio Panzeri, infatti – che è stato europarlamentare Pd, gruppo Socialisti e Democratici, per quindici anni dal 2004 al 2019 ed è ritenuto oggi dagli inquirenti uno dei promotori di quel giro di tangenti – quello di Cozzolino sarebbe il nome del primo dem italiano coinvolto nel Qatargate: sempre ammesso che trovassero riscontro le parole del collaboratore di giustizia.

Ecco perché l’eurodeputato non vuole lasciare zone d’ombra, non ci sta a esser maciullato. Risponde al telefono agli amici, tagliando corto: ” Non sto capendo un tubo di quello che succede, e a Francoforte siamo sotto una tempesta e non so quando potrò rientrare ” , spiega. Intanto, nella nota, rivendica la sua totale estraneità. “Personalmente – puntualizza – sono del tutto estraneo alle indagini: non sono indagato, non sono stato interrogato, non ho subito perquisizioni né, tantomeno, sono stati apposti sigilli al mio ufficio. Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede. Inoltre non ho mai incontrato persone vicine ad agenzie o servizi di sicurezza, né tanto meno ho mai perseguito interessi, vantaggi o utilità personali nella mia vita politica ” .

“Fra l’altro, le delegazioni al parlamento europeo – aggiunge Cozzolino – non sono parte del processo legislativo e, al contrario delle commissioni, non gestiscono risorse del bilancio Ue, e non stipulano accordi internazionali. Abbiamo sempre lavorato con trasparenza per promuovere il dialogo tra le assemblee parlamentari ” . Cozzolino si dice ” ancora fortemente turbato per il fermo ” di Giorgi, ” che ho conosciuto per le sue esperienze lavorative nell’Europarlamento, e non ho idea di quale sia il suo coinvolgimento, se non quello rivelato dalla stampa. Da parte mia, mi batterò per l’affermazione e la difesa della verità e per fare piena luce su sospetti infondati. Sono a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per qualsiasi chiarimento. E ripongo la massima fiducia nel lavoro della magistratura del Belgio”.

Sorgente: Qatargate, Giorgi tira in ballo Cozzolino e lui si difende: “Indignato, non c’entro” – la Repubblica

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