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Sarebbe stata questa la causa scatenante che ha portato il sottufficiale che aveva avuto un trascorso di patologie mentali ad avere una discussione con il superiore fino a ucciderlo. La premier Meloni: “Alla famiglia e all’Arma il cordoglio del governo”

di Ilaria Carra

ASSO – Non era favorevole a riammetterlo in servizio, dopo la lunga sospensione dovuta a problemi psichiatrici. Sarebbe questa la motivazione ultima, secondo quanto emerge da fonti investigative, che ha spinto il brigadiere Antonio Milia, 57 anni a colpire e ammazzare il suo comandante, il luotenenente Doriano Furceri dopo una discussione, sfogando una rabbia che comunque covava da tempo, e in un quadro psicologico evidentemente ancora di profonda alterazione. Milia nel pomeriggio è stato interrogato dal pm di turno di Como alla presenza anche due magistrati della procura militare di Verona, competenti sui reati commessi dagli appartenenti alle forze armate.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Teo Luzi, un messaggio dicendosi “profondamente scosso e rattristato dalle notizie dei tragici fatti” di Asso. “Questi eventi non dovranno più accadere” ha commentato il ministro della Difesa Guido Crosetto. Anche la premier Giorgia Meloni dice: “Sono rimasta profondamente colpita dalla notizia della tragica scomparsa presso la stazione dei Carabinieri di Asso del luogotenente carica speciale Doriano Furceri”. Sui social aggiunge: “Alla famiglia, ai suoi cari e all’Arma dei Carabinieri giunga il cordoglio e la vicinanza del governo. Al carabiniere del Gruppo intervento speciale rimasto ferito rivolgiamo i migliori auguri di pronta guarigione”

 

 

 

Milia ha sparato tre colpi al luogotenente Furceri

Erano le 17 di giovedì 27 ottobre. Il brigadiere Milia è andato dal suo superiore, lo ha freddato sparandogli prima un colpo e poi altri due. La tragedia non avrebbe avuto testimoni oculari ma un militare ha raccontato di aver sentito prima un colpo, dei lamenti e in seguito altri due, in rapida successione. Poi più nulla. Fino a quelle urla, “L’ho ammazzato”, che Milia avrebbe ripetuto e che in caserma si sono sentite. E le ore asserragliato, con la Beretta calibro 92 sempre in mano, facendo avanti e indietro tra l’ingresso e i corridoi della caserma.

Il comandante è stato colpito prima nel suo ufficio, e in un secondo momento nel corridoio, probabilmente mentre tentava di scappare dal suo aggressore. Secondo le prime ricostruzioni, non sembra che tra i due ci sia stata una discussione accesa, poi degenerata. Ma sembra piuttosto che il brigadiere sia andato dal maresciallo già fortemente alterato. Quando gli uomini del Gis – il gruppo intervento speciale dell’Arma – hanno fatto irruzione nella caserma l’uomo delirava e puntava la pistola contro tutti. Un’irruzione all’alba, dopo ore di trattative col brigadiere, avvenuta ricorrendo al taser e alle unità cinofile, che è costata il ferimento di un componente dei corpi speciali, colpito da un proiettile alla gamba. Il blitz ha permesso di far uscire dalla caserma anche le famiglie dei carabinieri che prestano servizio, che alloggiano ai piani superiori, dove sono rimaste per ore, sotto il controllo di alcuni carabinieri che sono riusciti a gestire la situazione.

 

 

 

 

Milia era stato sospeso in concomitanza con l’arrivo ad Asso di Furceri

Milia era stato sospeso lo scorso febbraio: un provvedimento preso dai vertici della Compagnia di Como in seguito ad alcuni comportamenti allarmanti, che avevano fatto emergere una tendenza suicida del militare, per via, sembra, di una crisi dei rapporti con la moglie. Paranoie e disagi che il brigadiere aveva manifestato anche in caserma, durante il servizio, convinto – sembra – che tutti ce l’avessero con lui, che non fosse stimato abbastanza.

Gli era stata inoltre tolta la pistola di ordinanza. Fino a dieci giorni fa, quando Milia, dopo otto mesi di convalescenza e di terapia con uno psicologo che ancora lo aveva in cura, ha ottenuto il via libera al reintegro in servizio da parte della commissione medica di Milano, senza alcuna limitazione. Ma il luogotenente Furceri sembra non lo ritenesse in condizioni tali da poter tornare al lavoro, in particolare in un lavoro delicato come quello dell’Arma. Per cui l’aveva messo forzatamente in ferie. Da qui, molto probabilmente, gli attriti e la discussione sfociata in omicidio ieri pomeriggio.

Il luogotenente Furceri, 58 anni, lascia una moglie e tre figli. Tifoso dell’Inter, appassionato di enogastronomia, era stato trasferito ad Asso da Bellano, dove aveva ricevuto alcune minacce anche veicolate con delle scritte ingiuriose sui muri del Paese legate a presunte relazioni extraconiugali. Una vicenda sulla quale è in corso un’inchiesta della procura e una interna all’Arma che, al momento, non sembra aver alcun collegamento con quanto accaduto.

Sul posto, davanti alla caserma, venerdì mattina alcune conoscenti hanno portato dei fiori, addolorate per l’accaduto. Conoscevano di vista Milia. “Lo vedevo sempre fuori da scuola quando andava a prendere i figli, è una tragedia indicibile, questo è un piccolo paese, la caserma è un punto di riferimento. Penso ai bambini, ai figli di tutti e due”. Anche Milia è sposato e ha tre figli.

Carabiniere ucciso ad Asso, in paese una fiaccolata dopo la tragedia

Questa sera ad Asso si terrà una fiaccolata, a cui parteciperà anche il parroco, in solidarietà alle due famiglie coinvolte, quella dell’omicida e della vittima, e in segno di “riconoscimento” della dedizione al lavoro e dell’umanità del luogotenente ucciso.

Lo ha spiegato il sindaco del paese del Comasco, Tiziano Aceti, che ha espresso lo sconcerto della sua comunità. “Furceri era un punto di riferimento, un esempio sul lavoro – ha detto Aceti -. Per quanto riguarda Milia, solo lui può essere in grado di spiegare che cosa ha fatto. Ora dobbiamo affrontare la tragedia di due famiglie”.

 

Sorgente: Asso, carabiniere spara al comandante in caserma – la Repubblica

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