Il presidente Zelensky e i suoi alleati della Nato hanno lanciato una controffensiva contro le truppe russe, scegliendo un territorio che ne era sguarnito e che Mosca non intendeva occupare. Possono così celebrare in pompa magna una vittoria senza nemici e senza combattimento. Analisi di un bluff che convince solo chi vuole lasciarsi convincere, ovvero il pubblico occidentale.
Il presidente Zelensky assiste all’alzabandiera ucraina a Izyum “liberata”.
Kiev ha annunciato con rulli di tamburo e squilli di tromba una controffensiva nella regione di Karkiv, ossia di fronte al Donbass. Le forze sostenute dalla Nato sono riuscite a “liberare” una porzione di territorio lunga 70 chilometri e profonda una trentina.
A Izium il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato la «prossima vittoria» sull’«invasore» russo.
La stampa occidentale parla di disfatta russa e s’interroga su un possibile complotto per rovesciare il «presidente sconfitto» Vladimir Putin.
In questa mappa dell’Institute for the Study of War la zona “liberata” è la chiazza azzurra in alto a destra.
Un racconto che non sta né in cielo né in terra, una produzione Nato.
In realtà le forze occidentali non sono mai entrate in Donbass, non nella repubblica di Lugansk né in quella di Donetsk. Si sono riprese territori che l’esercito russo aveva conquistato, ma mai occupato. All’inizio dell’operazione in Ucraina il presidente Putin aveva annunciato di voler difendere le due repubbliche del Donbass, di voler «denazificare» (ossia liberare dai nazionalisti integralisti) l’Ucraina, senza però annetterla.
Successivamente, Putin ha annunciato di voler anche far pagare agli ucraini la guerra scatenata annettendo il sud del Paese. Due le opzioni di Putin: annettere la Novorossia o annettere la Makhnovchtchina, due territori di tradizione russa che in gran parte si sovrappongono.
La Novorossia storica secondo lo Washington Post, nel 2014.
La Novorossia, letteralmente Nuova Russia, è la colonia popolata da russi conquistata da Grigori Potemkin, il favorito della zarina Caterina II, ai danni dell’impero ottomano. Ne fa parte tutto il sud dell’attuale Ucraina, compresa la Crimea, fino alla piccola porzione dell’attuale Moldavia, la Transnistria. La Novorossia non ha mai vissuto gli orrori della servitù della gleba che Caterina II non riuscì a debellare dal suo impero. Il maresciallo Potemkin vi fondò uno Stato illuminato, ispirato alla Grecia e a Roma antiche. La Novorossia fu governata per un periodo da un ufficiale francese, amico personale di Alessandro I, Armand de Vignerot du Plessis, duca di Richelieu e futuro presidente del consiglio dei ministri francese.
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