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Gli episodi contestati risalgono al 2015 e 2016

di Federica Cravero

È arrivata a una svolta l’inchiesta sui pestaggi al carcere di Ivrea, dove i muri dell’infermeria almeno per due anni hanno coperto percosse e umiliazioni compiuti dagli agenti nei confronti di diversi detenuti. Finora erano stati solo loro, con le testimonianze, a far uscire allo scoperto il trattamento che ricevevano, mentre i verbali falsificati provavano a sviare le indagini. Ora invece anche la magistratura ha individuato delle responsabilità nei 25 indagati che nei giorni scorsi hanno ricevuto l’avviso a comparire per essere interrogati. Tra loro ci sono agenti di polizia penitenziaria e medici, – difesi dagli avvocati Celere Spaziante ed Enrico Calabrese – alcuni ancora in servizio nel carcere eporediese, altri nel frattempo trasferiti.

Le carte dell’inchiesta dipingono un quadro inquietante di quello che accadeva dietro le sbarre. Detenuti malmenati mentre i medici prendevano il caffè, ferite da percosse fatte passare per cadute accidentali, umiliazioni come quelle di tenere i carcerati nudi.

Sono sette anni che si cerca di far luce su quello che accadeva nel carcere di Ivrea. Gli episodi contestati risalgono al 2015 e 2016. Da allora l’inchiesta aperta dalla procura di Ivrea ha subito parecchie traversie, tra richieste di archiviazioni e opposizioni fatte dall’associazione Antigone, fino a quando la procura generale non l’ha avocata. Sono stati i sostituti pg di Torino Giancarlo Avenati Bassi e Carlo Maria Pellicano, partendo dalle denunce, ad allargare le indagini ad altri episodi e a individuare i reati ipotizzati: lesioni e falsi aggravati, ma non le torture – come invece è stato fatto in un’altra inchiesta per il carcere di Torino – poiché il reato non era ancora contemplato dal codice penale all’epoca dei fatti.

Sorgente: Pestaggi in carcere a Ivrea, ci sono 25 indagati tra gli agenti – la Repubblica

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