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Abrignani, immunologo del Cts: l’alternanza della seconda dose del vaccino già approvata in molti Paesi come Canada e Germania. Accade pure con l’antinfluenzale

di Margherita De Bac

«Sono soddisfatto dei suggerimenti del Cts, di cui faccio parte. Probabilmente eviteranno almeno una quindicina di trombosi da vaccino considerando che le dosi sarebbero andate a una decina di milioni di persone». Si riferisce agli ultimi pareri del Comitato tecnico scientifico l’immunologo Sergio Abrignani. No ai vaccini a vettore virale sotto i 60 anni, sì al mix delle dosi.

La vaccinazione eterologa sembra un’acrobazia. Ci sono dei precedenti?
«È successo per i vaccini contro l’epatite B, il meningococco C e per l’antinfluenzale che ripetiamo ad ogni stagione, come fossero tanti richiami. Accade normalmente che il tipo di vaccino venga cambiato senza aver fatto studi registrativi di fase 3, sull’uomo, delle combinazioni ma solo per il singolo richiamo. Nel corso degli anni le tecnologie sono cambiate eppure abbiamo continuato a utilizzare il mix che funziona sul piano della copertura e della risposta anticorpale. Principi di base della vaccinologia».

Però c’è molto timore, come dissiparlo?
«Ilmix per i vaccini anti-Covidprima che in Italia è stato approvato in Germania, Canada, Francia, Svezia, Spagna, Norvegia e Finlandia. Le evidenze di sicurezza ed efficacia sono state riaffermate da studi che riportano i dati raccolti su diverse centinaia di persone. Confermano quello che ci aspettavamo e cioè che il mix è piu potente a parità di sicurezza».

I vaccini a vettore adenovirale come quelli di AstraZeneca e Johnson & Johnson godono di cattiva pubblicità. Giusto?
«Non è giustificato condannarli, sono efficaci e sono serviti al Regno Unito per passare da 1.500 morti al giorno a poche unità. Prevengono del 70% le forme lievi di malattia (un po’ meno del 90% dei vaccini a Rna) e il 95-98% delle forme gravi, esattamente come Pfizer e Moderna».

Ci riassume i dati sugli effetti collaterali gravi quali la «Vitt», cioè una trombosi con carenza di piastrine?
«Dopo la prima dose di AstraZeneca, su 25 milioni di persone in Gran Bretagna, si è osservato un caso ogni 70-100 mila vaccini. Con la seconda dose, su 14 milioni di persone, un caso ogni 600 mila vaccinati. Per J&J i dati più completi sono quelli americani di metà maggio: 30 casi su 9,6 milioni di vaccinati, circa 3 ogni milione di vaccinati, e in Italia su 1,1 milioni di vaccinati ne abbiamo avuti tre. Queste trombosi inizialmente determinavano una mortalità fra il 20 e il 30% che però oggi è scesa di molto perché ne abbiamo capito il meccanismo dipendente da risposta immunitaria abnorme. Le curiamo da subito con immunoglobuline endovena e cortisone. Questi fenomeni si concentrano tra 18 e 55 anni, soprattutto sulle donne e sono dovuto a meccanismi di autoimmunità non ancora ben compresi».

La scelta di restringere l’uso di Vaxzrevia e J&J agli ultra sessantenni è stata emozionale? In quei giorni a Genova è morta una diciottenne, potreste essere stati condizionati.
«No, già ne stavamo discutendo, non siamo stati condizionati da questa storia così dolorosa. Ora lo scenario epidemiologico è migliorato. Nelle ultime settimane siamo passati da 150-200 casi su 100 mila abitanti per settimana a 20-30 casi e quindi il rapporto rischio beneficio per fasce di età delle vaccinazioni con vaccini a base di vettori virali è cambiato. Inoltre, abbiamo alternative più sicure costituite da Pfizer e Moderna che oggi non presentano problemi di approvvigionamento. Quindi, seguendo il principio della massima cautela abbiamo suggerito di non correre un rischio bassissimo ma esistente per la popolazione fra 18 e 55 anni.

Dopo la prima dose ha senso eseguire il test sierologico per controllare se si sono sviluppati anticorpi?
«È sbagliato pensare che avendo una quantità alta di anticorpi si possa rinunciare alla seconda dose. E non esiste un test universale, dunque danno luogo a risultati non confrontabili. E ancora: non sappiamo a quale livelli di anticorpi corrisponda la protezione. Sono una perdita di tempo».

Sorgente: Seconda dose con un vaccino diverso, Abrignani: «Sistema sicuro e più potente: così saranno evitate 15 trombosi»

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