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Il leader di Italia Viva fa parte anche dell’advisory board della Royal Commission che si occupa dello sviluppo di Alula, vetrina più importante del regime. La città verde e sostenibile è il progetto a cui il principe reggente Mohammed bin Salman, accusato dalla Cia di essere il mandante dell’omicidio Khashoggi, tiene maggiormente

Matteo Renzi non siede solo nel board del Future Investment Institute, controllato dal fondo sovrano Pif del governo saudita. Ma fa parte anche dell’advisory board della Royal Commission che si occupa dello sviluppo di Alula, vetrina più importante del regime. La città verde e sostenibile – che il leader di Italia Viva arrivò a citare durante il suo discorso in Senato nel giorno della sfiducia a Giuseppe Conte – è il progetto a cui il principe reggente Mohammed bin Salman, accusato dalla Cia di essere il mandante dell’omicidio Khashoggi, tiene maggiormente. La notizia è riportata da Domani, che ha ricostruito come l’8 aprile Renzi fosse tra i pochi presenti al concerto-evento di Andrea Bocelli, organizzato da bin Salman per il progetto turistico.

Perché Renzi era presente all’evento esclusivo? Stando a Domani, è uno dei membri del comitato di esperti della Royal Commission of Alula (RCU), l’organismo presieduto da bin Salman che vuole trasformare la città in uno dei più grandi progetti green al mondo. Il ruolo di Renzi è riportato anche dal sito Arab News. Sei giorni prima l’ex presidente del Consiglio, sempre stando alla ricostruzione del quotidiano, ha partecipato a un evento della Royal Commission sul ruolo di Alula sul “futuro sostenibile”. Non in presenza, ma via Zoom, insieme ad Alejandro Agag, uomo d’affari e genero di José Maria Aznar, l’architetto William McDonough e Gérard Mestrallet, presidente di Afalula, agenzia coinvolta nello sviluppo di Alula.

Il sito della Royal Commission, sottolinea Domani, non menziona l’advisory board, quindi è impossibile comprendere quali siano ruoli e competenze di Renzi. Ignote anche le cifre che l’ex presidente del Consiglio percepisce per il suo incarico che evidentemente, come quello nel FII, il leader di Italia Viva considera legittime. Le difende ormai da tre mesi. Lo scorso 24 marzo, incalzato dopo l’autointervista nella quale si era posto le domande da solo, aveva detto: “Non mi dimetto dal board e non sono in alcun conflitto d’interesse”. Mohammad bin Salman? “È un mio amico e che sia il mandante dell’omicidio Kashoggi lo dite voi”, aveva risposto.

“Le mie attività sono tutte perfettamente in regola ed è compatibile con quella parlamentare al pari dell’avvocato e dell’architetto”. Il senatore aveva ribadito che la frase sul “Rinascimento arabo” l’avrebbe ridetta e che a suo avviso non ci sono differenze tra ex presidenti e premier come Tony Blair e Barack Obama che siedono in board o fanno conferenze in giro per il mondo e lui che invece fa politica attiva, eletto al Senato come rappresentante dei cittadini: “Finché i regolamenti permettono di fare quello che noi stiamo facendo io continuo a farlo nel rispetto delle leggi”.

Sorgente: “Renzi ha un incarico ‘segreto’ da bin Salman”: il maxi-progetto di Alula e le trasferte dell’ex premier, ecco la ricostruzione di Domani – Il Fatto Quotidiano

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