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Si punta anche alla conferma della cassa integrazione Covid, mentre il ministro del Lavoro Orlando vuole avviare il confronto con le parti sociali su ammortizzatori e pensioni. Confindustria oggi al ministero: chiede uno stop solo per i settori in crisi

ROMA – Arrivare fino all’estate con i sostegni esistenti: cassa integrazione e blocco dei licenziamenti. Nel frattempo intrecciare tre riforme essenziali: ammortizzatori, politiche attive e pensioni. Per consentire a chi – al termine del blocco – rimarrà senza posto di riqualificarsi e ricollocarsi oppure avvicinarsi alla quiescenza. Il piano per il lavoro del governo Draghi per ora è solo abbozzato. Il neo ministro Andrea Orlando ha già incontrato domenica i sindacati. Oggi sarà il turno delle imprese. Entro fine mese si rivedranno per discutere le linee guida su Cig e politiche per l’occupazione.

Il metodo sarà quello del confronto a tutto campo, senza forzature e strappi. La sollecitazione del premier Draghi alla «coesione sociale» e quella del Capo dello Stato Mattarella ad affrontare quanto prima il nodo del 31 marzo, quando scadrà il divieto di licenziare, spingono le parti ad accelerare. D’altro canto, il quadro sanitario torna ad essere preoccupante. Mentre il piano vaccinale non decolla. Impensabile chiudere l’ombrello della cassa integrazione proprio ora: una sua proroga viene data per scontata. Ma anche il ritorno pieno alla facoltà di licenziare dal primo aprile – oggi prevista per le sole situazioni critiche, fallimenti, cessazioni, accordi sindacali – non sembra nelle corde del nuovo esecutivo.

 

Neppure Confindustria d’altro canto alza le barricate, sebbene la richiesta di oggi a Orlando sarà chiara: blocco dei licenziamenti selettivo, solo per i settori in crisi o chiusi dai provvedimenti del governo per contenere l’epidemia. «Situazioni diverse, soluzioni diverse», è il ragionamento di viale dell’Astronomia. L’argomento va affrontato, insistono gli imprenditori: «Attenzione a ingessare le aziende troppo a lungo: anziché ristrutturare, alla fine chiuderanno». Dopodiché davanti a una Cig Covid tutta a carico dello Stato, lo spazio per una mediazione esiste.

 

Dal lato dei sindacati c’è la richiesta di non procedere in modo selettivo, perché «sarebbe complicato decidere chi è in crisi e chi no, all’interno di settori produttivi e filiere stratificati e interconnessi». Stop e Cig Covid per tutti più a lungo possibile, dicono Cgil, Cisl e Uil. Il ministro Orlando parte da una proposta lasciata in consegna dall’ex ministra Nunzia Catalfo: 18 ulteriori settimane di Cig Covid e divieto di licenziare per chi la usa, ma a scalare. All’industria poche settimane, ai servizi di più. Non è detto che sia questo lo schema ora. Potrebbe passare la linea dei sindacati – Cig e stop per tutti – ma per un periodo molto contenuto. Altri tre mesi, fino alla fine di giugno. Il tempo di mettere in piedi la rete di protezione.

L’estate come traguardo, dunque. Allorquando il piano vaccinale, entrato a regime, dovrebbe attenuare l’allerta sanitaria, con il crollo di morti e ospedalizzazioni. E l’intreccio tra politiche attive e passive assicurare una caduta morbida ai disoccupati: coperti dai sussidi e avviati alla riqualificazione. Un’estate di ripresa, con i primi fondi del Recovery, i cantieri che cominciano a riaprire, il turismo che riparte.

 

Nella rete anche l’orizzonte pensionistico avvicinato dai contratti di espansione e solidarietà. E da un’Ape sociale rafforzata, in vista della fine dell’anticipo di Quota 100 (31 dicembre). Un terzo di chi ha scelto sin qui Quota 100 era in Naspi o senza lavoro a 62 anni. Profili difficilmente ricollocabili nei settori su cui si scommette: verde e digitale. Ecco allora il sostegno ponte fino all’età di uscita per la vecchiaia che tornerà a correre, in base alla legge Fornero: 67 anni.
Sorgente: Il piano del governo: licenziamenti bloccati fino a inizio estate – la Repubblica

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