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Oggi la cabina di regia deciderà le nuove fasce di rischio per le regioni. Intanto anche i sindaci intervengono dopo gli assembramenti registrati nel fine settimana

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Nuova stretta di governatori e sindaci in attesa delle decisioni della cabina di regia, che oggi aggiornerà le fasce di rischio delle Regioni. Divieti di ingresso in strade e piazze dei centri storici, limitazioni alle gite fuori porta e all’apertura dei negozi, chiusure anticipate di bar e ristoranti sono scattate in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Veneto, che sono gialle ma potrebbero cambiare zona. E nuove restrizioni sono state decise anche in città e comuni di altre Regioni in zona gialla o arancione, perché il governo vuole fermare la salita della curva epidemica per scongiurare il lockdown totale. Stamattina sul tavolo del ministro della Salute arriva il report degli ispettori e dei Nas negli ospedali della Campania.

Roberto Speranza vedrà i dati e in serata deciderà: «Se la regione supera i parametri, scatta l’ordinanza». Il ministro è sollevato perché l’indice Rt è calato un poco nelle regioni rosse: «Vuol dire che le misure funzionano. Ma è ancora durissima e bisogna tenere la guardia alta». Nel Lazio Nicola Zingaretti sembra non temere un passaggio a un’area superiore di rischio, eppure è pronto a nuove ordinanze. A Roma, nelle vie dello shopping, è scattato il «numero chiuso» con i separatori per evitare che la gente si affolli davanti ai negozi. Dopo gli assembramenti del week end intervengono anche i sindaci, che nell’ambito dei comitati provinciali fanno scattare misure ancor più restrittive.

 

 

L’attività all’aperto soltanto in periferia

In Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia «non è permesso passeggiare nelle strade e nelle piazze dei centri storici, delle città e nelle aree affollate». L’attività sportiva (corsa, bicicletta, ginnastica) deve essere effettuata preferibilmente nelle aree verdi e periferiche. A Roma si è deciso di contingentare il numero di persone che possono passeggiare nelle strade dello shopping mettendo dei «separatori» e si sta valutando il divieto di stazionamento all’aperto alle 18. Stesso divieto a Palermo, a Verona senso unico per i pedoni, a Bari chiusi giardini e skate park.

Fiere e proteste: dai limiti agli stop

In Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia sono «vietati i mercati all’aperto se non nei Comuni in cui i sindaci abbiano approntato un piano che preveda la perimetrazione dell’area all’aperto, un unico varco di accesso e uno di uscita, ci sia una sorveglianza che verifichi le distanze, l’assembramento e il controllo dell’accesso». Una misura per evitare gli assembramenti che sarà adottata anche altrove. A Roma si sta valutando la chiusura di Porta Portese e di altri mercati non alimentari. A Bologna vietati eventi e manifestazioni di protesta, ma anche le esibizioni degli artisti di strada nel centro storico.

Canto e ginnastica, lezioni sospese

A Palermo il sindaco ha deciso di «chiudere tutte le scuole dell’obbligo a partire da lunedì 16 novembre». in Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia «sono state sospese nelle scuole primarie e secondarie del secondo ciclo le lezioni di educazione fisica, canto e strumenti a fiato». Il governatore della Basilicata sta valutando di allargare la didattica a distanza (ora obbligatoria solo per le scuole superiori) anche alle medie ed elementari. Nel Lazio il Tar ha confermato l’ordinanza del sindaco di Tarquinia che aveva chiuso tutte le scuole dell’obbligo.

Il tetto nei market: entra solo uno per famiglia

In Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia il sabato sono chiusi centri commerciali e outlet tranne alimentari, farmacie e parafarmacie, tabaccherie ed edicole che si trovino all’interno. La domenica e i festivi «è vietato ogni tipo di vendita, anche dei piccoli negozi e dei negozi di vicinato, ad eccezione delle quattro categorie». Nei negozi può entrare «una persona per nucleo familiare, salvo per accompagnare soggetti con difficoltà o minori di 14 anni». Nei centri commerciali e nei supermercati «va favorito l’accesso degli anziani oltre i 65 anni nelle prime due ore di apertura».

Consumare al bar? Dalle 15 solo seduti

In Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia «i bar e i ristoranti restano aperti fino alle 18, ma dalle 15 si può consumare solo seduti, dentro o fuori dai locali». Una misura che nel resto d’Italia in zona gialla scatta alle 18, mentre nelle zone rosse i bar e i ristoranti rimangono chiusi tutto il giorno e possono svolgere soltanto servizio da asporto fino alle 22 oppure a domicilio. In vigore anche le limitazioni all’interno e all’esterno dei locali: massimo quattro a tavola, a meno che non si sia congiunto, e obbligo di mascherina quando ci si alza.

Gite del week end: stretta nei controlli

Dopo gli assembramenti dello scorso fine settimana per la gita fuori porta, in tutta Italia sono stati predisposti controlli delle forze dell’ordine sui litorali e nelle località di campagna e montagna. Obiettivo: evitare che le persone stazionino nei luoghi, al chiuso, ma anche all’aperto. In alcune regioni, dove non è in vigore il divieto di uscita dal Comune perché si trovano in fascia gialla o arancione, alcuni sindaci stanno valutando la possibilità di limitare la circolazione o comunque di adottare le stesse misure adesso previste già per i centri storici quindi con divieto di accesso.

Sorgente: Regioni, Covid: oggi nuove zone rosse, arancioni e gialle. Regole e divieti- Corriere.it

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