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Nella Capitale degli Stati Uniti la marcia per ricordare George Floyd, ucciso nove giorni fa dalla polizia di Minneapolis. La strada che porta alla Casa Bianca è stata dipinta con lettere gigantesche che compongono la scritta “Black Lives Matter”, le vite dei neri contano. Incriminati i due poliziotti per l’aggressione di Buffalo

a cura di Silvia Luperini

“Black Lives Matter”, le vite dei neri contano. La scritta gialla, a lettere giganti, è stata verniciata a terra sulla strada che porta alla Casa Bianca, la stessa dove Donald Trump si era fatto fotografare qualche giorno fa con la bibbia in mano di fronte alla chiesa di Saint John, suscitando l’ira della sua vescova.  Washington ha accolto così i manifestanti suddivisi tra più sigle e con diversi itinerari, confluiti per la grande marcia contro il razzismo. Gruppi di dimostranti si sono radunati in diversi punti della città con cartelli e cori che chiedono giustizia per George Floyd e per tutti gli afroamericani morti per le violenze della polizia. La manifestazione è imponente anche se non paragonabile alla Women’s March su Washington all’indomani del primo Inauguration Day di Trump nel gennaio 2017, dove scesero in piazza un milione di dimostranti. Nessuna grande organizzazione nazionale, compresa BlackLivesMatter, ha promosso questo appuntamento. Al Sharpton ne ha lanciato un altro: ad agosto nella ricorrenza della marcia di Martin Luther King a Washington.

Mayor Muriel Bowser

@MayorBowser

Breonna Taylor, on your birthday, let us stand with determination.

Determination to make America the land it ought to be.

16.200 utenti ne stanno parlando

La sindaca della città, Muriel Bowser, ha fatto intitolare al movimento nato contro gli abusi nei confronti degli afroamericani una porzione della 16th Street che porta a Lafayette Square, vicino alla residenza presidenziale che in un Tweet l’ha qualificata come “incompetente e in alcun modo qualificata a dirigere una città importante come Washington D.C.”

Casa Bianca blindata

Per ridurre il rischio scontri, contrariamente alle minacce di Trump, il Pentagono ha ritirato dalle strade della capitale i militari regolari dell’esercito professionale. I soldati della Guardia nazionale sono stati disarmati e negli ultimi due giorni non ci sono stati arresti durante le proteste che hanno animato le strade di Washington davanti alla Casa Bianca. La sindaca ha tolto il coprifuoco, spiegando che confermerà la decisione in base a come andrà la grande manifestazione di oggi.

Washington scende in piazza nella grande manifestazione antirazzista

 

Gran parte del centro città era già stato isolato in mattinata dopo che vari gruppi, molti dei quali formati spontaneamente sui social network dopo la morte di George Floyd, avevano esortato i manifestanti a invadere le strade della capitale. Floyd, 46 anni, è stato ucciso da uno sceriffo bianco durante un arresto il 25 maggio scorso a Minneapolis e il suo grido “non riesco a respirare” è diventato quello di migliaia di persone arrabbiate.

George Floyd, cosa è successo prima della morte

Cortei in tutto il paese e a Minneapolis dove sono inziate le rivolte

In contemporanea con la marcia di Washington, tante altre manifestazioni in centinaia di città americane, come New York, Miami, Los Angeles e Minneapolis dove sono iniziate le rivolte che infiammano il Paese da più di una settimana. Il capo della polizia di Seattle ha annunciato un divieto di 30 giorni sull’uso dei gas lacrimogeni.

rep

Buffalo, due poliziotti incriminati per l’aggressione a Martin Gugino

Due poliziotti di Buffalo sono stati incriminati per aggressione, dopo la pubblicazione di un video nel quale li si vedeva spingere a terra il 75enne Martin Gugino durante una protesta contro il razzismo e la brutalità della polizia. Lo hanno annunciato i procuratori. I due, riporta la Cnn, si sono dichiarati non colpevoli e sono stati rilasciati senza cauzione. Una nuova udienza del procedimento è stata fissata per il 20 giugno. I due agenti, dopo l’episodio che li ha visti coinvolti, sono stati sospesi dal servizio

Morte George Floyd, polizia violenta a Buffalo: scaraventato a terra anziano manifestante

Nelle immagini si vede l’uomo spintonato cadere a terra all’indietro, sbattere la testa e restare immobile mentre sul selciato si allarga una chiazza di sangue. All’inizio nessuno interviene, decine di poliziotti allineati gli marciano a fianco ignorandolo, solo uno, si ferma per verificare le sue condizioni ma un altro gli dice di continuare a camminare. Decine di poliziotti si sono dimessi dal dipartimento per protesta contro la sospensione dei due agenti poi incriminati. L’anziano resta in gravi condizioni.

Il monito di Trump, “Non inginocchiatevi”. Ma il presidente canadese Trudeau non è dello stesso parere

La battaglia personale di Donald Trump portata avanti con il Tweet “Non inginocchiatevi” contro quello che è diventato il simbolo delle proteste razziali, non solo in America ma in tutto il mondo, va avanti. Il premier, barricato in queste ore nella Casa Bianca blindata, considera quell’atto “offensivo e irrispettoso”. E ora, fatto intollerabile per il presidente, vede ripetere quella mossa ovunque, persino da parte di quei poliziotti che solidarizzano con i manifestanti. Anche il premier canadese Justin Trudeau è stato immortalato mentre si inginocchia a sorpresa ad Ottawa durante ad una manifestazione del movimento ‘Black Live Matter’, con i manifestanti che gridavano ‘Stand up to Trump!”, invitandolo a fare fronte contro il presidente americano.

Washington scende in piazza nella grande manifestazione antirazzista

“I canadesi stanno guardando a ciò che accade negli Usa con orrore e costernazione”, aveva dichiarato Trudeau giorni fa, dopo essere rimasto una ventina di secondi in silenzio quando gli è stato ricordato l’uso dei lacrimogeni davanti alla Casa Bianca per aprire la strada al presidente. Trump teme ora che alla ripresa della stagione sportiva si ripetano le proteste. Il gesto, è nato sui campi di football, quando nel 2016 il quarterback Colin Kaepernick si inginocchiò per la prima volta durante l’inno nazionale e la bandiera americana per protestare contro “l’oppressione dei neri e delle minoranze etniche”, seguito poi da tanti altri campioni

Tensioni tra Trump e Melania

Torna il “Fattore Melania”, una first lady sempre più a disagio avrebbe irritato il marito e il team presidenziale con i suoi ultimi tweet:

appelli alla pace e alla riconciliazione interpretati come una presa di distanza dalla linea dura dettata dal presidente in queste giornate di proteste. Melania non era presente al fianco di Trump sia nella foto del presidente con la Bibbia (c’era invece la figlia Ivanka) sia allo storico lancio in Florida della navicella spaziale Crew Dragon alla quale la first lady aveva dato forfait. E stata notata anche la sua espressione quando Trump le ha chiesto di sorridere durante la visita al santuario St. John Paul II di Washington. Sui social è tornato virale l’hastag #FreeMelania.
tutti i video cliccando il link sotto riportato

Sorgente: Washington scende in piazza nella grande manifestazione antirazzista – la Repubblica

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