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Grido d’aiuto di Matteo Muci, dopo la scoperta sulla nave di 4 zaini pieni di coca. Lettera a Conte e Di Maio

Dal 30 gennaio è bloccato a bordo di una nave nel porto di Dakar, capitale del Senegal. Matteo Muci, 19enne di Leverano, allievo ufficiale di coperta, fa parte dell’equipaggio della «Grande Nigeria», della compagnia Grimaldi Lines. Equipaggio che, per via del ritrovamento di un ingente quantitativo di droga sull’imbarcazione, si è visto ritirare i passaporti dalle autorità senegalesi.

La nave era già sotto sequestro da circa otto mesi per via del ritrovamento di un grossissimo quantitativo di cocaina, quasi 800 chili. Qualche settimana fa, nel corso di alcuni lavori di manutenzione, sono saltati fuori altri 120 chili della stessa sostanza, contenuti in quattro zaini. Sono stati gli stessi membri dell’equipaggio a denunciarne il rinvenimento. Nonostante ciò, Muci e gli altri (quattro ufficiali italiani, un rumeno, un bulgaro e 15 filippini) si sono visti ritirare i passaporti.

«Durante i lavori di manutenzione, che comprendono anche ispezioni di verifica della corretta funzionalità degli impianti di bordo – racconta il giovane salentino – in una bocca di ventilazione a poppa della nave sono stati rinvenuti dallo stesso equipaggio quattro zaini di colore nero. Come previsto dall’International Ship and Port Facility Security Code, che viene adottato per garantire la sicurezza marittima, il comandante della nave ha avvertito immediatamente il responsabile della Security della società armatrice e di concerto sono state avvisate le autorità. Il comandante e l’equipaggio non conoscevano il contenuto delle sacche: per ovvie ragioni di sicurezza (avrebbero potuto contenere esplosivo) spettava all’autorità senegalese addetta alla security procedere ai rilevamenti. Dai controlli effettuati risultavano contenere complessivamente 120 chilogrammi di cocaina. Perquisendo l’intera nave non sono state rinvenute ulteriori sostanze. Ricordiamo che l’attuale equipaggio si trova a bordo della nave in sostituzione di quello presente al momento del primo sequestro, avvenuto a giugno 2019».

Dopo le prime deposizioni a bordo, è intervenuta l’Interpol. E le autorità hanno ritirato i passaporti di tutti. «Per i membri dell’equipaggio, oltre al danno la beffa. Assolutamente innocenti, anzi ben attenti e scrupolosi nel seguire la normativa internazionale in termini di security, si trovano nell’assurda posizione di essere sequestrati, in pratica ai domiciliari senza neanche poter scendere dalla nave e con l’assurdità che nessun capo di imputazione è stato loro formulato». Nessuno avrebbe avvisato le famiglie, né il Consolato. «Dall’andamento dei fatti – chiude il salentino – si presuppone che gli interessi della compagnia prevalgano sulle risorse umane, che sembrano essere abbandonate a loro stesse, senza riferimenti e certezze, in balia della sorte».

Sulla vicenda interviene la professoressa Paola Apollonio, dirigente scolastica dell’«Amerigo Vespucci» di Gallipoli, la scuola dove, lo scorso anno, Matteo Muci si è diplomato. «I parenti dell’equipaggio italiano si sono attivati in vari modi, ma ad oggi non risulta nulla di fatto. Al di là di ogni possibile considerazione sulla vicenda, che lascio agli organismi competenti, in qualità di rappresentante non solo legale dell’Istituto che dirigo, sono fortemente preoccupata della sorte del nostro diplomato».
E prende la parola anche il presidente del consiglio regionale, Mario Loizzo, che ha chiesto l’intervento del presidente Conte e del ministro degli Esteri Di Maio per il rientro immediato dei marittimi. «La sua innocenza – afferma Loizzo a proposito di Muci – rafforza la mia richiesta e l’urgenza della soluzione di una situazione incresciosa, che tiene in apprensione tante famiglie. In relazione a un episodio che coinvolge nostri connazionali all’estero, sono a chiedere il determinato e risolutivo intervento del ministero competente e, ove si ritenga, del Governo italiano, per il più sollecito rientro dell’incolpevole equipaggio del mercantile».

Sorgente: «Io, sequestrato a Dakar sul cargo della droga», parla 19enne di Leverano – La Gazzetta del Mezzogiorno

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