Pensionata, 65anni, ha trovato il messaggio oltraggioso sul muro del pianerottolo nel Giorno della memoria: “Mia madre era una partigiana, questo messaggio è testimonanza di inciviltà e razzismo”
di DIEGO LONGHIN e CRISTINA PALAZZO
“Non la voglio cancellare, è una testimonianza di un atto incivile, ignorante e razzista”. A parlare è Maria Bigliani, 65 anni, pensionata, con una vita passata negli uffici tecnici del verde pubblico di Palazzo Civico di Torino. “Ieri sera ho avuto anche l’onore di ricevere la telefonata della sindaca Appendino che mi ha espresso solidarietà sua e di tutta la città”.
Maria, la donna dell’insulto antisemita: “Mia madre era partigiana, la storia ritorna”
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Maria sta facendo colazione, i tecnici mandati dalla prima cittadina stanno verificando con l’assessore comunale Alberto Unia come cancellare quelle tre parole che non sporcano solo un muro ma la memoria di Torino. “Crepa sporca ebrea”, scritto con un pennarello nero sul muro del pianerottolo. Se ne è accorta ieri mattina, proprio nel Giorno della Memoria, quando è uscita dalla sua abitazione dove vive con il compagno conosciuto 5 anni fa durante l’Hanukkah, la festa ebraica della consacrazione del tempio. “Ho visto la scritta, sono andata subito al commissariato di via Bologna per denunciare il fatto e mi hanno detto di rivolgermi alla Digos, sono stati loro ieri a raccogliere la mia denuncia in Questura. Ho capito che la scritta era rivolta a me perché credo di essere l’unica con un’origine ebrea qui nel palazzo”.
Sua madre, Ines Ghiron Bigliani, era una staffetta partigiana “ha combattuto molto fortemente contro fascismo e razzismo e questa scritta ora per me rappresenta un motivo di orgoglio nella sua brutalità. Non mi era mai successo un gesto così forte, solo una volta sul lavoro un collega mi riempì di frasi ingiuriose dopo aver saputo delle mie origini e mi disse “Sei molto fortunata a essere viva, perché tua madre doveva essere cancellata””. In quel caso Maria scelse di non denunciare ma ne parlò con il suo dirigente e i colleghi. “Da quel momento non ci sono stati altri episodi fino a oggi, posso sospettare di qualcuno ma sono solo sospetti”. Sul caso gli agenti della Digos, coordinati dal dirigente Carlo Ambra, stanno indagando raccogliendo le testimonianze per risalire ai colpevoli di quella scritta. “Ma per ora non ho fretta di cancellarla, è pur sempre una testimonianza”.
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