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Cinzia Zincone, provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto, ammette che lunedì sera il Mose sarebbe dovuto entrare in funzione al Lido. All’ultimo si è deciso di non procedere, troppi rischi e pochi benefici: la marea si sarebbe ridotta soltanto di 5 centimetri, forse meno.

di Giorgio Scura

VENEZIA – “I rischi sarebbero stati più dei benefici, per questo alla fine abbiamo deciso di non alzare le paratoie del Mose”. Cinzia Zincone, provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto (che ha assorbito le funzioni del Magistrato alle Acque), rompe l’imbarazzante silenzio che si era creato ieri, vigilia di Natale, dopo un misterioso test del Mose al Lido durante l’emergenza acqua alta di 150 cm di lunedì notte. Innanzitutto il test – segreto, visto che nessuna comunicazione in merito era stata data – c’è stato, o meglio, era in programma, ma poi è stato annullato. In extremis, visto che la Capitaneria di Porto era stata avvisata soltanto alle 20.30 di un possibile innalzamento lunedì 23 notte.Fino a ieri però non si avevano comunicazioni ufficiali su questo test, né sul perché alla fine fosse stato annullato, ma ecco che il provveditore – che subentra a Roberto Linetti, travolto nel 2014 dallo scandalo delle tangenti Mose – spiega al Fatto Quotidiano:

“Nella serata di lunedì è arrivata un’ultima relazione in cui i benefici erano indicati come piuttosto modesti. Potendo innalzare solo la barriera di Treporti, era stato calcolato un beneficio limitato all’abbassamento del livello d’acqua di circa 5 centimetri. Ma considerando altri fattori si poteva arrivare solo a uno-due centimetri. Anche perché con una marea prolungata l’acqua avrebbe avuto il tempo di entrare in laguna dalle altre bocche”.

Insomma, alzare le paratoie del Mose parzialmente, non serve a nulla. Troppi rischi. “La marea sarebbe durata molto tempo e mancando i compressori si sarebbe impiegato molto tempo a sollevare le paratie. Inoltre, mancando pure i generatori di emergenza, l’opera sarebbe diventata ingovernabile in caso di calo di corrente elettrica”.

Insomma, il Mose, non essendo pronto al 94% come era stato detto, semplicemente non è pronto per entrare in funzione. Ed è bene che non si rischi nulla. Quello che preoccupa è l’assenza di trasparenza nella comunicazione delle operazioni relative a questa gigantesca opera costata già sei miliardi e che attualmente non è stata mai messa in condizioni di funzionare, nemmeno parzialmente. E intanto Venezia è sommersa, anche a Natale.

 

 

Sorgente: Mose e il test segreto, il provveditore ammette: Annullato perché inutile e rischioso

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