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Il premier accoglie l’idea avanzata ieri dal segretario Cgil su Repubblica: “Cronoprogramma per le riforme”

di GIOVANNA CASADIO e TOMMASO CIRIACO

ROMA –  Maurizio Landini chiama, Giuseppe Conte risponde. Il segretario della Cgil infatti reclama, in un’intervista ieri a Repubblica, un’alleanza strategica con il governo e le imprese, utile a “impedire che il Paese si sbricioli sotto i colpi di un processo di deindustrializzazione”. E all’appello il presidente del Consiglio risponde con una mano tesa. “È a questo che alludo – sostiene, interpellato – quando ragiono di sistema-Paese”. Di più: per l’avvocato che guida l’esecutivo giallorosso c’è bisogno, come ipotizza Landini, di “una convergenza su obiettivi condivisi con pieno coinvolgimento di tutti gli stakeholders”, ovvero gli azionisti dell’azienda Italia.

È un pallino del premier, quello di allargare il processo decisionale alle parti sociali. A partire dalla Cgil, ovviamente, anche perché adesso guida un governo con dentro il Pd. Un’esigenza che a Palazzo Chigi in queste ore si fa ancora più stringente di fronte a pesantissime crisi aziendali – da Alitalia all’Ilva di Taranto – che rischiano di diventare l’emblema di un Paese che non riesce a reagire. E d’altra parte era stato proprio Landini a invocare in piena crisi d’agosto, quella provocata da Matteo Salvini direttamente dalla spiaggia del Papeete, una soluzione giallorossa che impedisse la lotteria delle elezioni anticipate. Toccherà proprio al capo dell’esecutivo coinvolgere ancora il sindacato e gli industriali, alla ripresa di gennaio. Non a caso Conte ha parlato di un “cronoprogramma” e di una “roadmap di riforme fino al 2023”. Prima ancora dovrà fissare le priorità del governo, come ricorda il suo sottosegretario alla presidenza, Andrea Martella: “Con la manovra poniamo rimedio all’emergenza. Una volta superata la prova più dura, realizzeremo riforme e provvedimenti frutto di una visione comune”.
Giudizio positivo sulla proposta di Landini anche del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: “Con Landini siamo in sintonia”. E aggiunge: “Anche ora stiamo facendo tavoli su tutto, l’ultimo quello sulla Pubblica amministrazione, dove abbiamo messo 200 milioni sul rinnovo dei contratti, si dirà che ce ne volevano di più, ma intanto questi ci sono”.

Ma è soprattutto il segretario del Pd Nicola Zingaretti a rilanciare la strada indicata dal sindacato: “Bene Landini, ora ci vuole una svolta nel governo ed è questo il punto di partenza”. È nell’asse Pd-premier Conte-sindacato per “un cambio di passo costruttivo” che l’azione di governo può essere rilanciata. Senza che si piazzino bandierine come hanno fatto Di Maio o Renzi. È il ragionamento di Zingaretti: “Significativo che il giorno della proposta di patto avanzata da Landini, Conte raccolga e rilanci l’idea di una nuova agenda di governo e il commissario Ue Gentiloni la necessità di un cambiamento delle politiche europee. Noi ci sentiamo parte di questa sfida economica e sociale”. Ma a smarcarsi dal coro sono Renzi e Italia Viva. che puntano a distinguersi e prendono le distanze dal sindacato. Luigi Marattin, uomo delle trattative con il governo, definisce l’idea di Landini priva di concretezza: “Sono slogan che sento da 25 anni, il patto, la grande alleanza… ma in concreto cosa significano? Che qualsiasi impresa, da Ilva a Alitalia deve essere salvata con i soldi dei contribuenti? I patti si fanno sulle cose concrete o non significano nulla”. E cita i punti del piano choc di IV per l’Italia, tra cui l’affidamento libero e diretto sotto la supervisione dell’autorità anti corruzione e di un commissario straordinario di stanziamenti e investimenti e la legge delega perché nel 2021 ci sia una Irpef completamente rifatta.

Per la ministra del Lavoro, la grillina Nunzia Catalfo “il governo è pronto a fare la sua parte e a confrontarsi positivamente con sindacato e imprese. Lavoro, qualità del lavoro e diritti di chi lavora per me sono temi centrali, cito la recente norma sui riders, ma anche la volontà di approvare una legge sul salario minimo. E io voglio puntare sulla formazione che permette di uscire dalle logiche emergenziali”. E per il ministro della Salute, Roberto Speranza di Leu: “Condivido molto e convintamente Landini”. Anche il dem Maurizio Martina ribadisce l’importanza di “un piano straordinario per lavoro e industrializzazione” di cui il Pd deve farsi promotore. “Bravo Maurizio – commenta Sergio Cofferati, ex segretario Cgil – Il timore però è che possa restare sospesa nel vuoto alla fine”.

Sorgente: Conte, sì al patto sociale proposto da Landini. Zingaretti: “A gennaio il governo riparta da lì” | Rep