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Il segretario tiene la rotta sul governo: “Pensiamo al futuro degli italiani”. L’audio rubato a Dario Franceschini: “Oggi è un grosso problema”. Ma in tanti nel partito si scatenano: da Maurizio Martina (“grave errore”) al ministro Amendola (“operazione temporanea”) fino a Vaccari, che ricorda: “Alle primarie 1,7 milioni di persone ci hanno chiesto di chiudere l’era dell’egocrazia”. Il sindaco di Pesaro Ricci: “Non credo nei partiti personali. I primi cittadini resteranno nel partito”

di Andrea Tundo

Per Nicola Zingaretti si tratta di un “errore”, che provoca dispiacere, soprattutto in un momento in cui la forza del Pd “è indispensabile per la qualità della nostra democrazia”. La scissione di Matteo Renzi e il suo addio al Pd assieme a una pattuglia di parlamentari (una ventina di deputati e 10 senatori) provoca la reazione del segretario, che scansa le polemiche e tiene il timone puntato sul governo: “Ora pensiamo al futuro degli italiani, lavoro, ambiente, imprese, scuola, investimenti. Una nuova agenda e il bisogno di ricostruire una speranza con il buon governo e un nuovo Partito Democratico”. Bocche cucite anche per il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che in un dialogo rubato con la sua omologa tedesca alla Triennale di Milano ha risposto “oggi è un grosso problema” quando la ministra Michelle Müntefering gli ha chiesto: “Che cosa sta facendo Renzi ora?”.

È il resto del Pd però ad affondare il colpo sull’ex segretario. Il ministro degli Affari Europei, Vincenzo Amendola, bolla l’operazione che ridà una leadership a Renzi come “temporanea”: “Un partito senza leadership non esiste, deve incarnare anche una comunità. Non serve solo un leader, serve una classe di governo. Una leadership senza una comunità diventa un po’ temporanea”. Mentre per Maurizio Martina si tratta di un “grave errore” perché “non ho mai visto il centrosinistra rafforzarsi con le divisioni” e anche sulla tenuta del governo “c’è il rischio di conseguenze non positive”. L’ex segretario del Pd, carica che Martina ricoprì proprio a seguito delle dimissioni di Renzi, non riesce a trovare delle ragioni a questa scissione, “tanto più dopo il percorso unitario compiuto in queste ultime settimane che ha consentito la svolta politica nel Paese”. E le motivazioni sentite fin qui, secondo lui, “sono fragili e per tanti aspetti davvero incomprensibili”.

Duro anche il commento di Stefano Vaccari, responsabile dell’organizzazione dem: “Un milione e seicentomila persone sono venute ai gazebo pochi mesi fa anche per chiedere unità al Pd. Per archiviare la stagione dell’egocrazia e dell’uomo solo al comando. Nessuno di loro capirà mai questa scelta personale di Renzi. Un errore madornale”. Mentre Walter Verini parla di “una ferita, però è una ferita che sta producendo a freddo; non vedo passione politica in questa uscita molto grave”. Il Pd, ricorda, “è nato per unire quindi credo che sia un errore; dividersi e la cosa più facile, meno impegnativa. Credo che il Pd debba reagire non chiudendosi ma aprendosi alla società”. Mentre è laconico un ex renziano di stretta osservanza come Emanuele Fiano: “Quel sogno infranto sempre di una sinistra unita”, scrive su Twitter.

Più deciso l’intervento di Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e tra i volti più intraprendenti del renzismo che fu: “Un errore enorme la scissione di Renzi. Non credo nei partiti personali e le divisioni portano sempre male – commenta – I sindaci popolari aggregano, non dividono. Per questo credo rimarremo tutti nel Pd che, a maggior ragione, vogliamo riformista e maggioritario (non il Pds)”. Mentre Brando Benifei, capodelegazione Pd al Parlamento Europeo, parla di “atto incomprensibile e oggettivamente poco utile”. Su possibili scissioni a Strasburgo, Benifei aggiunge: “Ogni deputato è libero di fare le sue scelte, io non me lo auguro e lo ritengo improbabile”. E tante sue colleghe dem, da Simona Bonafè a Pina Picierno fino ad Alessandra Moretti, ammettono che “ci sarà una riflessione” ma “in questo momento prevale il dispiacere”.

Sorgente: Pd, Zingaretti: “Addio di Renzi? Ci dispiace, un errore”. Il partito in coro: “Sbaglia, una scelta incomprensibile. Motivi della scissione fragili” – Il Fatto Quotidiano

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