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Considerato il rapido aumento del debito con rendimenti negativi l’oro, con un rendimento pari a zero, risulta sempre più attraente in questo contesto complesso

di Roberta Castellarin

Dopo il rally vissuto nei mesi scorsi l’oro tratta oggi intorno a 1.505 dollari l’oncia e la tentazione di inserirlo in portafoglio come porto sicuro è sempre più presente tra gli investitori. Ma conviene farlo? Ecco cosa ne pensano gli esperti.

Il contesto macro. “Il taglio di 25 punti base della Fed è in linea con le aspettative, ma c’è incertezza su ciò che verrà dopo. I nostri economisti non si aspettano un altro taglio quest’anno, ma è un’ipotesi che non si può escludere del tutto. I nostri strategist sui bond ritengono che il sell off dei bond sia destinato a finire a breve e che i rendimenti sono destinati a scendere, con l’idea che i rendimenti Usa tocchranno nuovi minimi mano mano che ci saranno segnali di rallentamento dell’economia nel primo semestre dell’anno prossimo”, dice Joni Teves, strategist di Ubs. Mentre Sivarishi Sivakumar, gestore multi-asset, Schroders sottolinea: “Che il debito offra rendimenti negativi è una situazione abbastanza inusuale. Significa che sono gli investitori a pagare gli interessi al debitore e non il contrario. In un mondo razionale, questa situazione non avrebbe alcun senso per gli investitori. Nonostante ciò, la quantità di debito in dollari con rendimenti negativi ha di recente raggiunto il picco di 15.500 miliardi di dollari, all’interno dell’universo del Bloomberg Barclays Global Aggregate. Nello stesso periodo il prezzo dell’oro ha raggiunto il massimo livello degli ultimi 6 anni: 1.550 dollari”. Cosa sta succedendo? “Le preoccupazioni riguardo allo stato di salute dell’economia globale stanno crescendo. Gli indicatori della crescita si stanno deteriorando, le tensioni commerciali sono in escalation e le banche centrali si stanno muovendo verso un atteggiamento accomodante. Per esempio, la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse di recente. Ciò segnala che la Banca Centrale Usa ritiene che sia necessario rendere i prestiti di denaro più economici per far sì che i cittadini continuino a spendere, sostenendo l’economia”, risponde Sivakumar, “I mercati si stanno anche preparando a un possibile rallentamento. I prezzi dei beni che rappresentano un riferimento per lo stato di salute del settore industriale, come il rame e il petrolio, sono in calo. Gli investitori si stanno quindi muovendo verso quegli asset che vengono percepiti come “porti sicuri”, come l’oro e le obbligazioni”.

Le mosse del mercato. Teves di Ubs sottolinea che “Un ulteriore taglio della Fed entro fine anno sarebbe positivo per l’oro e questo trend potrebbe essere amplificato dall’ansia degli investitori di perdere il rally. Infatti quest’anno il mercato ha dimostrato più volte che c’è una paura di perdere i rialzi, perché molti sono stati scottati dal fatto che non hanno cavalcato il primo movimento”. Aggiunge Teves “L’oro ha mostrato resilienza questo mese nonostante i rendimenti obbligazionari in aumento di 40 punti base, l’S&P500 sopra i 3.000 e il dollaro forte. Visti i potenziali motori di rialzo nei prossimi mesi, dalla Fed colomba, all’incertezza legata alla guerra commerciale vi è un rischio che gli investitori vengano nuovamente lasciati indietro. Gli indicatori suggeriscono che il mercato ha ridotto le posizioni lunghe e si stanno concentrando sull’area di supporto da 1.480 dollari, indicando intorno ai 1.450 dollari il livello interessante per investire nuovamente. Tuttavia, i prezzi si potranno muovere prima del previsto, dato che gli investitori iniziano a ricostruire le posizioni per paura di perdere il rally ancora una volta”. Continua Sivakumar: “L’oro tende a mantenere stabile il suo valore a causa della sua relativa scarsità e della sua forma fisica. Si tratta di una commodity di valore per gli investitori che sperano di proteggere il loro benessere economico in una fase di rallentamento dell’economia”. Secondo Sivakumar, imodo simile, risulta attraente anche il debito (le obbligazioni) delle aziende e dei Paesi che risultano affidabili sulla base della loro capacità di restituire il denaro chiesto in prestito. “Tali bond vengono percepiti come meno rischiosi, dato che la possibilità che non siano in grado di risarcire il prestito è bassa. Più alta è la domanda di obbligazioni, più il prezzo del debito sale, il che porta i rendimenti dei bond a scendere. Gli investitori sono disposti ad accettare rendimenti negativi se ciò permette loro di mantenere il capitale, rispetto alle potenziali perdite in cui potrebbero incorrere investendo in asset più rischiosi come le azioni”, dice Sivakumar.

Strategie di portafoglio. L’oro potrebbe diventare l’opzione più attraente? “La domanda per gli investimenti sicuri sta portando all’aumento del debito con rendimenti negativi e a quello del prezzo dell’oro. Quest’ultimo sembra non essere particolarmente interessante agli occhi di un investitore ragionevole: d’altra parte non offre alcun rendimento (interesse). L’unico modo per ottenere un rendimento dall’oro è legato a un aumento del suo prezzo”, risponde Sivakumar, aggiungendo: “Tuttavia, gli investitori che vogliono essere ripagati con il rendimento di un porto sicuro, come le obbligazioni, stanno rimanendo a corto di opzioni, visto il rapido aumento del debito con rendimenti negativi. L’oro, con un rendimento pari a zero, risulta sempre più attraente in questo contesto complesso. Noi del team investimenti multi-asset siamo positivi riguardo all’oro, grazie alle sue caratteristiche di safe haven, come parte di un portafoglio diversificato più ampio”. Un’opione condivisa da molti. Come dimostrano i dati sui flussi di investimento negli Etf. “Dopo alcuni deflussi nelle ultime sessioni, gli Etf sull’oro hanno iniziato ha registrare flussi positivi questa settimana. C’è stato anche un discreto interesse per le opzioni. I numeri suggeriscono che il mercato è attualmente più preoccupato per il rischio di un rialzo inattaso più che di una correzione”, conclude Teves.

Sorgente: Oro, conviene investirci? La risposta degli esperti – MilanoFinanza.it

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