0 2 minuti 5 anni

Netanyahu perde il referendum su se stesso, ma lavora a un “governo sionista”. Gantz pronto a “parlare con tutti”, ma pone il veto su Bibi. Lieberman ago della bilancia, fissa le sue condizioni

Israele, le grandi manovre post elettorali sono iniziate. Con un “Re” (Benjamin Netanyahu) senza maggioranza e forse senza più “trono”, e un Generale (Binyamin Gantz) che aspira a essere a capo del primo governo dell’era post-Netanyahu. Tra il Re e il Generale c’è il convitato di pietra, il kingmaker che tutti cercano e corteggiano: il “Russo” (Avigdor Lieberman).

Sembra la sceneggiatura di un thriller di fantapolitica, invece è la realtà di un Paese chiamato per la seconda volta in cinque mesi al voto e che si ritrova il giorno dopo senza una coalizione vincitrice. Con una unica certezza: se le elezioni del 17 settembre erano, come il diretto interessato aveva voluto che fossero, un referendum pro o contro la sua persona, ebbene, quel referendum Benjamin “Bibi” Netanyahu l’ha perso, perché il fronte delle destre con cui aspirava a conquistare il quinto mandato da premier, messo assieme raggiunge 55 seggi, 6 in meno dei 61 necessari per avere la maggioranza, sia pur risicata, alla Knesset. L’affluenza è stata di 2,5 punti più alta rispetto al 9 aprile e questo ha giocato a sfavore di Netanyahu. Impressionante la crescita del dato fra gli arabi, dal 45 al 62 per cento.

Sorgente: Israele in stallo. Per il Generale, il Russo e il Re l’ipotesi di un’improbabile coesistenza | L’HuffPost

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20