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Sassaiole nella zona rossa. Le forze dell’ordine rispondono con i lacrimogeni. Bombe carta esplose nei boschi

di FEDERICA CRAVERO e DIEGO LONGHIN

Tensione in Valsusa al corteo No Tav. A sera la situazione è degenerata, con bombe carta e sassi lanciati contro la polizia nei boschi attorno al cantiere. Le forze dell’ordine hanno risposto esplodendo parecchi lacrimogeni. E’ successo dopo che alcuni manifestanti hanno cercato di aggirare dall’alto la cancellata posta dalle forze dell’ordine lungo il sentiero Gallo-Romano che conduce al cantiere della Torino-Lione, mentre altri sono riusciti ad aprire un varco nella pesante cancellata che sbarrava la strada. Un primo gruppo di dimostranti ha oltrepassato la barriera. Le forze dell’ordine hanno risposto col lancio di alcuni lacrimogeni.

Centinaia di dimostranti sono poi arretrati lentamente lungo lo stradone che costeggia un dirupo. Tutta l’area è invasa dal fumo. Prima c’era stato anche un lancio di sassi, mentre un gruppo di persone – in buona parte incappucciati – stava cercando di tagliare con un flessibile la pesante cancellata a sbarramento del sentiero che dall’abitato di Giaglione conduce al cantiere. E’ questa la piega che sta prendendo la marcia contro il supertreno organizzata nell’ambito del Festival Alta Felicità e come risposta al via libera all’opera da parte del premier Conte. Secondo gli organizzatori hanno partecipato alla marcia in quindicimila, molti meno secondo altre fonti: non sarebbero più di qualche migliaio. Sono già quaranta le denunce: gli esponenti di Askatasuna e un leader nazionale del movimento No Tav che ha preso parte attiva alla demolizione del cancello. Le altre denunce si riferiscono alla violazione della zona “rossa”.

Verso le 18 i manifestanti che hanno forzato il cancello sono arrivati sul ponte in prossimità del fiume Clarea e hanno proseguito verso il cantiere. Giunti quasi in prossimità delle reti, la polizia ha effettuato un secondo lancio di lacrimogeni. Infine, sulle reti, hanno attaccato uno striscione. E’ probabile che non vadano oltre, d’altronde le forze dell’ordine non glielo permetterebbero. In serata, nei boschi circostanti,sono stati esplosi grossi petardi da parte dei manifestanti No Tav.

“I popoli in rivolta scrivono la storia. No Tav fino alla vittoria”: è partito tra cori e applausi il corteo dei No Tav che, dal campeggio dell’Alta Felicità di Venaus, punta ora al cantiere di Chiomonte. “Diverse migliaia, forse di più”, dicono gli organizzatori del movimento, mentre nelle prime file del corteo si alzano le bandiere degli altri movimenti solidali con “il popolo della valle: No Muos, No Tap, No Grandi Navi e tanti altri… siamo un popolo enorme che non smetterà di lottare”. Uno speaker annuncia: “Siamo quindicimila”. Dopo due ore di marcia il corteo lascia la strada e si divide per raggiungere il cantiere di Chiomonte. «Questi sono i nostri sentieri – dicono gli organizzatori – ora ci divideremo per raggiungere il cantiere con percorsi diversi. tanti ruscelli per formare una marea immensa. gli faremo una bella sorpresa».

I manifestanti intonano cori mentre dagli altoparlanti arrivano messaggi di incoraggiamento contro il maltempo: “Quattro gocce non ci spaventeranno”, dicono gli organizzatori. Dopo una breve tregua, sta ricominciando a piovere. Il violento acquazzone di mezzogiorno ha infangato i sentieri e ha provocato anche una piccola frana nella montagna di fronte al campeggio del Festival Alta Felicità.

Il sindaco di Giaglione sulla base dell’allarme maltempo ha emesso un’ordinanza: la strada comunale oltre la frazione San Giovanni che conduce alle vigne a Chiomonte nel caso di forti temporali diventerebbe di “forte pericolo. Il Comune non risponde di danni a cose e persone”.

Una frana si è staccata dal costone della montagna che fiancheggia la Val Cenischia, dove è aperto il campeggio No Tav. È accaduto nei minuti in cui sulla zona si stava abbattendo un forte acquazzone. La frana non sta minacciando la tendopoli, che è più lontana.

“Io spero sia una manifestazione bagnata ma partecipata, fatta con la testa e non con la pancia – commenta Alberto Perino leader storico del movimento No Tav – Perché chi oggi tira una pietra, una castagna o qualunque cazzata sappia che lo fa solo per fare un regalo a Salvini, non certo per il movimento, non certo per il No Tav”.

Sorgente: Il corteo No Tav raggiunge le reti del cantiere, già quaranta denunciati – Repubblica.it

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