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Immagine di archivio nuovaresistenza

Lei scrive:

Una mia cara amica ha accusato mio padre di molestie sessuali ripetute nel corso del tempo. Io non sono rimasta troppo stupita dalla dichiarazione, in fondo a me stessa sapevo che poteva fare cose del genere. Sono stata molto male, ho pianto, urlato, non dormivo, avevo la nausea e un nodo allo stomaco che non passava mai. Ho litigato con mio padre.

Ho litigato con tutti, ho allontanato la mia cara amica. Mi sentivo malissimo, non riuscivo a pensare a niente altro. Mio padre disperato piangeva e tra le lacrime diceva non è vero niente, non è vero niente, almeno tu che sei mia figlia aiutami, difendimi dalle accuse.

Allora i miei dubbi, i miei sospetti sulla mia amica e poi la certezza che no, mio padre mente. Oppure mente lei? Chi dice la verità? Dove sta il vero? E poi, lo so, è tutto vero e la mia amica ha detto la verità. Ma perché cazzo mi trovo in questa situazione di merda soprattutto? Lo sanno tutti in giro, questa storia è uscita di casa e ha fatto il giro nei bar e nelle case degli amici e dei conoscenti e il mio mondo allora si è diviso in due.

Chi crede a lei e chi a lui. Ma quello che voglio dire è che nessuno si e chiesto davvero come mi sento io. Io che sono sua figlia: come cazzo mi sento, cosa succede dentro di me. Io che sono sua amica e quello che ho provato nel sentire che era stata violentata propio da lui.

Sulle donne violentate e i loro sentimenti è pieno di libri, si parla dell’argomento, le persone hanno empatia per le vittime e riconoscono Il loro dolore, la rabbia, la vergogna, il senso di ingiustizia. Ho provato una volta a cercare su internet cosa provano i familiari di un uomo che molesta sessualmente. Anche cosa sentono rispetto alla vittima.

Non ho trovato niente, niente di niente. Perché nessuno se lo chiede o ne parla a meno che non abbia questa sfiga. Ho trovato qualcosa solo sulla violenza assistita, bambini che vedono la madre picchiata dal padre. Può anche essere che non sono brava a fare una ricerca su internet ma resta il fatto che mi sembra che gli altri non capiscano, che sono sempre giudicata, per alcuni non sono una brava figlia perché non l’ho difeso, per altri non l’ho odiato abbastanza, per altri sono una donna troppo abituata alla violenza patriarcale e nascondo la testa nella sabbia.

Quello che provo io è questo: io a mio padre non parlo quasi più e lo evito il più possibile. Ho allontanato la mia amica in modo anche brutto perché non voglio più far entrare niente di tutto questo nella mia vita. Quando la vedo per caso in giro tra la gente mi sento a disagio. Essere figlia di un padre come lo è lui e molto doloroso. E’ una persona discutibile sotto molti punti di vista ma mi ha anche amato, avrei voluto di più, molte volte da bambina mi sono sentita trascurata e bisognosa di affetto, ma non posso dire che non mi abbia mai voluto bene.

Non abbastanza per i miei bisogni ma più o meno si è preso cura di me. Amare un padre cosi è un incubo, odiarlo è forse peggio, mi distrugge. Gli ho sputato in faccia e ho chiuso la porta di casa e lui mi chiamava pregandomi, chiedendo la mia pietà e il mio aiuto. Mi si è spezzato il cuore. Ma non ho riaperto la porta, è ancora chiusa e non l’ho aiutato, non l’ho difeso.

Grazie chiunque tu sia se sei arrivata\o a leggere fino a qua la mia storia che é probabilmente piena di errori grammaticali e mi scuso. Volevo sollevare una domanda, vorrei che che ogni tanto qualcuno pensasse e riflettesse su cosa prova e pensa la figlia, la sorella, la madre, la compagna di vita di uomini che fanno del male a altre donne.

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Sorgente: Mio padre ha molestato la mia amica. A qualcuno importa come sto io? – Al di là del Buco

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