0 4 minuti 5 anni

La rabbia della Lega, il sospetto 5 stelle che l’indagine si possa allargare: la tempesta si sta avvicinando

by Pietro Salvatori

“Serve un chiarimento, se no diventa estenuante”. È Giancarlo Giorgetti a gridare su pubblica piazza che il re è nudo, tirando però in ballo vecchie formule di “tagliandi” ai governi che non sono sempre state latrici di svolte positive. Non è il primo, in effetti, perché già qualche settimana fa Luigi Di Maio aveva invocato una verifica complessiva di obiettivi e contratto che non è mai avvenuta.

Il caso Siri decanta velenoso tra i gialloverdi in un primo maggio il cui clima da pit stop è dato da risposte come “ma perché mi chiami? Domani non escono i giornali, no?”. Ma la calma è illusoria, l’occhio del ciclone di una tempesta pronta a riesplodere. È lo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio a tagliare secco: “Siri al momento resta lì, lui e Conte si sono spiegati”. L’ennesima porta sbattuta in faccia al Movimento 5 stelle, che continua a chiedere che la sua testa rotoli sull’altare dell’inchiesta che lo coinvolge. I due leader si concedono una giornata da pura campagna elettorale. Matteo Salvini promettendo la riapertura della pace fiscale (e punzecchiando Virginia Raggi: “A Romna serve un sindaco normale”), il ministro del Lavoro il taglio del cuneo fiscale, e chi più ne ha più ne metta. Ma sono altre le parole del ministro dell’Interno ad aprire uno squarcio di quel che ribolle sotto la superficie: “Della Lega si occupa la Lega”.

Già, perché martedì a tarda sera, fonti vicinissime al capo politico 5 stelle spiegavano che Di Maio ha invitato i suoi ministri a non sollevare l’argomento Siri in Cdm perché in questi giorni molti parlamentari del Carroccio si sono avvicinati ai colleghi 5 stelle condividendo l’opportunità che il sottosegretario ai Trasporti lasci. E convenendo sulle perplessità circa l’assunzione del figlio di Arata da parte di Giorgetti, spiegando che “C’è un giro strano”. Mandando su tutte le furie l’intera filiera comunicativa di via Bellerio e su su fino al segretario. “Un’invasione di campo inaccettabile, parlassero delle cose loro”, spiega un colonnello in cravatta verde all’Huffpost.

Perché la scelta delle parole, quelle sul “giro strano”, non è casuale da parte dei 5 stelle. E la Lega lo sa. Con sempre più insistenza gira la convinzione nel mondo pentastellato che l’affaire Siri-Arata sia destinato ad allargarsi. E ad inghiottire nelle sue maglie, come persone informate dei fatti ma anche a livello di indagini, altri esponenti leghisti, fino alle più alte sfere. Il pressing per le dimissioni di Siri rimane serrato, ma è per questo che l’aut-aut delle prime ore, quando la linea era “o lui o il governo”, è diventato un “abbiamo fiducia in Conte”. Perché, qualora la questione si ingrossasse, la qualità dello scontro si innalzerebbe, potendo diventare potente strumento da campagna elettorale. Alla fine del Cdm di martedì notte fonti M5s tradivano questa tentazione, quando spiegavano che “se Salvini vuole tenersi un indagato in un’inchiesta dove c’è di mezzo la mafia lo dovranno spiegare ai loro elettori. Veleni, gelo e propaganda: siamo solo nell’occhio del ciclone, la tempesta sta arrivando.

Sorgente: Caso Siri: veleni, sospetti e propaganda fra Lega e M5s. Anche Giorgetti invoca un chiarimento | L’Huffington Post

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20