I controlli del Comune sui tagliandi che concedono l’accesso alla Ztl, parcheggi riservati e la gratuità degli stalli blu. «Restituiteli, da marzo partirà la linea dura»
VERONA Non si tratta certo di amore nei confronti del «caro estinto». Di quella sorta di nostalgia che spinge a non disfarsi delle cose appartenute a chi non c’è più. Qui a determinare il fenomeno è un mero calcolo opportunistico. Perché il pass disabili intestato al parente deceduto, se usato in maniera indebita, consente comunque il libero accesso alla Ztl, garantendo inoltre parcheggi riservati e nessun ticket sosta da pagare sugli stalli blu. E a Verona, come spiegato dal comandante della polizia municipale Luigi Altamura e dall’assessore comunale alla Sicurezza Daniele Polato, sono ben 1.738 i pass disabili intestati a deceduti e mai restituiti. Un dato che fa riferimento a tutta la provincia, grazie alla banca dati Citypass creata dalle amministrazioni locali veronesi per consentire una gestione più immediata dei permessi disabili. E che rischia di falsare le stime di fabbisogno di stalli riservati previsti da Palazzo Barbieri (che a oggi sono 1.576).
Pass disabili a Verona, a marzo parte la linea dura (archivio)
La campagna
Anche per questo motivo, municipale e Comune hanno lanciato la campagna «Ritorna il pass» per invitare a restituire il permesso intestato al parente deceduto. E da marzo, annuncia Polato, sarà «linea dura». Perché, come spiega il comandante Altamura, «siamo in possesso dei dati di quei pass e faremo scattare i controlli casa per casa». Con il pass (del parente morto) esposto sul parabrezza, scatterà immediatamente multa, ritiro del permesso e rimozione del veicolo. Sono i dati a confermare come il fenomeno non conosca crisi, a fronte di una diminuzione complessiva dei «furbetti» del pass. Le multe e le condanne per chi esponeva pass falsificati hanno di fatto azzerato l’impiego di tagliandi falsi (61 denunce nel 2011, 14 nel 2013 e una soltanto nel 2018). Ma la casistica è sempre variegata: dallo studente che parcheggia in zona università con il pass del padre al professionista che utilizza il permesso della zia (completamente ignara) passando per la sessantenne che racconta ai vigili di aver appena accompagnato la madre disabile dal medico, senza far riferimento al fatto che fosse morta l’anno prima.
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