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Parla Alessandra Sciurba, portavoce e team legale della ong Mediterranea Saving Humans: “Noi stiamo dalla parte del diritto e abbiamo salvato quei 49”

“La direttiva di Salvini è subordinata alle leggi dello Stato e alle convenzioni internazionali. Non vale di più. E noi stiamo dalla parte del diritto e delle convenzioni che dicono di salvare chi è in difficoltà in mare. E’ per questo che abbiamo tratto in salvo quelle persone rimaste alla mercè delle onde su un gommone sgonfio per 48 ore”. Alessandra Sciurba è la portavoce di Mediterranea Saving Humans nonchè coordinatrice del team legale della ong che da ieri è al centro di un braccio di ferro con Matteo Salvini sui migranti. Stavolta il casus belli si chiama ‘Mare Jonio’, la nave di Mediterranea che ieri ha tratto in salvo 49 persone, tra cui 12 minori, in acque internazionali a largo della Libia. E ora aspetta indicazioni su dove attraccare, sbattendo contro i ‘porti chiusi’ del vicepremier leghista.

“La nave si trova a 300 metri a sud di Lampedusa, la posizione assegnata dalle autorità italiane”, ci dice Sciurba che da terra sta coordinando la comunicazione in costante contatto con l’equipaggio a bordo, tra cui anche Luca Casarini, ex dei centri sociali del nord est, appena finito nel mirino di Salvini il quale ha etichettato la ‘Mare Jonio’ come “la nave dei centri sociali”. Invece che Casarini, replica Sciurba, appunto: strategia della ong per evitare un’inutile personalizzazione dello scontro col ministro, a danno delle persone a bordo.

Una di queste probabilmente è stata evacuata per sospetta polmonite. A bordo, ci dice la portavoce, “è in corso una ispezione della guardia di finanza, che si sta svolgendo con toni pacati e in maniera ordinata”. Intorno alla Mare Jonio ci sono ben tre motovedette delle Fiamme gialle e una della Guardia Costiera.

“Siamo sereni perchè stiamo dalla parte del diritto – insiste Sciurba – e torniamo a chiedere il porto geograficamente più vicino per attraccare”, che sarebbe Lampedusa, con il sindaco che si è dichiarato disponibile. E di fronte a chi, come Salvini, sostiene invece che i migranti salvati vanno invece riportati in Libia, la portavoce di Mediterranea risponde: “Si vada a vedere il documentario di Channel 4 o il rapporto delle Nazione Unite sul 2018: in questi documenti è chiarissimo ciò che succede in Libia. Sui corpi delle 49 persone che abbiamo salvato ci sono chiari segni di violenza e torture. Allora: o c’è un complotto mondiale per dire che in Libia non si sta bene oppure chiunque abbia un minimo di raziocinio può vederlo da solo. Qui da un lato c’è chi difende i diritti e dall’altro un governo del Mediterraneo, il nostro governo, che ha costruito tutto sulla violazione dei diritti. Noi stiamo dal lato del diritto e stiamo incassando sostegno da terra”.

Il braccio di ferro col ministro è appena iniziato. Difficile che la situazione della ‘Mare Jonio’ si sblocchi subito, data la concomitanza (domani) del voto del Senato sul caso Diciotti, che vede Salvini oggetto di una richiesta di autorizzazione a procedere da parte dei magistrati per sequestro di persona. Cioè di migranti a bordo di una nave della Marina militare, la Diciotti appunto, l’estate scorsa. Ora la nave è la ‘Mare Jonio’, non è della Marina ma di una ong comunque italiana: il ministro non può chiedere ad altri Stati europei di farsene carico a seconda della bandiera dell’imbarcazione. Ora lo scontro è in casa, di nuovo, a tutti gli effetti.

Sorgente: La voce della Mare Jonio: “La direttiva di Salvini non vale: è subordinata a legge e convenzioni internazionali” | L’Huffington Post

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