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Il co-fondatore e presidente di Hyperloop Global, l’italiano Gabriele Bibop Gresta, già cantante, ballerino, produttore tv e poi startupper, ha presentato l’idea a esponenti del governo Conte. Una cordata di imprenditori sarebbe disponibile a finanziare la costruzione in Italia. Il primo Hyperloop partità ad Abu Dhabi a ottobre 2020 per l’Expo

Hyperloop, Bibop Gresta l’italiano del supertreno di Musk: «Lo faremo anche qui»

Il treno ultraveloce ideato da Elon Musk, che sfrutta la tecnologia della levitazione magnetica passiva toccando i 1.223 chilometri l’ora (ovvero Roma-Milano in mezz’ora) potrà mai viaggiare lungo l’Italia? Il numero uno dell’americana Hyperloop Global ci crede. Lui si chiama Bibop Gresta, all’anagrafe Gabriele, 47 anni, il cui curriculum è una storia a sé in questa avventura tecnologica e finanziaria mai tentata prima.

In questi giorni Bibop, come tutti lo chiamano, sta girando l’Italia in cerca di sostegno economico e istituzionale per il suo rivoluzionario progetto. Ieri ha viaggiato — in treno — tra Milano e Roma per incontrare esponenti del governo Conte. E la proposta di realizzare Hyperloop in Italia, in particolare al Sud, sarebbe

Bibop Gresta, presidente di Hyperloop Global al suo intervento al World Economic Forum a Davos
Bibop Gresta, presidente di Hyperloop Global al suo intervento al World Economic Forum a Davos

piaciuta. Niente a che vedere con la Tav, perché non ci sarebbe l’impatto ambientale lamentato dai Cinquestelle; al contrario — è l’idea di Gresta — il tubo dentro il quale la capsula viaggerà sarà sospeso su piloni che potrebbero essere coperti da giardini pensili, costruiti con cemento che assorbe anidride carbonica e ricoperti di pannelli solari che «fanno sì che Hyperloop produca il 30% in più dell’energia che consuma. Ed è questo il vero modello di business, non la velocità». Poi ci sarebbero il volano dell’attrattiva turistica e lo sviluppo dell’indotto: Gresta sta trattando con alcune università e per la creazione a Milano di un centro di ricerca sul design. Ci sarebbe anche una cordata di imprenditori italiani pronti a sostenere l’investimento e una serie di imprese interessate a partecipare. Dal 9 al 14 aprile Hyperloop esporrà la capsula a Milano mentre sempre quest’anno si potrà sperimentare a Tolosa, in Francia, il viaggio nei primi 350 metri di tubo. A ottobre 2020 invece entrerà in funzione il primo Hyperloop al mondo, ad Abu Dhabi, in occasione dell’Expo: «Sarà una prima tratta di 5-10 km».

Hyperloop, tutto quello che c’è da sapere sul treno supersonico a levitazione magnetica
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«Il quinto mezzo di trasporto» 

«Hyperloop costa 20-40 milioni di dollari a chilometro», spiega Gresta, «ma si ripaga in 8-15 anni a differenza dell’Alta Velocità che tra manutenzione e costi veri non si ripaga mai e sosteniamo tutti noi con le tasse». Ma come si finanzia? Questa è la seconda storia nella storia: con il crowdsourcing sulla piattaforma JumpStartFund creata dal socio di Gresta, il tedesco Dirk Ahlborn, che è ceo di Hyperloop. Dalla pubblicazione del «white paper» di Musk nel 2013, i sostenitori del progetto hanno «donato» 70 mila ore di lavoro da ingegnere, oltre 100 milioni di dollari in asset e 40 milioni cash. Poi c’è Bibop.

Nato a Terni, programmatore diventato per caso ballerino e cantante con la band Mato Grosso, produttore di programmi di Mtv Italia, attore nel film del Piotta «Il segreto del giaguaro», startupper ante litteram, diventato ricco nel 1999 vendendo per 11 miliardi di lire a Telecom la Bibop, sua società di contenuti che aveva curato il lancio di «Clubnet» la prima offerta internet. Poi altre startup, la fondazione di Digital Magics. Quindi nel 2003 l’approdo in Usa. E l’avvio di un’altra, nuova, vita. Che cosa ha portato Gresta a Hyperloop? Il marchio. Era libero, lo ha registrato per 56 Paesi nel mondo.

Sorgente: Bibop Gresta, l’italiano di Hyperloop (ex ballerino): «Lo faremo anche da noi» Video

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