THIESI. La guerra del latte è colata fin sotto le mura del “nemico”. Il caseificio Pinna è diventato il simbolo da espugnare. Un centinaio di pastori in presidio permanente bloccano ogni accesso. C’è un reset produttivo e commerciale che va avanti da sei giorni: non arriva il latte, non escono i formaggi. «Duecento persone _ dice Andrea Pinna asserragliato da giorni nella sua azienda casearia – sono in ferie forzate, 35 padroncini sono fermi per paura degli assalti, i danni economici sono altissimi e soprattutto si sta distruggendo senza motivo la reputazione di un’azienda con oltre un secolo di storia».
I pastori si definiscono cani sciolti, senza bandiere e capi, ma hanno la capacità di fare velocemente branco. «Ora sono pochi, è anche l’ora della mungitura – dice un poliziotto – ma con un paio di messaggi nei gruppi whatsapp si organizzano, e sono rapidissimi negli spostamenti».
Giuseppe Chessa, pastore di Irgoli, fa da sentinella fuori dal caseggiato. Dice: «Non andremo via di qui sino a quando non ci pagheranno il latte a 1 euro e 10. Io provo vergogna quando il mio sudore viene pagato 60 centesimi al litro. Perciò il mio latte a quel prezzo non lo do più. Non guadagno io, ma non guadagnano nemmeno gli altri».