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Il rapporto Mediobanca analizza i punti di debolezza e di forza dei 19 maggiori gruppi che operano nell’industria di settore. Conad vince la sfida con Coop con una crescita media annua nel quinquennio 2013-2017 del 3,1% contro lo 0,7%. A Esselunga il primato degli utili netti (1,2 miliardi) e a Eurospin quello del Roi (23%)

Cresce il fatturato aggregato dei 19 maggiori gruppi della Grande distribuzione organizzata, che rappresentano il 97% del mercato alimentare: nel 2017 il giro di affari è arrivato a 83 miliardi di euro (+4,4% sul 2016). Tuttavia, l’incremento delle vendite non è andato di pari passo con quello dei margini: il margine operativo ha subito infatti una contrazione del 5,5% e il risultato corrente del 5,9%. Mentre il risultato ante imposte, mostra una variazione positiva del 7,2%, che si riflette sul risultato netto, +7,2%

Il quadro emerge dall’ultimo rapporto di Mediobanca e del Centro Studi, Gabriele Barbaresco. L’analisi prende in esame il quinquennio 2013-2017. Secondo lo studio abbiamo un’industria che mostra segni di saturazione, che possono portare ad un quadro di consolidamento a discapito degli operatori meno “bravi”.

Secondo i numeri  Conad, il secondo della Gdo italiana, con 13 miliardi di fatturato nel 2017, si conferma molto più bravo del primo, Coop,14,8 miliardi, con una crescita media annua nel quinquennio del 3,1%, contro uno 0,7% di Coop.

Anche il rendimento del capitale investito (Roi) vede Conad a quota 7,9%, cioè un valore più elevato sia rispetto al 2016 (7,6%) che al periodo 2013-15 (7,4%). Il risultato supera ampiamente la media del Roi di tutta l’industria della Gdo che ha chiuso il 2017 al 4,8%, in calo dal 5,2% del 2016. Per contro, Coop registra una forte flessione scendendo allo 0,6% dopo l’1,7% del 2016 e il 2,7% medio del 2013-2015. Mentre Esselunga detiene il primato quanto a utili netti nel periodo; con 1.245 milioni di euro, precede Conad 872 milioni, Eurospin 817 milioni, Selex 618 milioni e Lidl 398 milioni. In rosso invece le francesi Carrefour con meno 663 milioni di euro e Auchan con meno 874 milioni di euro.

Il rapporto segnala anche che, all’interno del gruppo Coop, Il prestito soci nel 2017 è diminuito dell’11%, passando da 10,2 a 9,1 miliardi, cifra che rimane comunque ragguardevole. Quanto all’ incidenza del debito finanziario rispetto al patrimonio netto, emerge che Conad (40,5% nel 2017) e i discount (46,7%) hanno un ricorso al debito più contenuto, mentre il peso dei finanziamenti onerosi cresce nella grande distribuzione (85,7%) per poi portarsi su un multiplo prossimo a due volte per le Coop, che ricordiamolo presentano dati tutti in peggioramento.

Scendendo nel dettaglio delle vendite dei singoli operatori nel 2017, i maggiori incrementi hanno interessato il gruppo Crai (+14,2%), la catena discount Eurospin (+11,1%), la Végé (+9,8%) e la catena discount Lillo-MD (+8,8%) che ha preceduto la tedesca Lidl (+8,5%). Hanno superato la soglia di crescita del 5% anche Agorà (+7,5%), Despar (+6,9%) e Conad (+5,3%). Considerando il più lungo periodo dal 2013 al 2017, il maggiore tasso di crescita medio annuo è della MD (+15,6%) che precede Crai (+9,8%, Lidl (+9,2%), Végé (+8%) ed Eurospin (+7,7%).

Il rapporto di Mediobanca rileva inoltre che l’aggregato di diciotto tra i principali gruppi internazionali ha chiuso il 2017 con ricavi pari a 1.258 miliardi di euro, in crescita del 3,3% sul 2016. WalMart è di gran lunga il maggiore con un fatturato di 413,4 miliardi di euro, di poco superiore al Pil dell’Austria, davanti alla connazionale Kroger (102,3 miliardi), alla francese Carrefour (78,9 miliardi), alla britannica Tesco (64,8 miliardi) e all’olandese Ahold Delhaize (62,9 mld).

Il maggior operatore della Gdo italiana, Coop con 14,8 miliardi, è ampiamente arretrato nel contesto internazionale tenuto conto che l’ultimo operatore estero considerato, la spagnola Mercadona, ha segnato  vendite nette pari a 21 miliardi di euro. Molto meglio la classifica per Roi. Nelle prime 11 posizioni ci sono 7 aziende “italiane”: Eurospin domina la scena ricoprendo la prima posizione (23%), davanti a Woolworths (20,7%) Publix Super Markets (20,5%), Target (18,6%) e WalMart (15,8%). Così com’è ottima la quinta posizione dell’altro discount Lillo-MD con il 18,6%, da Lidl Italia in sesta (16,9%) e poi, dalla ottava alla undicesima posizione, dai gruppi Agorà (12,5%), Végé e Crai (11,7%) e C3 (11%). Certo il peso dimensionale e le difficoltà finanziarie rendono più probabile l’acquisto delle aziende italiane da parte degli stranieri, piuttosto che l’inverso. Per quanto riguarda la Coop, la cura della redditività, si presenta lunga, dolorosa in termini anche occupazionali e difficile, anche perché non è facile cambiare un’azienda ipersindacalizzata e piena di manager politici, nel mentre che il Pd perde, in molti comuni e regioni, quel potere di concessione per Coop e di interdizione per altri. Del resto la crisi delle coop di consumo non potrebbe non coinvolgere il gruppo assicurativo Unipol, col rischio di perdere dopo la banca Mps, anche l’assicurazione.

Sorgente: Supermercati, ecco chi vince e chi perde secondo Mediobanca | Finanza e Lambrusco

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