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Popolo delle pensioni, attenzione alle «finestre». Lavoratori privati, dipendenti pubblici, insegnanti. Donne, precoci, lavoratori che anticipano con la legge Fornero. E la lista potrebbe continuare. Perché per ogni categoria ha la propria “porta” di uscita, che si apre con tempi diversi, a seconda di quanto viene slittata in avanti la data della pensione rispetto a quella in cui si maturano i requisiti. Possono essere tre mesi, ma anche 6, 12, o 18. Vediamo per le principali categorie di lavoratori, cosa cambierà con l’entrata in vigore – attesa in settimana – del decretone su pensioni e reddito di cittadinanza.

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Le date chiave per quota 100
La nuova quota 100 varata dal Governo, che permette di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi, partirà per i lavoratori privati il 1° aprile 2019, ma solo per chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018. Per chi raggiunge il traguardo nel corso dell’anno, o nei prossimi due (si ricorda che quota 100 è una misura sperimentale sul triennio 2019-2021) la finestra mobile si aprirà dopo tre mesi dalla data di raggiungimento dei requisiti. Prendiamo un lavoratore che ha giù 38 anni di contributi e compie 62 anni di età il 13 marzo: per lui la finestra si aprirà il 13 giugno. Una lavoratrice già over 62enne che raggiunge i 38 anni di contributi il 28 febbraio, avrà la possibilità di ritirarsi dal lavoro il 28 maggio.

PER SAPERNE DI PIÙ / Pensioni, con la «vecchiaia» assegno sempre più lontano

Diversa la situazione dei lavoratori che fanno parte della galassia del pubblico impiego: per chi raggiunge i requisiti alla data di entrata in vigore del decreto la prima data utile per la pensione è il 1° agosto 2019. Chi invece li maturerà dopo, la finestra di uscita si aprirà dopo 6 mesi. Se, ad esempio, un dipendente pubblico raggiunge la quota 100 il 30 aprile, potrà andare in pensione il 30 ottobre. Per i dipendenti pubblici il decretone pensioni-reddito stabilisce che la domanda di collocamento a riposo deve essere presentata all’amministrazione di appartenenza con preavviso di 6 mesi.

I REQUISITI NECESSARI
Età e contributi minimi in anni richiesti per accedere alle principali tipologie di pensionamento nel 2019 (Note: * entro il 2018)

Fanno eccezione i lavoratori del comparto scuole a Afam: per tutti questi dipendenti il decreto stabilisce la domanda di pensionamento con quota 100 debba essere presentata entro il 28 febbraio 2019 con possibilità di uscita a partire dall’inizio dell’anno scolastico o accademico 2019/20.

Opzione donna: finestra di 12 o 18 mesi
Nel pacchetto pensioni del Governo c’è anche il ritorno per il 2019 di “opzione donna”: le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2018 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età di almeno 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per quelle autonome maturano il diritto alla pensione anticipata con l’assegno calcolato interamente con il metodo contributivo. Per queste lavoratrici la finestra di uscita è la più lontana di tutti: 12 mesi per le dipendenti, 18 mesi per le autonome.

Pensione anticipata con le regole della Fornero
Quota 100 non manda in pensione la legge Fornero. Resta infatti la possibilità prevista per i lavoratori che abbiano raggiunto i requisiti contributivi ed eventualmente anagrafici per terminare l’attività lavorativa nella gestione di riferimento, di uscire prima rispetto al requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia.

Nel 2019, in base alle regole previste dal decretone varato dal Governo, i requisiti per andare in pensione – con il sistema misto – saranno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini (41 e 10 per le donne). Anche in questo caso c’è una finestra. Chi maturerà il requisito avrà la decorrenza della pensione solo tre mesi dopo.

Lavoratori precoci
Anche per i lavoratori precoci è prevista una finestra di tre mesi. Questi lavoratori – che vantano un anno di contributi versati prima dei 19 anni – potranno uscire con 41 anni di contributi. Tra i requisiti ci sono quelli di svolgere attività particolarmente faticose (Dm 5 febbraio 2018 o Dlgs 67/2011), oppure essere care givers, invalidi civili almeno al 74% o disoccupati che abbiano esaurito la Naspi e passato un ulteriore trimestre di inoccupazione.
L’assegno è calcolato con il sistema misto o retributivo ed è erogato, come detto, dopo tre mesi dalla data di maturazione.

Sorgente: ilsole24ore.it

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