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Era stata definita una «madre alienante». E suo figlio a otto anni è stato ucciso dal padre violento. Antonella Penati sul disegno di legge: «È un attacco frontale ai diritti dei bambini».

Federico Barakat

Federico Barakat è morto a otto anni perchè sua madre era stata accusata di alienazione genitoriale. Questo è accaduto a San Donato Milanese nel 2009 e che ancora è oggetto di un ricorso alla corte dei diritti umani di Strasburgo. Certo Federico è stato ucciso dal padre, con 30 coltellate, ma è indubbio che quegli incontri protetti erano stati imposti dal tribunale, su istanza dei servizi sociali, per preservare la relazione padre-figlio, considerando inattendibile e bugiarda la mamma che si opponeva perchè considerava l’ex compagno pericoloso per il figlio. Antonella Penati infatti aveva paura per il figlio, conosceva la pericolosità dell’ex compagno, aveva paura che facesse del male al figlio per punire lei, così come fanno gli autori di figlicidio. Antonella Penati era stata accusata di alienazione genitoriale, e a lei abbiamo chiesto un parere sul disegno di legge Pillon che come prevede il contratto di governo vuole introdurre per il reato di alienazione genitoriale.

Antonella Penati

DOMANDA: Che rapporto aveva Federico con il padre?
RISPOSTA: 
Non aveva un rapporto tranquillo, aveva paura di lui; anche l’ultimo giorno non lo avrebbe voluto vedere. Stava sempre male dopo gli incontri protetti.

In che senso?
Vomitava, si mordeva continuamente il polsino della camicia, si grattava, soffriva di enuresi e aveva incubi notturni. Aveva anche sognato che il padre lo uccidesse, ti pare una cosa normale per un bambino?

Le maestre a scuola si erano accorte dei suoi malesseri?
Certo, le maestre, il pediatra. Tutti dicevano che stava male sia dopo gli incontri sia poco prima. Il suo pediatra aveva esortato l’interruzione degli incontri e così pure lo psicologo infantile che lo seguiva privatamente. E anche il perito di parte del tribunale, nella ctp, un anno prima che morisse. Aveva scritto a chiare lettere di non fare avvicinare al padre il bambino in quanto poteva essere pericoloso per la vita stessa di Federico.

Ma allora perchè era costretto a vederlo?
Perché per le assistenti sociali che ci seguivano io ero una madre alienante che voleva separare padre e figlio. Per il pregiudizio e per l’ossessione della bigenitorialità a tutti i costi, anche di fronte alla violenza. Così il tribunale dei minori, su istanza dei servizi sociali, aveva disposto che fosse nell’interesse di Federico mantenere un rapporto con il padre, nonostante le mie denunce per maltrattamenti e stalking.

Cosa vuol dire «madre alienante»?
Chi crede in questa follia dell’alienazione genitoriale parte dal presupposto che le madri lancino false accuse per vendicarsi dei loro ex e che manipolino i figli per scopi personali. Questa convinzione impedisce di valutare le situazioni per quello che sono e di riconoscere i fattori di rischio. Federico è stato esposto alla morte, ma gli indicatori di rischio c’erano tutti, a volerli e saperli leggere. Inoltre da vittima io sono diventata colpevole. L’alienazione genitoriale inverte i ruoli, è diabolica.

Federico Barakat

Antonella Penati.

Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker sono state le prime a proporre l’introduzione del reato di alienazione parentale con la loro associazione Doppia difesa. Che ne pensi?
Bongiorno è avvocata e ministra leghista, non mi stupisce la sua posizione. Invito la Hunziker a un confronto con la mia associazione per raccontarle la realtà delle cose. Quando da Fazio, nel 2015, ha parlato di Pas mi sono chiesta cosa ne sapesse veramente, se sapesse che il suo ideatore, Gardner, era un pedofilo, e questo spiega tante cose. Se sapesse che il mondo scientifico internazionale ha disconosciuto la Pas, a cui oggi hanno cambiato nome; l’alienazione genitoriale, o parentale si fonda sullo stesso principio, ne è figlia. Non si può accettare che nel nostro ordinamento entri una teoria scellerata e pregiudizievole nei confronti dei bambini. Non possiamo continuare a disattendere tutte le normative internazionali a tutela dell’infanzia.

Cosa pensi di fronte a notizie come quella dell’uomo che a Taranto ha lanciato la figlia di sei anni dalla finestra?
La prima reazione è rabbia perché i bambini continuano a essere uccisi o lasciati in condizioni di pericolo. Io ho fondato l’associazione Federico nel cuore perchè volevo che ciò che è successo a mio figlio non accadesse più. Mi scrivono ogni giorno madri definite alienanti. In italia la violenza contro le donne continua in modo impunito esponendo i bambini ai padri maltrattanti e abusanti. La seconda reazione è un doloroso sconforto nell’immaginare quella madre che ora, come me, non si darà pace per essersi fidata delle istituzioni.

In questi giorni fa parlare il video di Laura Massaro, che lancia un grido di aiuto perchè suo figlio Lorenzo di otto anni rischia l’allontanamento da lei e da casa proprio perchè la Ctu la definisce madre alienante. 
Ho visto il video e rivivo nelle parole di Laura tutta la mia angoscia prima della morte di Federico. Perché io sapevo che suo padre mentiva quando recitava la parte del padre amorevole, sapevo che Federico era solo un mezzo per farmela pagare. E infatti lo ha ucciso. Anche io non sono stata creduta, mi ritenevano malevola. Avevo subito le stesse pressioni di trasferire Federico in una casa famiglia, e sulla gestione delle case famiglia la magistratura dovrebbe aprire una inchiesta perchè il sospetto che vi sia un eccesso di trasferimenti in virtù delle rette che le strutture ricevono per ogni minore è alto. Nelle case famiglie dovrebbero andarci gli uomini violenti, per risolvere le proprie problematicità. Sono loro che dovrebbero lasciare la casa in cui vivono, non i bambini.

La tua associazione è parte del Comitato No Pillon che si oppone insieme a Dire, la rete dei centri antiviolenza, al disegno firmato Lega-5stelle. Vuoi fare un commento su questo disegno di legge?
Ci tengo a dire che sono convinta che la maggior parte dei padri italiani siano bravi padri e che quindi rimangono tali anche dopo le separazioni. Per i loro figli la bigenitorialità è già prevista e attuata con le leggi che ci sono. Questo disegno tutelerebbe maggiormente solo i padri separati violenti e abusanti. Se lo leggiamo con lo sguardo di un uomo violento potrebbe averlo scritto lui. È un attacco frontale ai diritti dei bambini, va respinto con forza da tutte le persone per bene. Spero che siano tanti i cittadini che scenderanno nelle piazze di tutta Italia sabato 10 novembre per dire No a un disegno che non solo riporterebbe l’Italia indietro di un secolo, ma che comprometterebbe ancora di più la serenità di tutti i bambini e tutelerebbe ancora di meno quelli vittime di violenza.

L’associazione dei padri separati, che sostiene il disegno, parla molto di false denunce da parte delle donne. 
Le false denunce per maltrattamenti nella realtà sono ancora minori che per altri reati e vengono smascherate facilmente. Se un procedimento va avanti è perchè la violenza domestica o gli abusi sessuali ci sono. Pillon dice che il suo disegno non riguarda i casi di violenza ma sulla carta dice che i bambini devono avere una relazione anche con il padre maltrattante. Metterebbe ancora più di oggi in pericolo i minori, li costringerebbe a continuare a subire abusi da un padre violento.

Cosa diresti a Pillon se lo avessi di fronte? 
Di vergognarsi, perché i bambini non si espongono al pericolo, si difendono. Nessuno metterebbe un bambino di fronte a un treno in corsa, ma il suo ddl fa questo.

Sorgente: La mamma di Federico Barakat spiega perché il ddl Pillon va fermato – LetteraDonna

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