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Kupchan, ex consigliere di Obama:«Improbabile la riconquista dei territori occupati dai russi in questi anni»

«Credo che alla fine la Casa Bianca lascerà che l’Ucraina usi le armi Nato per colpire limitati, specifici obiettivi militari in territorio russo, come chiede il segretario dell’Alleanza, Jens Stoltenberg. È necessario per fermare la ritirata di Kiev: la direzione della guerra è cambiata in favore di Mosca. Mi pare improbabile la riconquista militare dei territori occupati dai soldati di Putin. Credo che per l’Ucraina sia venuto il momento di rivedere la sua strategia, in collaborazione con gli alleati».

Pragmatismo con una punta di amarezza nelle parole di Charles Kupchan, esperto di politica estera del Council on Foreign Relations, docente universitario, ex consigliere di Obama per gli affari europei negli anni da presidente.

Cosa intende per «rivedere la strategia»?

«Non sono alla Casa Bianca, ma se dovessi dare un consiglio a Biden gli proporrei di chiedere al presidente Zelensky due cose: in primo luogo, di usare i rifornimenti bellici che finalmente arriveranno per fortificare le linee difensive: è molto più urgente difendersi da nuovi attacchi che pianificare controffensive. In secondo luogo, di definire una visione di lungo periodo nella quale ci si concentra nel garantire la tenuta di quell’80% dell’Ucraina che non è stato occupato dai russi, in condizioni di sicurezza, garanzie democratiche, legame stretto con l’Europa. Rinviando a una fase successiva le questioni riguardanti le province nelle mani dal Cremlino».

Kiev la considererebbe una sconfitta. Non crede che gli aiuti militari votati con grande ritardo dal Congresso cambieranno il corso della guerra? O teme che i russi sfondino a Kharkiv?

«Non credo prenderanno Kharkiv. È una città molto grande, servirebbe un enorme impegno di forze. La pressione su questo fronte serve a costringere gli ucraini a spostare forse dal Donbass per proteggere il nordovest dell’Ucraina: così Putin potrà realizzare nuove conquiste da Lugansk a Donetsk. Cioè nelle province che, nella sua testa, fanno parte della Grande Russia. Gli aiuti militari arriveranno e saranno molto utili: tank, missili, anche gli F-16. Ma ci vorrà tempo per schierarli e l’Ucraina è ormai anche a corto di soldati: i prossimi mesi saranno cruciali».

Lei è appena rientrato da un viaggio a Londra, Berlino e in Polonia. Visioni cupe anche lì?

«Inglesi e polacchi credono ancora che gli ucraini possano capovolgere l’andamento della guerra, a Berlino sono più prudenti. Comunque, anche dietro la volontà politica espressa a Londra e Varsavia spunta l’ammissione che i margini si sono molto ristretti».

Joe Biden e il suo consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, sono apparsi sempre contrari all’uso di armi americane contro bersagli in territorio russo. Perché ora darebbero il via libera? Non temono più un’escalation?

«Sono cambiate due cose: da un lato è calata la paura di una reazione nucleare del Cremlino. Temuta quando Putin sembrava con le spalle al muro, è considerata remota dall’intelligence ora che Mosca guadagna terreno. L’altro fattore è proprio l’efficacia dell’offensiva russa: ci si sta convincendo che per arginarla vanno colpite le basi dalle quali partono le missioni più micidiali».

Pare che Biden non andrà ai colloqui di pace in Svizzera, voluti dall’Ucraina. E non ci sarà la Russia, non invitata.

«Da lì non verranno soluzioni: è un’offensiva di sensibilizzazione dell’Ucraina, destinata principalmente ai Paesi del Sud del mondo. Non ci sono ancora le condizioni per avviare un negoziato: Putin aspetterà le elezioni americane, puntando sul successo di Trump».

Trump presidente abbandonerebbe Ucraina e Nato?

«Offrirebbe a Putin condizioni migliori sull’Ucraina. E continuerebbe a chiedere ai partner di spendere di più per la difesa. Ma non smantellerà la Nato: non ne avrebbe alcun vantaggio politico. L’Alleanza atlantica è popolare anche nella destra americana».

Sorgente: «Washington dirà sì all’uso di armi Nato nei confini di Mosca. Ma Zelensky rinunci alla controffensiva» | Corriere.it