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Come in passato, la premier parla da sola – così hanno chiesto i tunisini – inseguendo presumibilmente lo sguardo di qualcuno dei suoi collaboratori

di Tommaso Ciriaco

Ormai è un format: leggio, microfono, sguardo verso interlocutori della stampa immaginari, ‘’buonasera a tutti’’. Fiction, quella di Giorgia Meloni. Scenografia tunisina travestita da ‘dichiarazioni alla stampa della Presidente del Consiglio’’ da Tunisi, cosi si legge. È la quarta visita in pochi mesi nel Paese nordafricano.

Meloni ha bisogno di Saied, teme un’ondata di sbarchi estivi che complichino la campagna elettorale. Ogni volta, al termine dell’incontro, la presidente del Consiglio si rivolge alla stampa. Quando quella italiana volò in Tunisia direttamente da Roma, fu lasciata fuori dal palazzo presidenziale, per decisione del governo locale. Anche stavolta le dichiarazioni di Meloni seguono lo schema richiesto dagli uomini di Saied, poco incline alle abitudini delle democrazie occidentali: un intervento senza domande, in estrema sintesi. E, soprattutto, senza giornalisti. Nessun cronista assiste all’evento. C’è appunto il podio, ma mancano anche i rappresentanti dei media vicini al regime (non è chiaro soltanto se sia presente un esponente dell’agenzia di stampa statale). Manca anche la tv tunisina, perché le immagini diffuse sono quelle prodotte direttamente Palazzo Chigi.

Come in passato, la premier parla da sola – così hanno chiesto i tunisini – inseguendo presumibilmente lo sguardo di qualcuno dei suoi collaboratori. C’è la postura della leader tipica di quando si dichiara alla stampa, quindi. Ci sono pure i fogli che servono a raccontare della visita a Tunisi. Meloni guarda a destra, poi a sinistra, racconta il senso dell’incontro. ‘’Sono molto contenta’’, ribadisce, sempre cercando ciò che non c’è: i giornalisti.

Ci sono però due indizi che incrinano la scena messa in atto a favore di camera. Il primo: al termine del discorso, lungo poco più di cinque minuti, Meloni si rivolge alla sua destra cercando qualcuno con lo sguardo, facendo un segno di assenso e soddisfazione, come quando si conclude la registrazione di un intervento video, che termina proprio in quel momento. Il secondo è che c’è uno specchio dietro alla premier, di quelli che restituiscono un effetto ottico sfumato, ma comunque sufficiente a svelare la realtà, a mostrare chi c’è davanti a Meloni mentre parla: nessuno.

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