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Per l’82% degli italiani la festa della Liberazione deve continuare ad essere celebrata ed il 72% si autodefinisce antifascista. È quanto emerge dall’indagine condotta dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per Repubblica. Nel dibattito mediatico e politico “il 25 Aprile” rappresenta un tema divisivo, anima scontri, accuse e rivendicazioni. Sullo sfondo dei contrasti l’antifascismo, come definizione politica e valore democratico. Ma quando si sonda l’opinione pubblica ci si ritrova davanti ad un Paese molto diverso. Quella della Liberazione è una festa sentita dagli italiani che non intendono rinunciarvi. Vi è sì un 13% che la ritiene un’occasione da superare, legata ad un passato forse troppo lontano.

 


 

 


È interessante dividere le opinioni per partito di appartenenza. In tutte le forze politiche l’elettorato è nettamente a favore della celebrazione della Liberazione dal fascismo, solo due sono i partiti spaccati a metà: Fratelli d’Italia, in cui di poco predominano coloro che sono “pro-festeggiamenti”, e Lega, dove invece la maggioranza la ritiene una celebrazione superata. Insomma tra gli italiani l’anniversario della Liberazione non sembra poter essere messo in discussione. Lo stesso quadro lo si ritrova se si analizza l’opinione pubblica sul concetto di antifascismo. Il 72% si definisce chiaramente “anti”, con una lieve flessione nella fascia d’età 35-54 anni (66%) ma che poi arriva al 76% sia tra i più giovani che tra gli anziani. Andando a valutare i dati per forze politiche, la maggioranza degli elettori di tutti i partiti, anche di governo, si definisce contro l’ideologia che ha portato la dittatura in Italia. Tra gli elettori di FdI la percentuale arriva al 62% e tra quelli della Lega a poco più della metà (53%). Solo il 13% degli italiani non si definisce “antifascista”.

 

 

Approfondendo l’analisi tra coloro che non si riconoscono nella definizione “anti”, 1/3 di questi dichiara apertamente di essere fascista (quindi circa il 4% della popolazione), poco più della metà invece dice di esserlo stato in passato e di non voler rinnegare sé stesso pur oggi non condividendo quelle posizioni. Questo forse è anche il motivo per cui negli ultimi anni si è alimentato il dibattito sulla questione di definirsi o meno antifascista. Non bisogna escludere, quindi, che su questo pesi anche una riflessione personale e non solo una posizione politica. Pertanto dal sondaggio non si delinea il ritratto di una popolazione nostalgica del regime. La parola “antifascismo” crea più difficoltà all’interno delle classi dirigenti di alcuni partiti che negli stessi bacini elettorali. C’è da dire inoltre che la maggioranza (55%) ritiene il contrasto al fascismo ancora un baluardo a difesa della democrazia, fra i giovani raggiunge il 77%. È invece definito un concetto superato da quasi il 30% degli italiani, percentuale questa che arriva al 40% tra quelli che votano FdI e Lega. Una ulteriore chiave di lettura ci arriva quando agli italiani viene chiesto se temono il ritorno del fascismo: uno su quattro paventa un rigurgito del regime, fra gli under 35 lo teme il 38%, ma la maggioranza, il 59% dei cittadini, non crede nell’ipotesi di una restaurazione fascista. L’attaccamento al 25 aprile e ai valori dell’antifascismo, come fondamento di democrazia per l’Italia che usciva dalla dittatura, rappresentano ancora un collante nell’opinione pubblica.

Antonio Noto, direttore Noto Sondaggi

Sorgente: Il 72% degli italiani si sente antifascista. “Così si difende la democrazia” – la Repubblica


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