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L’operazione “Scripta Scelera” e l’assurda accusa del tribunale di Massa. Quello in corso a Massa è uno dei tanti processi in cui il vero reato contestato è la solidarietà a Alfredo Cospito, soprattutto durante il lungo sciopero della fame che stando alle procure avrebbe reso l’anarchico ancora più pericoloso 

di Frank Cimini da l’Unità

Premetto che in quasi mezzo secolo di cronaca giudiziaria non avevo mai visto e sentito una cosa del genere.

Siamo al Tribunale di Massa al processo contro un gruppo di anarchici accusati di istigazione a delinquere, apologia di reato aggravate da finalità terroristiche offese all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica.

Il processo è stato chiamato Scripta scelera” in relazione alla rivista “Bezmotivny” chiusa ormai da tempo per mancanza di fondi. L’imputato Luigi Palli sta agli arresti domiciliari a Faenza ma non viene autorizzato a essere presente in aula di persona.

Se vuole seguire udienza deve presentarsi al carcere della Dozza a Bologna e farlo per videoconferenza. Pare che non si riesca davvero a scacciare il convitato di pietra dell’associazione terroristica da questo processo.

Il motivo sarebbe “l’esplosiva” (aggettivo utilizzato dal giudice) situazione derivante dalla presenza di quell’imputato e del pubblico in aula. Palli non c’è.

Ma poi quando l’udienza inizia effettivamente nel pomeriggio il giudice monocratico si rimangia la decisione precedente cambia idea e dispone la presenza dell’imputato Palli per la prossima udienza, purché, aggiunge non gli arrivino poi note di polizia negative.

Cioè il giudice tratta gli imputati e gli avvocati oltre che il pubblico come scolaretti. “Dovete fare i bravi, se no, sono guai”. In aula sono presenti la procura antiterrorismo di Genova e l’avvocato dello Stato per il risarcimento danni al presidente della Repubblica.

Insomma un classico processo emergenziale nell’anno di grazia 2024. La base operativa della rivista sarebbe il circolo “Goliardo Fiaschi” di Carrara e nella tipografia “Avenza Grafica” di Massa sequestrata dagli inquirenti.

L’operazione era stata denominata “Scripta scelera” nonostante l’Italia abbia recepito la direttiva europea che imporrebbe alle procure sobrietà nella scelta dei nomi delle inchieste per non ledere il principio di presunzione di innocenza.

Tra gli imputati c’è Michele Fabiani che scriveva articoli e, dice l’accusa, manteneva rapporti con Alfredo Cospito insieme al quale era stato coinvolto in diversi processi, l’ultimo in ordine di tempo a Perugia finito con assoluzioni.

Quello in corso a Massa è uno dei tanti processi in cui il vero reato contestato è la solidarietà a Alfredo Cospito, soprattutto durante il lungo sciopero della fame che stando alle procure avrebbe accresciuto il carisma dell’anarchico rendendolo ancora più pericoloso e “meritevole” del 41bis.

 

 

 

Osservatorio Repressione

Sorgente: Processati per il “reato” di solidarietà a Cospito – Osservatorio Repressione

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