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3 May 2024
0 21 minuti 2 mesi

Gaza, negoziati in stallo, pressing Usa su Hamas per la lista degli ostaggi. Cina: “A Gaza una vergogna per la civiltà”. Usa: 3 i marinai uccisi nell’attacco Houti. Media: “Stati Uniti hanno nascosto reale aiuto in armi a Israele”

I raid degli occidentali non fermano gli Houti, primi morti nel Mar Rosso. Attaccata una portacontainer: tre morti e dispersi, l’equipaggio abbandona la nave. Gaza, negoziati in stallo, pressing Usa su Hamas per la lista degli ostaggi. I miliziani rifiutano la tregua temporanea e non rilasciano i nomi dei prigionieri ancora vivi. Gantz a Londra incontra a sorpresa anche il primo ministro Sunak. L’irritazione di Netanyah.

 

 

 

 

Punti chiave

  • Gli Usa costruiranno un porto a Gaza per distribuire gli aiuti

  • Wall Street Journal: Sinwar ha irrigidito la posizione di Hamas nei negoziati

  • Netanyahu respinge le pressioni: “Colpiremo Hamas a Rafah”

  • Terzo lancio aereo di aiuti Usa su Gaza in una settimana

  • Netanyahu: pressioni, ma continueremo l’offensiva contro Hamas anche a Rafah

  • Hamas, nuovo bilancio vittime Gaza, sono 30.800

Gli Usa costruiranno un porto a Gaza per distribuire gli aiuti

Il presidente Joe Biden annuncerà stasera nel Discorso sullo Stato dell’Unione che “le forze militari Usa guideranno una missione di emergenza per stabilire un porto nel Mediterraneo sulla costa di Gaza che possa ricevere navi di grandi dimensioni che trasporteranno cibo, acqua, medicinali e rifugi temporanei” per i civili della Striscia. Lo hanno riferito alti funzionari della Casa Bianca e del Pentagono in un briefing riservato, con un gruppo di giornalisti.
Gli Usa, hanno riferito i funzionari, lavoreranno a questa missione insieme a Paesi alleati e partner. Si tratterà di “un molo temporaneo che fornirà la capacità per centinaia di camion di assistenza aggiuntivi ogni giorno. Ci coordineremo con gli israeliani sui requisiti di sicurezza a terra e lavoreremo con le Nazioni Unite e le ong umanitarie”.
L’iniziativa “richiederà diverse settimane per essere pianificata ed eseguita. Le forze necessarie per completare questa missione sono già nella regione o inizieranno a trasferirsi lì presto”. I funzionari sottolineano che gli Usa “sono ansiosi di lavorare con i nostri partner e alleati più stretti in Europa, Medio Oriente e altrove per costruire una coalizione di Paesi che contribuiranno con capacità e finanziamenti a questa iniziativa”, che si basa sull’iniziativa proposta da Cipro per fornire “una piattaforma nel porto di Larnaca per il trasbordo di assistenza e lo screening da parte di funzionari israeliani delle merci destinate a Gaza”.

(reuters)

 

Wall Street Journal: Sinwar ha irrigidito la posizione di Hamas nei negoziati

La posizione di Hamas nei negoziati per una tregua è stata irrigidita da Yahya Sinwar, il leader di Hamas a Gaza, che ha chiesto a Israele una cessazione permanente dei combattimenti e il ritiro completo dalla Striscia. È quanto riferito dal Wall Street Journal, secondo il quale la posizione negoziale di Sinwar lo mette in contrasto con altri funzionari di Hamas: il leader politico del Movimento islamico, Ismail Haniyeh, era disposto ad accettare una tregua di 6 settimane mentre il capo a Gaza, rimasto silente per giorni, era convinto di poter ottenere ulteriori concessioni. Sinwar, hanno riferito fonti egiziane, ritiene che il gruppo sia in vantaggio nei negoziati a causa delle divisioni politiche interne a Israele e della crescente pressione degli Stati Uniti.

Cina: “A Gaza una vergogna per la civiltà”

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha definito la guerra di Israele a Gaza una “vergogna per la civiltà” e ha ribadito le richieste di Pechino per un “cessate il fuoco immediato”. “E’ una tragedia per l’umanità e una vergogna per la civiltà che oggi, nel 21 secolo, questo disastro umanitario non possa essere fermato”, ha detto Wang ai giornalisti in una conferenza stampa.

(reuters)

 

Netanyahu respinge le pressioni: “Colpiremo Hamas a Rafah”

Israele respinge le pressioni internazionali volte a evitare l’estensione della guerra a Rafah, all’estremità meridionale della Striscia di Gaza. “Il nostro esercito – ha detto il premier Benyamin Netanyahu, durante una cerimonia militare – continuerà a combattere contro tutti i battaglioni di Hamas, anche a Rafah. Rafah è l’ultima roccaforte di Hamas. Chi ci dice di non agire là, ci chiede di perdere la guerra. Questo non avverrà “. Netanyahu ha ribadito che gli obiettivi di Israele sono la “eliminazione del regime scellerato di Hamas, il recupero degli ostaggi e la rimozione di nuove minacce da Gaza su Israele”.

Terzo lancio aereo di aiuti Usa su Gaza in una settimana

Gli Stati Uniti e la Giordania hanno eseguito il terzo lancio aereo di aiuti sulla Striscia di Gaza in una settimana. Lo ha riferito il Pentagono. “Aerei C-130 americani hanno elargito oltre 38 mila pasti” ha indicato il Centcom, Comando militare Usa per il Medio Oriente, su X.

Netanyahu: pressioni, ma continueremo l’offensiva contro Hamas anche a Rafah

Israele proseguirà l’offensiva contro Hamas nonostante la crescente pressione internazionale, anche nella città di Rafah, nel sud di Gaza, ha detto giovedì il primo ministro Benjamin Netanyahu. “C’è una pressione internazionale e cresce, ma soprattutto quando la pressione internazionale aumenta, dobbiamo serrare i ranghi, dobbiamo restare uniti contro i tentativi di fermare la guerra”, ha detto. L’esercito opererebbe contro Hamas in tutta la Striscia di Gaza, ha detto, “inclusa Rafah, l’ultima roccaforte di Hamas”. “Chi ci dice di non agire a Rafah ci sta dicendo di perdere la guerra e questo non accadrà”.

 

 

Amb.Usa in Israele, ‘negoziati su ostaggi non sono finiti’

“È un errore pensare che i negoziati sugli ostaggi siano finiti”: lo ha affermato l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele Jack Lew. “Conversazioni sono ancora in corso. Ci sono persone che vanno e vengono. Divergenze vengono ridotte”. Lew ha così risposto ad una osservazione sottopostagli da un moderatore nel corso di un dibattito organizzato dall’Istituto di studi strategici (Inss) di Tel Aviv. “Dobbiamo fare tutto il possibile per riportare gli ostaggi indietro”, ha detto ancora Lew, in uno dei suoi primi interventi pubblici in Israele da quando, quattro mesi fa, ha assunto l’incarico.

L’esercito israeliano avvia verifica interna per il 7 ottobre

L’esercito israeliano sta avviando una verifica delle proprie operazioni in seguito alla sorpresa per l’attacco di Hamas del 7 ottobre. “Abbiamo vissuto episodi difficili – ha scritto oggi ai soldati il capo di Stato maggiore gen. Herzi Halevi. – Abbiamo fallito nella difesa dei civili, che è il nostro compito supremo. Se non analizzeremo con coraggio quanto abbiamo fatto, ci sarà difficile migliorare, ci sarà difficile confrontarci poi con i cittadini di Israele”. A rendere più difficile il compito di analisi, ha notato, c’è anche la constatazione che diverse decine di ufficiali e di altri responsabili sono morti nei combattimenti. “L’obiettivo di questa verifica – ha precisato Halevi – è imparare per migliorare”.

Secondo la radio militare la verifica sarà effettuata a partire dal 2018 e riguarderà anche la concezione di sicurezza elaborata per quanto concerne il confine con Gaza. “Nei prossimi mesi – ha aggiunto Halevi – investigheremo in particolare la fase iniziale di difesa di fronte all’attacco e le circostanze che lo hanno preceduto. In seguito esamineremo anche le operazioni di terra condotte da allora a Gaza”.
Intanto, riferiscono i media, anche lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno) sta investigando all’interno delle proprie strutture per comprendere come mai non abbia colto in anticipo le intenzioni offensive di Hamas.

Ue: sistema umanitario sull’orlo del collasso a Gaza

“Dopo 5 mesi di guerra e distruzione, il sistema umanitario a Gaza è sull’orlo del collasso. In Israele, anche al valico di frontiera di Kerem Shalom, ho ribadito l’urgenza di garantire rapidamente una massiccia ondata di aiuti dentro e attraverso Gaza, mobilitando al contempo tutti i modi possibili”. Lo scrive su X il commissario Ue per la gestione delle crisi Janez Lenarcic, in visita nella regione.

 

 

Medioriente: da Ue passo in avanti su aiuti umanitari a Gaza

La Commissione europea ha impegnato ad oggi 81 milioni di euro della dotazione complessiva di 125 milioni di euro destinati agli aiuti umanitari, e sta lavorando all’erogazione dei finanziamenti alle organizzazioni umanitarie partner. L’UE ha finora organizzato 41 voli del ponte aereo per fornire oltre 1.800 tonnellate di aiuti ai palestinesi attraverso l’Egitto, e sta esplorando ulteriori mezzi per distribuire forniture salvavita, anche mediante un corridoio marittimo e lanci aerei in collaborazione con i partner umanitari.

Dopo aver visitato ieri la Cisgiordania e la Giordania, il Commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarcic, oggi si trova in Israele per concludere la sua visita in Medio Oriente volta a ribadire l’impegno dell’UE nel mobilitare tutti i mezzi possibili per fornire aiuti umanitari ai palestinesi in difficoltà.

Ex Capo Shin Bet: “L’Anp sia inclusa nel futuro assetto a Gaza”

“L’Autorità nazionale palestinese è l’elemento per il quale dovremmo sforzarci affinché in definitiva assuma il potere, o comunque detenga le redini, a Gaza, al posto di Hamas”: lo ha affermato oggi in una conferenza nell’Istituto di studi strategici (Inss) di Tel Aviv l’ex capo dello Shin Bet (sicurezza interna), Nadav Argaman.
Conscio che il suo parere contrasta con la linea attuale del premier Benjamin Netanyahu e di diversi ministri nazionalisti, Argaman ha precisato che mentre Hamas “è una organizzazione terroristica”, l’Anp “di certo non è una organizzazione terroristica, e nemmeno fomenta il terrorismo”. Mentre l’obiettivo di Hamas, ha aggiunto, è la distruzione di Israele, “l’Anp si considera invece un nostro vicino. Pur con problemi di carenze di governabilità e nelle forze di sicurezza, essa è l’elemento legittimo del popolo palestinese con cui possiamo fare affari e con cui dovremo raggiungere accordi, anche accordi di pace”. Israele, ha concluso, “deve dunque fare tutto il possibile” perchè essa sia inclusa nei futuri piani di assestamento per Gaza.

Hamas, Qatar e Usa lasciano il Cairo dopo fase negoziati su Gaza

Le delegazioni di Qatar, Hamas e Stati Uniti hanno lasciato Il Cairo dopo la fine dell ultimo ciclo di negoziati per il cessate il fuoco a Gaza e lo scambio tra ostaggi e prigionieri, concluso con un nulla di fatto. Lo riferiscono fonti aeroportuali. Le delegazioni di Qatar e del Movimento della Resistenza Islamica hanno lasciato la città poche ore fa. Sono arrivate separatamente all aeroporto, accompagnate da convogli delle agenzie di intelligence egiziane, che le hanno prelevate dal luogo segreto dove si sono svolti i colloqui e la loro partenza si è svolta nel massimo riserbo.
Poche ore prima aveva lasciato Il Cairo anche la delegazione americana.

Hamas, Israele ha vanificato sforzi mediatori

Sami Abu Zuhri, alto esponente di Hamas, ha accusato Israele di aver “vanificato” tutti gli sforzi dei mediatori per raggiungere un accordo su una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi prima del Ramadan. Secondo quanto riferito da lui alla Reuters, lo Stato ebraico insiste nel respingere i punti dell’accordo che porterebbero a una pausa nei combattimenti, garantirebbero l’arrivo degli aiuti e faciliterebbero il ritorno degli sfollati alle loro case.
I negoziati al Cairo hanno raggiunto un punto morto e la delegazione del Movimento islamico ha lasciato la capitale egiziana, ma secondo media locali, i colloqui riprenderanno la prossima settimana. Le due parti tuttavia sembrano lontane dal trovare un compromesso.

Nove razzi intercettati dal Libano verso Israele

Dieci lanci di razzi sono stati rilevati dal territorio libanese verso il nord d’Israele. Nove razzi sono stati intercettati e il decimo è caduto in un’area aperta. Lo scrive Ynet News, aggiungendo che l’Idf ha risposto ai lanci con il fuoco dell’artiglieria.

Idf: arrestate una giornalista e una attivista in Cisgiordania

L’esercito israeliano ha fatto irruzione in dozzine di case in Cisgiordania e arrestato 20 palestinesi, tra cui due donne: L’Idf ha arrestato la giornalista Bushra al-Taweel e l’attivista Sumood Muteer in una serie di incursioni in case della Cisgiordania, che hanno portato all’arrsto di un totale di 20 palestinesi.

Quds News Network ha riferito, citando testimoni, che la al-Taweel è stata picchiata da un ufficiale che l’ha insultata prima che fosse arrestata.

Hamas, nuovo bilancio vittime Gaza, sono 30.800

Il ministero della Salute di Hamas ha aggiornato il tragico bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza: dall’inizio della guerra, lo scorso 7 ottobre, sono 30.800, di cui 83 nelle ultime 24 ore. I feriti recensiti sono invece arrivati al numero di 72.298.

 

 

WP, da Usa oltre 100 vendite di armi a Israele dal 7 ottobre

Dall’inizio della guerra a Gaza il 7 ottobre gli Stati Uniti hanno approvato e consegnato in sordina più di 100 vendite di armi a Israele, le cosiddette ‘foreign military sales’, per un totale di migliaia di munizioni a guida di precisione, bombe di piccolo diametro, bunker buster, armi leggere e altri ‘aiuti letali’. Lo riferisce il Washington Post (WP), sottolineando che il numero a tre cifre, non riportato in precedenza, è stato riferito da funzionari Usa a membri del Congresso in un recente briefing classificato.

Sudafrica presenta nuova richiesta alla Corte Aja contro Israele

Il Sudafrica ha presentato una nuova richiesta urgente alla Corte internazionale di giustizia per chiedere ulteriori misure di emergenza contro Israele, secondo un documento rilasciato dalla Corte citato dalla Cnn. Nella richiesta il Sudafrica sostiene di essere “costretto a ritornare davanti alla Corte alla luce dei nuovi fatti e dei cambiamenti nella situazione a Gaza provocati dalle continue e vergognose violazioni dei diritti umani”. La dichiarazione richiede inoltre alla Corte di “indicare misure provvisorie o modificare le misure” emesse a gennaio.

 

(afp)

 

Nave attaccata dagli Houti: morti 3 membri dell’equipaggio

I proprietari del mercantile True Confidence hanno confermato oggi in una nota che tre membri dell’equipaggio sono stati uccisi in un attacco missilistico sferrato ieri da miliziani Houthi nel Golfo di Aden al largo della costa meridionale dello Yemen. Il governo di Manila ha precisato che due delle vittime sono marinai filippini.

Inviata Onu, evacuare Rafah violerebbe diritti umani

Gli ordini di evacuazione israeliani imposti ai civili a Gaza sono “illegali” e un ordine di evacuazione a Rafah “costituirebbe una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani”. Lo ha detto Paula Gaviria Betancur, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani degli sfollati interni, intervistata da Al Jazeera. “Sono rimasta completamente scioccata nel sentire che Israele intende estendere gli ordini di evacuazione a Rafah, che è l’unico rifugio per circa il 70% degli abitanti di Gaza sopravvissuti e l’unico punto aperto per l’assistenza umanitaria”, ha detto l’inviata Onu. “Qualsiasi ordine di evacuazione imposto a Rafah nelle attuali circostanze, con il resto di Gaza ridotto in macerie, costituirebbe una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani”, ha aggiunto.

Idf colpisce la Siria dopo lanci verso il Golan

L’Idf ha colpito due siti dell’esercito siriano nel sud della Siria dopo il lancio di due razzi dal Paese verso le alture di Golan. Secondo il sito di notizie siriano Daraa 24, gli attacchi israeliani hanno preso di mira siti vicino a Jasim, a circa 10 km dal confine israelo-siriano.

Ue condanna ok Israele nuovi insediamenti in Cisgiordania

“L’Unione europea condanna l’approvazione, avvenuta mercoledì, da parte dell’Alto comitato di pianificazione israeliano, di piani per la realizzazione di oltre 3.426 unità abitative, espandendo ulteriormente gli insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata. L’Ue esorta Israele a revocare queste decisioni”. Lo afferma in una dichiarazione il portavoce dell’Ue per la Politica estera. “L’Ue ribadisce che gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale e costituiscono un ostacolo alla pace, poichè minacciano la soluzione dei due Stati. Inoltre, l’espansione degli insediamenti è del tutto incoerente con gli sforzi in corso per ridurre le tensioni, il che è ancora più importante in vista delle imminenti festività religiose del Ramadan, Pessah e Pasqua.

Media: gli Usa potrebbero impedire di usare armi americane a Rafah

Gli Stati Uniti potrebbero impedire a Israele di usare armi americane in un’offensiva pianificata nella città di Rafah, nel sud di Gaza. Lo scrive il Washington Post, precisando che il presidente americano Joe Biden e altri funzionari “non hanno preso alcuna decisione sull’imposizione di una condizione legata all’uso delle armi made in Usa. Ma il fatto stesso che i funzionari sembrino discutere di questo passo estremo dimostra la crescente preoccupazione dell’amministrazione per la crisi a Gaza”.

“Se Israele lanciasse un’offensiva a Rafah senza proteggere adeguatamente la popolazione civile sfollata, ciò potrebbe far precipitare una crisi senza precedenti nelle relazioni Usa-Israele, coinvolgendo anche le forniture di armi”, ha affermato l’ex ambasciatore americano in Israele Martin Indyk. L’articolo afferma inoltre che gli Stati Uniti sembrano aver accantonato le speranze di un’iniziativa diplomatica che abbini la normalizzazione saudita con un percorso verso uno Stato palestinese.

Media: “Usa hanno nascosto reale aiuto in armi a Israele”

Gli Stati Uniti hanno inviato decine di migliaia di armi a Israele, comprese bombe e munizioni guidate di precisione, dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, utilizzando procedure che “hanno ampiamente mascherato la portata del sostegno militare dell’amministrazione al suo più vicino alleato in Medio Oriente”. Lo scrive il Wall Street Journal, secondo cui l’amministrazione Biden “ha organizzato più di 100 trasferimenti individuali di armi a Israele, ma ha notificato ufficialmente al Congresso solo due spedizioni”. La notizia è riportata anche dal Washington Post, secondo cui gli Stati Uniti hanno “silenziosamente” approvato e consegnato più di 100 vendite militari straniere a Israele” dall’inizio della guerra seguita agli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Il trasferimento di armi comprende “migliaia di munizioni a guida di precisione, bombe di piccolo diametro, armi leggere e altri aiuti letali”.

Cina: “A Gaza una vergogna per la civiltà”

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha definito la guerra di Israele a Gaza una “vergogna per la civiltà” e ha ribadito le richieste di Pechino per un “cessate il fuoco immediato”. “E’ una tragedia per l’umanità e una vergogna per la civiltà che oggi, nel 21 secolo, questo disastro umanitario non possa essere fermato”, ha detto Wang ai giornalisti in una conferenza stampa.

Cina: La Palestina entri a pieno titolo nell’Onu”

“L’occupazione dei territori palestinesi di lungo termine non può più essere ignorata. La Cina sostiene la causa palestinese e i suoi legittimi diritti di nazione”. E’ quanto ha affermato il ministro degli Esteri Wang Yi, rinnovando il “pieno supporto” al dialogo e alla fine del conflitto. “L’auspicio – ha aggiunto Wang – è che la Palestina entri a pieno titolo nel connesso delle Nazioni Unite e l’invito ad alcuni membri del Consiglio di Sicurezza è di non creare ostacoli”. Wang Yi ha parlato in un briefing a margine dei lavori del Congresso nazionale del popolo anche di Russia. “Cina e Russia – ha detto – hanno forgiato un nuovo modello delle relazioni internazionali nel periodo post Guerra Fredda e mantenerlo è strategico per entrambe le parti. E’ un modello che raccoglie la multipolarità e che si basa sulla non alleanza, sul non confronto verso terzi e sulla cooperazione vantaggiosa”.

Usa: “Sono tre i marinai uccisi nell’attacco degli Houti”

E’ salito a tre il bilancio dei marinai uccisi nell’attacco missilistico degli Houti contro una nave mercantile al largo dello Yemen. Lo annuncia il Comando centrale americano, Centcom. Dopo l’attacco il cargo True Confidence, battente bandiera delle Barbados, è stata abbandonata ed è rimasta alla deriva con un incendio a bordo dopo l’attacco. La nave è stata colpita nel Golfo di Aden mercoledì mattina

Sorgente: Israele – Hamas: le news dalla guerra di oggi – la Repubblica

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