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Nessun riscontro alle affermazioni di Piantedosi. Quattro agenti nel mirino per la violenza sui ragazzi

Seicento metri da una parte, verso est, la sinagoga. Ottocento dall’altra, verso nord, la torre. Il centro di Pisa è piccolo e gli obiettivi sensibili erano molto distanti dal budello di via San Frediano, il vicolo che i manifestanti di Pisa venerdì non sono riusciti a percorrere fino in fondo perché a sbarrare l’ingresso di piazza dei Cavalieri c’erano i poliziotti, che li hanno caricati. È prima di tutto la topografia a smentire il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che sabato ha detto: “Siamo intervenuti per difendere la sinagoga di Pisa. Non dimentichiamo che si è agito per proteggere obiettivi sensibili”. Al di là della gravità dell’uso della violenza, sul quale è partita un’indagine, non c’era motivo di intervenire così presto per evitare che i manifestanti arrivassero di fronte agli obiettivi considerati sensibili. E infatti la sinagoga non era nemmeno presidiata dalle forze dell’ordine, e in piazza dei Miracoli c’era solo un veicolo della polizia (ma in zone così turistiche i controlli non sono rari). “Il nostro corteo doveva finire al Polo didattico di San Rossore, come poi avvenuto, non in altri punti della città”, racconta Giacomo, universitario che fa parte di uno dei gruppi che ha organizzato la manifestazione. “L’idea era di andare vesto ovest, cioè in una direzione diversa rispetto ai due obiettivi sensibili”.

 

 

Le indagini, al vaglio quattro posizioni

La procura ha incaricato i carabinieri di indagare per ricostruire cosa è accaduto e mettere in fil agli errori e responsabilità che hanno portato al disastro. La questura ha già fornito i nomi di tutti coloro che erano in piazza, dal dirigente responsabile dell’ordine pubblico ai membri delle due squadre del reparto mobile. Consegnati anche vari video. Bisogna capire se c’è stato un uso della forza che configura un reato. Ci sarebbero quattro sequenze interessanti, che riguardano altrettanti poliziotti della celere. Avrebbero inseguito alcuni giovani dopo averli colpiti una prima volta. Si tratta di posizioni da vagliare, tra le quali potrebbero esserci gli indagati. Ma i carabinieri valuteranno anche la gestione della piazza, per capire chi ha fatto partire la carica. Al momento si parla di errore, non vengono ipotizzati reati. Del resto lo stesso questore Sebastiano Salvo durante il Comitato per l’ordine pubblico di sabato, al quale hanno partecipato anche Cgil Cisl e Uil “ha ammesso — dicono i sindacalisti — un problema di gestione della piazza, dal punto di vista organizzativo e operativo”.

La questione del percorso

Salvo ha ribadito che non erano chiari i motivi del corteo. Lo stesso ha detto anche Piantedosi: “Tutto è avvenuto durante manifestazioni non preavvisate che non seguivano il percorso concordato”. I giovani, un centinaio, si erano radunati in piazza Dante. Avevano comunicato di voler fare un presidio ma poi hanno deciso di spostarsi. “L’idea — spiega Andrea, che ha 17 anni e frequenta il liceo artistico — era di arrivare intanto in piazza dei Cavalieri”. La gran parte delle manifestazioni a Pisa finiscono o passano di lì, di fronte alla scala della Normale. “Non avevamo un’idea precisa del percorso, volevamo camminare per la città e farci sentire, per poi fare la nostra assemblea al polo di San Rossore ma loro ci hanno impedito anche di entrare in piazza dei Cavalieri”, spiega ancora Giacomo, che è uno dei feriti ma non vuole parlare delle sue condizioni di salute (“non vogliamo che ci si concentri su quelle ma sulla nostra lotta”).

Cosa è accaduto prima della carica

C’è poi un terzo tema, sollevato da molti esponenti politici della destra, che riguarda quello che è successo prima della carica. Ci sarebbero state violenze sui poliziotti da parte dei ragazzi. Nei video si vede chiaramente che nessuno dei giovani ha in mano bastoni o altri oggetti pericolosi. Ci sono sì, alcune spinte, accompagnate da grida e dalla richiesta di entrare nelle piazza, ma niente di paragonabile alla violenza della carica. “Certo, ci siamo avvicinati per passare, abbiamo parlato al megafono, a un certo punto abbiamo tutti alzato le mani. Poco dopo sono partiti”, dice Giacomo. E un’altra studentessa rimasta ferita, Anna (nome di fantasia), ha spiegato: “Prima di essere picchiata ho provato a parlare con uno di loro. Gli ho chiesto cosa dovevamo fare, perché non riuscivamo più ad andare avanti, verso la piazza. Il poliziotto mi ha detto “vai via, non so risponderti, non so cosa dirti. Eseguo ordini dall’alto””. Poco dopo si sono alzati i manganelli e Anna è stata ferita a una spalla.

 

 

Sorgente: https://www.repubblica.it/cronaca/2024/02/26/news/pisa_fact_checking_scontri_polizia-422202859/?ref=RHLF-BG-P2-S2-T1

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