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Durante i mesi di dicembre e gennaio tanti e tante attivistə del Movimento No Tav si sono vistə notificare fogli di via dai comuni di Bruzolo, San Didero, Venaus, Chiomonte e Giaglione. Il chiaro tentativo della Questura e della Digos di Torino è, ancora una volta, quello limitare la libertà di movimento e dissenso della lotta trentennale contro il progetto ecocida dell’Alta Velocità Torino-Lione.di Roberto Mairone da Centro Sereno RegisQuesta volta parto dalle conclusioni, tiro le somme senza scrivere gli addendi, arrivo subito alla sintesi.In Valle di Susa e in tutta Italia, ovunque ci siano attivisti e movimenti che manifestano e si oppongono a qualche scelta scellerata della politica o di gruppi economici, Questura e agenti della Digos “agiscono politicamente”, “non fanno il loro lavoro”, si sostituiscono con disinvoltura alla Magistratura e reprimono le libertà di chi la pensa diversamente da loro e da coloro che difendono, ricorrendo a misure di prevenzione opportunamente “modificate” mediante la forzatura dei loro presupposti.Sabato mattina, 3 febbraio, nell’area antistante il presidio di San Didero (bassa Valle di Susa) che dal 21 novembre si trova “sotto sequestro” insieme al presidio dei Mulini nel territorio di Giaglione, il Movimento No Tav ha indetto una conferenza stampa dal titolo Vola Via Foglio di Via. L’appuntamento ha voluto dare una risposta ferma e determinata alla campagna repressiva che, proprio attraverso i Fogli di Via dai comuni di San Didero, Bruzolo, Chiomonte, Giaglione e Venaus, ha colpito da metà dicembre 2023 ad oggi un cospicuo numero di attivisti sia della Valle di Susa che di Torino e di altre città d’Italia. Sarebbero oltre una cinquantina i colpiti da una simile limitazione della fondamentale Libertà di Movimento!Foto di Diego FulcheriL’avvocata Valentina Colletta, da anni impegnata nella difesa di molti compagni e compagne del Movimento No Tav colpiti dall’azione repressiva della Questura, Prefettura e Magistratura Torinesi, ha chiaramente spiegato perché l’applicazione così massiccia dei Fogli di Via rappresenta, di nuovo, un tentativo goffo e azzardato di colpire il Movimento No Tav.Il Foglio di Via, quale unico provvedimento emesso dal Questore, è infatti una misura di prevenzione che si applica ogniqualvolta questa autorità di pubblica sicurezza ritenga che un soggetto possa rappresentare un pericolo per il mantenimento dell’ordine pubblico. La pericolosità sociale del soggetto cui si vuole vietare la presenza in alcuni luoghi deve avere le caratteristiche della concretezza e dell’attualità. Spetta dunque al Questore specificare e motivare i presupposti nonché gli elementi di pericolosità dei soggetti raggiunti dai Fogli di Via.La motivazione comune contenuta negli oltre cinquanta Fogli di Via è rappresentata dal fatto che altrettanti attivisti sono stati indagati per danneggiamento alle reti dei cantieri e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, nello stesso processo penale che ha condotto al sequestro dei presidi della Valle. In particolare, il processo è riferito a fatti avvenuti nel corso di manifestazioni del Movimento No Tav fra aprile e luglio 2023 e che sono stati definiti nientepopodimeno che “assalti” ai cantieri. Altro elemento comune dei destinatari dei Fogli di Via è quello, sempre leggendone le motivazioni, di far parte del movimento No Tav e/o del centro sociale Askatasuna di Torino.Il ripetuto richiamo al centro sociale torinese, leitmotiv dei provvedimenti giudiziari o amministrativi emessi dalla autorità torinesi, è talmente abusato da venire addotto a motivo di pericolosità sociale addirittura per un attivista che risiede a Catania. Come possa un catanese frequentare sistematicamente, ed essere quindi parte attiva del centro sociale torinese… è davvero un bel mistero.Ascoltando le parole lette dall’avvocato Colletta si apprende che le attiviste e gli attivisti sono stati raggiunti dai Fogli di Via perché, durante le manifestazioni del Movimento No Tav, “sono stati individuati mentre, con il volto travisato e unitamente ad altri attivisti, assaltavano il cantiere presidiato dalle forze dell’ordine attuando la battitura delle reti, distruggendo parte della concertina, piegando le reti dei betafence e lanciando artifici pirotecnici e pietre in direzione delle forze dell’ordine.” La citata motivazione è riportata indistintamente su tutti i Fogli di Via.  Ai legali è dunque sorta, legittimamente, una domanda: “cavolo! Ma proprio tutti hanno lanciato pietre e ordigni pirotecnici addosso alle forze dell’ordine, proprio tutti hanno divelto la concertina? Sono andati tutti lì per questo?”.In realtà dal procedimento penale si scopre che nessuno di coloro che hanno effettivamente messo in atto le condotte sopraindicate sono stati identificati e che questa mancata identificazione è dovuta al travisamento degli stessi.Si apprende invece che i destinatari dei Fogli di Via, sebbene anch’essi travisati secondo le indicazioni degli atti, sono stati colpiti dall

Sorgente: Fogli di Via in Val Susa: fino a che punto è lecito tacciare di pericolosità sociale persino chi… non c’era? – Osservatorio Repressione

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