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In qualità di operatori sanitari, abbiamo giurato di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, di attenerci ai principi etici della solidarietà umana e di combattere ogni atto che possa ledere il decoro e la dignità della nostra professione. Per questo, ci sentiamo in dovere di denunciare la violazione del diritto internazionale e il diritto umanitario che Israele sta operando in totale impunità a Gaza.

Secondo quanto pubblicato sui siti internet della BBC e della CNN, tra il 7 ottobre e il 20 dicembre 2023, l’esercito israeliano ha lanciato 29.000 bombe su Gaza, un arsenale bellico inedito e che trova paragone solo con la guerra del Vietnam. Oltre 20.000 persone di cui 70% di donne e bambini sono state uccise, e oltre 52.600 feriti. Questi numeri sono in continua crescita data la prosecuzione della guerra.

Le infrastrutture sanitarie, luoghi di cura e di rifugio, normalmente protette dalle leggi internazionali, sono diventate obiettivi primari di questa guerra. Dei 36 ospedali esistenti a Gaza prima della guerra, solo 11 sono rimasti parzialmente funzionanti. Oltre 300 operatori sanitari sono stati uccisi nell’assalto di Israele a Gaza. Secondo “Medical Aid For Palestine”, questo numero è maggiore della somma di tutti gli operatori sanitari uccisi in conflitti armati dal 2016 ad oggi in tutto il mondo.

Il danneggiamento delle strutture sanitarie ha causato la morte di neonati sotto incubatrici, di pazienti dializzati o necessitando supporto respiratorio. Secondo un report di Al Jazeera, 110 membri del personale sanitario sono stati arrestati, torturati e/o portati in aree sconosciute dall’esercito israeliano e dei quali si sono totalmente perse le tracce. I professionisti della salute rimanenti sul posto di lavoro operano in condizioni miserabili, sono costretti ad amputare adulti e bambini senza anestesia né strumenti chirurgici sterilizzati e a fare fronte a devastanti epidemie. Infatti, a causa della privazione di acqua, cibo, farmaci e attrezzature mediche, le malattie infettive si stanno diffondendo nei rifugi sovraffollati, con 360.000 casi segnalati tra cui infezioni respiratorie, diarrea, epatite, malattie della pelle e meningiti secondo l’ultimo report delle Nazioni Unite.

La rete sanitari per Gaza, una rete nazionale di operatori sanitari mosse dalla stessa necessità morale si mobilizza per svolgere azioni pacifiche di sensibilizzazione e di denuncia per:

– Esprimere la solidarietà alla popolazione palestinese e ai colleghi professionisti della salute.

– Chiedere un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza.

– Chiedere l’immediata sospensione dell’assedio di Gaza.

– Chiedere aiuti umanitari d’emergenza attraverso la creazione di corridoi umanitario che consentano il passaggio di pazienti, operatori sanitari, medicinali, attrezzature mediche e cibo.

– Chiedere il rilascio degli operatori sanitari e di tutti i civili fatti prigionieri.

– Chiedere che i corpi dei defunti siano restituiti alle loro famiglie, affinché possano seppellirli con dignità e lutto.

– Chiedere sanzioni contro lo stato di Israele per la violazione delle leggi umanitarie internazionali riguardo la protezione delle strutture sanitarie, degli operatori sanitari e dei civili.

Salutiamo la loro professionalità e dedizione.

Invitiamo tutti gli operatori sanitari di unirsi a questa azione e di mostrare solidarietà ai nostri colleghi di Gaza.

Invitiamo tutti a raggiungere gli operatori sanitari al presidio

Sabato 13.1 h 15.30 in piazza Santissima Annunziata a Firenze

N.B: La partecipazione è a titolo individuale 

Sorgente: Perché domani nessuno possa dire: “Io non lo sapevo”

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