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Siamo stati presenti a New York, DE & partners, con i delegati Sandrino Ciani (MSGSV) e Priyanka Jain (WILPF), portando un working paper, per dare qualità alla voce della società civile rappresentata da ICAN. Lavoriamo per il coordinamento con la Campagna NFU nel testo stesso del Trattato. L’universalizzazione del TPNW sarà frutto di una strategia di diplomazia popolare capace di coinvolgere le stesse potenze nucleari, a partire dalla presa d’atto della centralità del rischio costituito dalla deterrenza, rispetto alle argomentazioni giuridiche. Per sottoscrivere online il documento: https://www.petizioni24.com/ican-nfu Sull’Italia, in particolare, Paese della condivisione nucleare NATO, va continuata la pressione per una denuclearizzazione unilaterale: in questo senso va la denuncia sulla illegalità della collocazione di questi ordigni sul nostro territorio presentata il 2 ottobre 2023 al Tribunale di Roma. Alla terza riunione degli Stati parte, che si terrà a New York, sempre al Palazzo di Vetro, dal 3 al 7 marzo 2025, gli estensori potranno fare un intervento in aula per illustrare e proporre il working paper direttamente in aula agli ambasciatori. Un altro working paper, cui siamo collegati, è stato redatto da Alessandro Capuzzo, riguarda la denuclearizzazione del Golfo di Trieste. L’incontro è stato introdotto da Alfonso Navarra, coordinatore dei Disarmisti esigenti, ed ha visto la relazione di Luigi Mosca, già direttore del Laboratoire Souterrain de Modane, nonché gli interventi di altri partecipanti (Alessandro Capuzzo, Francesco che si è occupato dell’incidente nell’aeroporto di Linate). Dopo questa analisi puntuale ( delle risultanze del secondo meeting degli Stati parte del trattato di proibizione delle armi nucleari, svoltosi a New York dal 27 al primo dicembre 2023, vi saranno altri due incontri di approfondimento, per i quali è necessario attrezzarsi con gli strumenti della “geopolitica olistica”. Si tratta di integrare nei ragionamenti l’impatto di due dimensioni trascurate o addirittura ignorate: quella economica e quella ecologica a livello globale. E di considerare la “forza delle unioni popolari”, che può essere un altro nome per indicare le mobilitazioni di base e nonviolente. In particolare sono da porre a revisione critica due luoghi comuni del pensiero del progressismo giuridicista. Il primo luogo comune afferma che la deterrenza nucleare è ormai un fossile nei rapporti di potenza: si tratterebbe di una realtà obsoleta di cui il sistema degli stati in lotta per l’egemonia potrebbe facilmente fare a meno. Spesso sentiamo questa frase: le armi nucleari sono obsolete. E lo sarebbe anche l’energia nucleare! In questo ambito di pensiero riduttivo si colloca – secondo luogo comune – anche l’idea che il nucleare non abbia nessun ruolo nel cementare l’alleanza militare denominata con l’acronimo NATO. Ma bisognerebbe tener presente che una cosa sono le carte statutarie, altra cosa i principi e i concetti strategici che rinviano a rapporti di forza che sono rapporti egemonici di potenza. Storicamente l’ombrello nucleare americano è stato il vero cemento strategico della NATO funzionale alla costruzione di un blocco occidentale guidato dagli USA presentato come “mondo della libertà ” o “mondo libero”. Il mondo oggi è in trasformazione ma bisogna esaminare quanto il retaggio della vecchia realtà, sopravvissuta al bipolarismo USA/URSS e all’unipolarismo americano successivo, resista ad essere consegnata alla pattumiera della Storia. Anzi rischi di trascinare con sé nel baratro la stessa avventura umana…

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