Nel democratico e libero Occidente denunciare la vera natura del regime israeliano può costare caro, finanche la propria libertà, come testimonia quanto accaduto all’attivista anti-sionista Yael Khan.
La donna, figlia di un sopravvissuto alla Shoah, è stata arrestata ieri a Londra dalla polizia dopo essersi rifiutata di rimuovere un cartello con le parole “Israele nazista” e “Nazi Israele (dove sono nata) vuole che TU sua complice della SOLUZIONE FINALE a Gaza“.
???? ? ?????????@ronnie_barkan“Nazi Israel (where I was born) wants YOU to be complicit in the FINAL SOLUTION of Gaza” @YaelKahn whose Jewish family suffered under the Nazis, was arrested in London yesterday for speaking up against the neo-Nazi State of Israel which commits genocide right in front of our eyesGuarda su X21.949Dopo il suo rifiuto quando la polizia le ha detto che quegli slogan di denuncia verso il disumano regime israeliano che sta compiendo un genocidio a Gaza, la donna ha risposto che il vero discorso d’odio è l’assunto che tutti gli ebrei sostengono Israele e il genocidio a Gaza, è che questo è anche antisemita.
A questo punto una poliziotta procede ad arrestarla.
Tra divieti di manifestazione, licenziamenti per chi sostiene la Palestina come il calciatore del Mainz (Germania) Anwar El Ghazi, e rigida propaganda sionista a reti unificate, in Occidente è praticamente vietato muovere critiche verso il regime israeliano. Evidentemente neanche se sei un’ebrea nata in Israele come Yael Khan. L’occidente è sempre più un simulacro di democrazia, concetto che viene utilizzato per cercare di nascondere i crimini del regime sionista.
Scopri di più da NUOVA RESISTENZA antifa'
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.