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329 feriti, di cui 51 gravi. L’epicentro localizzato a circa 70 chilometri da Marrakech, a una profondità di 10 chilometri. Molte case senza elettricità e acqua. Meloni: «Piena disponibilità a sostenere il Marocco»

di Alessandra d’Ercole

Forte scossa di terremoto alle 22.45 in Marocco. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato una magnitudo del 6.8. L’epicentro è stato localizzato a circa 70 chilometri città di Marrakech, a una profondità di 10 chilometri.

Le linee telefoniche e collegamenti internet si sono interrotti, e gran parte della città è ancora al buio. Le prime immagini mostrano muri crollati e danni nella medina, persone in fuga e crepe anche in alcune strade. Il bilancio ufficiale provvisorio è di 632 morti. Le vittime sono state confermate in diverse province e prefetture di Al Haouz, Marrakech, Ouarzazate, Azilal, Chichaoua e Taroudant.

Scossa ondulatoria di 30 secondi

L’epicentro del sisma è stato localizzato a 320 km a sud della capitale Rabat. Colpita è stata soprattutto la provincia di Al-Haouz, dove si conta il numero maggiore di vittime. Lì una’intera famiglia è rimasta intrappolata tra le macerie dopo che la loro casa è crollata. La scossa è stata sentita lungo tutta la dorsale dell’Atlante, a Merzouga, una delle porte del deserto, Taroudant, Essaouira e Agadir e dall’altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat.

 

Il movimento ondulatorio è durato circa 30 secondi, che sono però sembrati molti di più. Hanno ceduto alcune abitazioni, nella piazza Jamaa el Fna è crollato il minareto di una piccola moschea. Si segnalano danni nella kasbah di Marrakech e crolli di abitazioni nella zona a nord est. In città nuova ci sono crepe nel campanile della chiesa cattolica di Gueliz. Crolli di facciate a Essaouira, sull’Oceano Atlantico e a Ouarzazate, nel centro Sud. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedono di rientrare a casa. Al momento gli aeroporti sono chiusi e riapriranno sabato mattina.

I soccorritori incontrano diverse difficoltà a raggiungere le aree più colpite a causa danni e dei blocchi presenti lungo le strade, gli ospedali della città sono mobilitati per fornire tutte le cure mediche necessarie ai 329 feriti finora confermati, di cui 51 in gravi condizioni. Il Centro regionale trasfusionale di Marrakech ha lanciato un appello urgente per le donazioni di sangue.

Il portavoce di Antonio Guteress, segretario generale delle Nazioni Unite, ha fatto sapere che l’Onu è pronto ad aiutare il governo marocchino: «Il segretario generale è profondamente rattristato per il terremoto che ha colpito oggi il Marocco e che ha causato molte vittime ed esprime solidarietà al governo e al popolo del Marocco in questi momenti difficili. Rivolge le sue più sincere condoglianze alle famiglie delle vittime e augura una pronta guarigione ai feriti».

La testimonianza

Oltre a Marrakech, il sisma è stato avvertito anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira. «Verso le 23, abbiamo sentito una scossa molto violenta, ho capito che era un terremoto. Ho visto edifici muoversi e sono uscito. La gente era sotto shock e nel panico. I bambini piangevano, i genitori erano sconvolti», ha detto al telefono all’AFP Abdelhak El Amrani, 33 anni, residente a Marrakech. «La corrente è andata via per 10 minuti, anche la rete , ma è stata ripristinata. Tutti hanno deciso di restare all’aperto», ha aggiunto. Secondo le immagini trasmesse dalle reti, parte di un minareto è crollato nella famosa piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakech, lasciando ferite due persone. «Abbiamo sentito delle urla al momento della scossa. La gente è nelle piazze, nei caffè, preferendo dormire fuori. Ci sono pezzi di facciate che sono caduti,» un residente di Essaouira, 200 km a ovest di Marrakech, ha detto all’AFP.

Il potente sisma ha danneggiato parte delle storiche mura della città di Marrakesh. Erette intorno al 1120, per difendere la città dagli attacchi delle tribù berbere del sud, le mura sono lunghe 10 chilometri e contano 18 porte. A dare la notizia dei danni alle storiche mura è stata l’emittente televisiva statale Al Aoula.

Meloni: «L’Italia pronta a sostenere il Marocco»

Giorgia Meloni, a Nuova Delhi per il vertice G20, ha espresso la propria vicinanza e solidarietà «al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza». Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso vicinanza alla popolazione del Marocco «per il tragico terremoto che ha seminato morte e distruzione. L’Italia è pronta ad aiutare, anche per le fasi di soccorso, le autorità marocchine in questi momenti difficili. Una preghiera per le vittime e i loro familiari».
«Apprendo con dolore del devastante terremoto che ha colpito il Marocco. Esprimo al governo di un Paese amico le mie sincere condoglianze per le vittime. Ho comunicato che la Difesa è pronta ad aiutare in ogni forma e modo con i suoi mezzi in prontezza già a disposizione». Scrive su Twitter il ministro della Difesa Guido Crosetto.

«La Farnesina, con l’ambasciata d’Italia in Marocco e il Consolato generale d’Italia a Casablanca, monitorano la situazione e sono in contatto con le autorità locali. Per qualsiasi emergenza o segnalazione è possibile contattare l’Unità di Crisi al numero +39 06 36225», si legge in un messaggio postato su X dal ministero degli Esteri.

I precedenti nella storia

Il 24 febbraio 2004 un terremoto di magnitudo 6,3 gradi della scala Richter aveva scosso la provincia di Al Hoceima, 400 km a nord-est di Rabat, uccidendo 628 persone e provocando ingenti danni materiali. E il 29 febbraio 1960, un terremoto distrusse Agadir, sulla costa occidentale del paese, provocando la morte di oltre 12.000 persone, ovvero un terzo della popolazione della città.

Sorgente: Terremoto in Marocco: scossa di magnitudo 6.8. Il bilancio si aggrava di ora in ora: 632 morti, 329 feriti. Crolli a Marrakech

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