I 6 film che raccontano come è cambiata la visione dell’atomica lungo il Novecento
Prima di Oppenheimer la bomba è stata spesso al centro del racconto cinematografico, ma sempre con finalità e punti di vista diversi
Un film sulla bomba atomica significa cose diverse in epoche diverse e ha scopi diversi in anni diversi. Ci sono quelli girati negli anni ‘40, a ridosso dello sgancio su Hiroshima e Nagasaki, ci sono quelli realizzati negli anni d’oro della paura, quelli negli anni del disgelo e di nuovo quelli nei momenti in cui si è rafforzata la paura di un conflitto. L’uscita nel 2023 di Oppenheimer, un film sulla minaccia dell’atomica in un’epoca di rinnovata minaccia di guerra mondiale con la Russia, non fa eccezione.
Prima di Oppenheimer i film sulla bomba erano quelli in cui si rischiava di far esplodere tutto, si rischiava la guerra per errore o si mostravano nel dettaglio le conseguenze di uno scoppio. Lasciando per un momento da parte il genere post-atomico, che è più un parente della fantascienza distopica, il pre-atomico di decade in decade è stato sempre fatto di singoli uomini nelle cui mani riposava il destino di tutti (non fa eccezione di nuovo Oppenheimer di Nolan) e affronta temi come la responsabilità individuale e la salvezza collettiva.
Abbiamo quindi scelto sei film che rappresentano sei approcci diversi alla bomba e che raccontano sei modi diversi di vivere la paura di un conflitto attraverso il novecento.
01
La morte è discesa a Hiroshima (1947)
Solo due anni dopo le bombe americane a Hiroshima e Nagasaki, giusto il tempo di concepire, scrivere, preprodurre, girare e poi postprodurre il film, e Hollywood racconta ai suoi spettatori, cioè agli americani e al resto del mondo, come sia andata. Perché hanno lanciato le atomiche, che conflitto interno ci sia stato, quali siano state le motivazioni e soprattutto quanto tutto questo sia costato. Un presidente Truman tormentato dai dubbi racconta più il desiderio di autoassolversi che altro.
02
A prova di errore (1964)
La guerra nucleare è fuori controllo e non possiamo impedirla. All’apice della fobia atomica Sidney Lumet gira un film in quasi tempo reale e con realismo impressionante parte in una qualsiasi giornata e mostra come in poche ore un piccolo errore possa portare alla guerra che nessuno vuole. Henry Fonda è il presidente degli Stati Uniti impegnato ad evitare lo scoppio del conflitto al telefono, in una serie di eventi a catena che sembrano fuori anche dal suo controllo.
Il dr. Stranamore o come ho imparato a smettere di preoccuparmi e amare la bomba (1964)
Nello stesso anno in cui A prova di errore raccontava molto seriamente che il sistema di deterrenza non era per niente a prova di errore, Kubrick dirigeva una storia abbastanza simile, quella cioè di una scheggia impazzita che da sola innesca un processo a catena inarrestabile anche dai presidenti di Stati Uniti e Unione Sovietica e che porta al conflitto nucleare. Solo che lo fa con la lente giusta, quella cioè che rende il film un pezzo di storia del cinema, la lente del grottesco per raccontare una dinamica grottesca, la lente della commedia per qualcosa di tragico. A prova di errore parlava della storia e della sua ineluttabilità, questo è un film che parla di esseri umani e della loro follia.
Non è molto famoso ma chiunque lo abbia visto non lo ha dimenticato. Nonostante sia un film per la tv, quindi una produzione più economica, The Day After è la cronaca di cosa accada nel momento in cui una guerra nucleare parte. Non si ferma come fanno molti all’invio delle testate nucleari, ma va fino in fondo, guarda così da vicino la devastazione della bomba atomica, le conseguenze e il dolore e le vittime eventuali che colpirebbero l’America da superare anche i mezzi non proprio professionali. Questo non è un film che racconta, è un film che spaventa.
05
Wargames (1983)
Siamo nel pieno degli anni di Reagan, l’America è forte, è salda, è fiera di sé e non teme nulla. Il cinema è lo strumento principale dell’ideologia e l’atomica entra in un film di ragazzi, un high school movie d’avventura sulla novità del momento: i computer. Matthew Broderick è un giovane hacker e con una certa aderenza alle vere tecniche dell’epoca, nonché replicando alcuni noti hack, entra in contatto per errore con un’intelligenza artificiale impiegata in ambito militare e, credendo di imbastire con essa un gioco di guerra, non sa che sta realmente simulando la preparazione ad un conflitto atomico che l’intelligenza prende per vero. I computer sono pericolosi, la bomba è pericolosa, ma gli americani risolvono tutto con un po’ di ironia e senso della suspense.
Stucchevolissimo dramma con Paul Newman in cui si racconta del progetto Manhattan, quindi di nuovo di Oppenheimer, ma stavolta lo scienziato è una figura marginale rispetto al duro militare interpretato da Paul Newman che disprezza il cinismo cervellotico di Oppenheimer. Era l’anno della fine della guerra fredda, il momento di minima temperatura di quel conflitto e l’America andava indietro nel tempo e guardava come era cominciata quella storia.
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