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Nessuno come Luiz Inácio Lula da Silva, 77 anni, sa come si fa a rinascere. Definito da Obama «il politico più popolare del mondo», e poi rinchiuso in cella per 19 mesi, si è appena ripreso il Brasile cacciando il populista di estrema destra Jair Bolsonaro, ed è tornato da protagonista sulla scena internazionale nel suo terzo mandato. Non è una visita di circostanza quella di Lula a Roma: incontrerà il capo dello Stato Sergio Mattarella, discuterà di pace in Ucraina con Papa Francesco, di economia con Giorgia Meloni e di politica con Elly Schlein (ieri ha incontrato anche il sociologo Domenico De Masi). Alla vigilia dei colloqui, ha accettato di parlare con il Corriere.

Si è proposto come mediatore tra Russia e Ucraina. Pensa che lei e Papa Francesco avete visioni simili?
«Nel 2020, quando l’ho incontrato, abbiamo parlato  disuguaglianze nel mondo e di un’economia più solidale. Subito dopo sono arrivate la pandemia  e la campagna elettorale in Brasile. Ora incontro il Papa con un conflitto in Europa che riguarda tutti. Ho mandato un inviato speciale, Celso Amorim, a Mosca e a Kiev. Entrambi i Paesi credono di poter vincere militarmente: non sono d’accordo. Credo che ci sia troppa poca gente che parli di pace. La mia angoscia è che con così tante persone che soffrono la fame nel mondo, con così tanti bambini senza cibo, invece di occuparci di come risolvere le disuguaglianze ci stiamo occupando di guerra. È urgente che la Russia e l’Ucraina trovino una strada comune verso la pace».

Sorgente: Lula: «Mosca e Kiev? Nessuno vincerà questa guerra. Sogno un mondo multipolare»


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