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Il fiume divide proprio i due Paesi, che si rimpallano l’intervento. La denuncia di Alarm Phone: «Ci è arrivato un messaggio in cui era scritto “Aiutateci o i bambini muoiono

di Alessio Ribaudo

«Almeno 86 migranti sarebbero in pericolo su un isolotto sul fiume Evros al confine tra Grecia e Turchia». Il caso è stato sollevato oggi da Alarm Phone che però, ha aggiunto al Corriere, come «il numero potrebbe essere più alto». L’Ong, fondata nel 2014 e da allora in prima linea nei salvataggi, ha spiegato: «Ci è arrivato un messaggio in cui era scritto “Per favore aiutateci o i bambini muoiono! non abbiamo cibo non abbiamo acqua. Siamo su quest’isola da cinque giorni, le nostre vite sono in pericolo! Siamo famiglie yazide, uomini giovani, bambini e bambini. I bambini piangono e urlano per la fame e la sete. Siamo in mezzo all’acqua e non abbiamo barche ma il livello dell’acqua sta salendo e presto annegheremo e le nostre famiglie e i nostri bambini moriranno. Siete la nostra unica speranza». Alarm Phone, ha spiegato al Corriere, di aver già informato le autorità competenti e le organizzazioni umanitarie in Grecia. Toccherà alle autorità capire come siano arrivati i migranti sino a lì: se in autonomia, tramite la rotta orientale, con gommoni o altre imbarcazioni o peggio sotto minacce, abbandonati al loro destino.

 

Il «fiume della morte»

L’area da cui sarebbe arrivato il messaggio è una delle rotte dei migranti che viene definita orientale. Purtroppo, su di essa ci speculano anche mercanti d’uomini senza scrupoli. Il fiume Evros, negli ultimi vent’anni, è stato infatti attraversato da centinaia di migliaia di persone e, non di rado, le sue acque limacciose — lunghe 190 chilometri e che segnano il confine terrestre tra Grecia, Turchia e Bulgaria — si sono tinte di sangue tanto che è stato ribattezzato il «fiume della morte». I migranti, infatti, salpano a bordo di canotti gonfiabili e pescherecci cercando di sbarcare sull’altra sponda dove, poi, quelli che hanno pagato lautamente trovano dei mezzi, spesso rubati, per poter fuggire in cerca della loro «terra promessa». I mercanti di vite fanno da Caronte per mille euro ma non di rado si sono vissute tragedie: dal 2000 a oggi si sono contati, almeno, 670 morti annegati. Altre volte, gruppi di migranti sono stati ritrovati chiari segni di percosse e torture, con scambio di accuse fra Turchia e Grecia.

Gli arresti

Lo scorso lunedì, cinque poliziotti della Guardia di frontiera greca, in servizio a Didymoteicho nella regione dell’Evros, sono stati arrestati con l’accusa di avere favorito l’ingresso illegale di migranti gestita da alcuni criminali in territorio turco. Durante una perquisizione nelle case degli agenti sono stati sequestrati 26.550 euro in contanti, 2.120 dollari statunitensi, lire turche, numerose banconote di vari Paesi asiatici e 59 telefoni cellulari. Dalle indagini è emerso che le guardie di frontiera avrebbero favorito in almeno 12 casi l’ingresso illegale nel territorio greco di un numero imprecisato di migranti, e che il traffico sarebbe iniziato almeno nell’ottobre dell’anno scorso. Come riportato da Kathimerini, in accordo con i trafficanti in Turchia, i poliziotti avrebbero allontanato i membri dell’esercito e di Frontex da alcune sezioni della linea di confine di cui erano responsabili, permettendo così ai migranti di entrare in Grecia.

Sorgente: Gli 86 migranti bloccati da 5 giorni su un isolotto tra Grecia e Turchia: «Se sale l’acqua anneghiamo tutti»

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