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La Commissione: monitoreremo il caso dei controlli ridotti. Il governo: pregiudizi non informati

di Marco Bresolin

C’era una volta il “dialogo costruttivo” tra il governo e la Commissione europea sul dossier Pnrr, esaltato a gran voce e a più riprese da entrambe le parti. Ora il clima è visibilmente cambiato. E la giornata di ieri ne è il perfetto esempio: alle frecciatine scoccate a mezzogiorno dal podio della sala stampa di Palazzo Berlaymont sui recenti provvedimenti che riguardano il ruolo della Corte dei Conti («monitoreremo con grande attenzione le misure»), Roma ha risposto all’ora di cena con una lunga nota piccata in otto punti per dire che le dichiarazioni dei portavoce di Bruxelles «alimentano polemiche strumentali che non corrispondono alla realtà».

Un gesto di reazione dai toni forse eccessivi, di certo inusuali. Che è indice della temperatura sempre più alta e che denota una situazione di difficoltà anche comunicativa, ma soprattutto operativa, sull’asse Roma-Bruxelles per quanto riguarda il dossier Pnrr. Che si tratti di terza rata, di revisione del piano o di meccanismo per il controllo sulle spese. Già nei giorni scorsi c’erano stati contatti tra il ministro Raffale Fitto e la responsabile della task force “Recovery” Céline Gauer, durante i quali l’esponente di Fratelli d’Italia si era lamentato per le eccessive rigidità di Bruxelles che tengono ancora in ostaggio la terza rata. Ma ora lo scontro è venuto allo scoperto, alla luce del sole.

La funzionaria francese è nota per la sua inflessibilità e proprio per questo il ministro sperava di trovare una soluzione portando la questione al massimo livello politico, con un confronto diretto tra Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni. Le due si sono viste giovedì al vertice della Comunità politica europea in Moldavia. Hanno parlato a lungo fuori dal contesto del summit, anche con il premier olandese Mark Rutte. Ufficialmente di migranti e Tunisia, ma è difficile che il tema Pnrr non sia stato affrontato nel faccia a faccia tra la premier e la presidente della Commissione europea. Ebbene: gli eventi di ieri lasciano intendere che il confronto non è stato per nulla risolutivo, visto che il livello della tensione è salito notevolmente, sfociando nel duro botta e risposta tra Bruxelles e Roma.

Rispondendo a una domanda durante il consueto briefing di mezzogiorno, la portavoce della Commissione che si occupa del Pnrr ha fatto prima una premessa, dicendo che «si tratta di un progetto di legge e noi non commentiamo mai dei progetti di legge». Salvo poi aggiungere che il Pnrr «necessita di un adeguato quadro per i controlli» perché «i sistemi di controllo nazionali sono uno strumento per la tutela degli interessi finanziari dell’Ue e spetta agli Stati osservare e verificare il rispetto del diritto dell’Unione e di quello nazionale» attraverso la «ricerca, verifica e correzione efficace di conflitti d’interesse, corruzione e frodi come il doppio finanziamento».

Un ragionamento sin qui in termini piuttosto generali, in linea con le parole pronunciate l’altro ieri da Paolo Gentiloni al Festival dell’Economia di Torino: il ruolo della Corte dei Conti è fondamentale. Ma a quel punto è intervenuto direttamente il capo-portavoce della Commissione, che lavora a stretto contatto con von der Leyen e che di solito affronta le questioni da un punto di vista meno tecnico e più politico. «Abbiamo un accordo con le autorità italiane – ha precisato Eric Mamer – sulla necessità di avere un efficace sistema di controllo e di audit. Questo si basa ovviamente anche sulle strutture italiane preposte a questi controlli e spetta alle autorità italiane garantire che questi organismi possano funzionare». Per questo, ha spiegato la portavoce del Pnrr, «monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge». E dietro a quel «monitoreremo» si nasconde l’avvertimento che ha fatto infuriare il governo.

fotografia: La presidente del Consiglio Giorgia Meloni all\’European Political Community Summit in Moldavia con Ursula von der Leyen

Sorgente: Italia-Ue, scontro sulla Corte dei Conti – La Stampa

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