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La riunione del Bilderberg di Lisbona ha suscitato l’usuale clamore, con i suoi detrattori a denunciare le mene della lobby elitaria e i suoi fans a tacciarli di complottisti.

In realtà, le élite non hanno bisogno del Bilderberg per guidare i destini dell’Occidente; né i Rockefeller o i Rothschild si abbasserebbero a invitare Lilli Gruber o Paolo Gentiloni, tra i cooptati nostrani a Lisbona, nei veri e più segreti centri decisionali.

Ma resta che il raduno pseudo-elitario è sede nella quale si dibattono temi cari alle élite vere e proprie, così che i cooptati possano partecipare a elaborare strategie, o almeno si sentano chiamati allo scopo, e possano diffondere il verbo.

Così più che sui cooptati giubilanti di tanta regale attenzione, quel che è importante dell’assise sono i temi attenzionati. Tra questi, riportati sull’Adnkronos, era ovvio che vi fosse l’intelligenza artificiale, da cui la presenza dei para-guru del settore, la Cina, l’Ucraina e altro e più vario.

Spicca, tra gli altri, il tema “leadership Usa”, mai tematizzato in passato perché non necessario. I convitati, quindi, sono chiamati a meditare sul mistero doloroso del declino dell’egemonia Usa e a farvi fronte.

Ma se dedichiamo una nota a tale noioso rito pseudo-elitario è perché tra i temi, tra le emergenze più sentite per salvare la leadership di cui sopra, c’è l’India, della quale nulla importava alle élite fino a poco tempo fa.

Sorgente: L'”indipendenza” dell’India al centro delle discussioni del Bilderberg e del G7 – WORLD AFFAIRS – L’Antidiplomatico

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