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Tre giorni fa l’ammissione del ceo di Rheinmetall: “96 comprati in Italia”, ma non dice se previa autorizzazione del governo italiano. Potrebbero essere stati prelevati dal deposito dell’Esercito Italiano di Lenta in provincia di Vercelli. Ne avevamo in dotazione 920. Il loro pregio è dato da leggerezza e velocità, ma non reggono il confronto con gli MBT russi di ultima generazione. Ecco perché(di Tiziano Ciocchetti – ilfattoquotidiano.it) – La necessità di rifornire gli ucraini di carri armati obbliga le cancellerie europee a riesumare mezzi risalenti alla Guerra Fredda. Dopo le polemiche sull’addestramento dei soldati ucraini in Italia, si torna a parlare della fornitura di armi pesanti: Leopard 1, ovvero i carri che il governo Meloni avrebbe autorizzato a trasferire a Kiev, condizionale d’obbligo vista la scelta di secretare i decreti. Stando all’amministratore delegato di Rheinmetall, Armin Papperger, il colosso di Düsseldorf che li costruisce, ne avrebbe acquistati 96 dalla svizzera Ruag. “Si Sì, abbiamo comprato i Leopard 1, ma in Italia”, rispondeva tre giorni fa ai giornalisti svizzeri. Da qui la domanda: il governo ha dato il via libera all’export ei Leopard italiani in Ucraina?”. Il Manifesto tre giorni fa dava conto della risposta dell’amministratore delegato di Rheinmetall, il colosso di Düsseldorf che costruisce i Leopard, incalzato dai cronisti del Neue Zürchner Zeitung, il quotidiano di Zurigo che gli chiedevano conferma dell’acquisto di 96 Leopard-1 dalla società svizzera Ruag, che li aveva comprati in Italia. “Sì si, abbiamo comprato i Leopard 1, ma in Italia”, ha risposto Armin Papperger. I cronisti se lo fanno ripetere perché appare chiaro che se il venditore è la società svizzera allora il loro utilizzo in Ucraina potrebbe diventare un problema legale e politico. Il Ceo replica: “Non so. Io li ho acquistati da una società in Italia”. Papperger, ovviamente, non fa il nome dell’impresa né specifica se i Leopard 1 ceduti a Rheinmetall, per essere ricondizionati prima dell’invio a Kiev, provengano dal deposito dell’Esercito Italiano di Lenta, in Piemonte. Probabilmente, la decisione di Berlino di “esportare” in Ucraina i Leopard 2A4, in seguito alle forti pressioni dell’amministrazione Biden, potrebbe aver coinvolto anche uno stock di Leopard 1 italiani. Ma di che tipo di carro armato si tratta? Quali vantaggi può garantire e con quali limiti?Il Leopard 1 è il primo carro da combattimento a entrare in produzione nella Germania Occidentale dal 1945, quindi non poteva non essere un carro ben progettato. I primi esemplari vennero completati dalla Krauss-Maffei di Monaco nel settembre 1965 e la produzione continuò fino al 1979. L’Esercito Italiano ne aveva in dotazione 920, di cui 720 costruiti su licenza in Italia dalla OTO-Melara. Ovviamente risente delle dottrine del suo tempo, le quali preferivano alla protezione passiva una elevata mobilità. Infatti il Leopard ha un peso, in ordine di combattimento, di sole 40 tonellate, ma un elevato rapporto peso/potenza, che gli conferisce una elevata accelerazione su strada. La propulsione è assicurata da un motore MTU diesel a 10 cilindri a V da 830 cv, collocato nella parte posteriore dello scafo e raffreddato ad acqua, il che contribuisce a rendere il Leopard 1 un carro molto silenzioso.Come funziona il Leopard-1Il posto del pilota è nella parte anteriore dello scafo, sul lato destro. Soluzione che lascia spazio al suo fianco per collocare 41 dei 60 colpi del cannone L7A3 da 105/51 mm, ovvero in un punto facilmente accessibile al servente, sulla sinistra del pezzo. I suddetti colpi non sono collocati all’interno di riservette corazzate, quindi sono assai vulnerabili qualora un colpo dovesse perforare la corazzatura dello scafo. Il posto del cannoniere è a destra della culatta del cannone, davanti al capocarro. Servente e capocarro hanno portelli circolari sulla sommità della torretta, uno dei quali (di solito quello del servente) è provvisto di una mitragliatrice MG3 da 7,62×51 mm per il tiro a breve distanza.Il vano di combattimento del Leopard è dotato di aria condizionata per evitare le punte estreme delle temperature. D’inverno, l’interno, può essere portato a temperatura confortevole in circa due minuti da un riscaldatore che impiega come combustibile il gasolio del motore. Il calore dello scarico di questo dispositivo preriscalda il liquido refrigerante del motore, mentre l’aria calda della cabina dell’equipaggio può essere soffiata sopra le 8 batterie del sistema elettrico per riscaldarle prima dell’avviamento del motore, Vi sono diversi accorgimenti per impedire che i gas tossici del motore possano entrare nel vano.Un derivato dei carri americaniProbabilmente, il più importante dei sistemi di un carro armato è il complesso principale di condotta del tiro. Quello del Leopard è derivato, nei principi fondamentali, da carro americano M-47. Vi sono 14 periscopi (8 per capocarro, 3 per il pilota,2 per il servente, 1 per il cannoniere) ma il visore

Sorgente: Ucraina, il giallo dei 96 carri Leopard italiani: comprati (via Svizzera) e partiti dal Piemonte? – infosannio – notizie online

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