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«Tutti rammentano le polemiche che fioccarono per le assenze di molti deputati e senatori quando il presidente ucraino, Volodymir Zelensky, fece il suo intervento da remoto al Parlamento italiano. Non è del resto un caso unico», precisa Michele Marsonet prima di lanciarsi in una interessante e delicata analisi su uno dei personaggi chiave di questa drammatica crisi. Zelensky presidente e

 grande comunicatore ma anche personaggio spesso discutibile.
«Polemiche ancora più feroci vi furono quando parlò al Parlamento israeliano. I deputati di quel Paese accolsero con grande irritazione il suo paragone tra l’invasione russa dell’Ucraina e la “Shoah”, visto che lo stesso Zelensky è di origini ebraiche».

 

Zelensky attore e finto presidente nella foto in copertina, qui Zelensy presidente vero dell’Ucraina in guerra

Zelensky l’aggredito, Putin l’aggressore

Nessuno ovviamente nega che lui, Zelensky, è l’aggredito e Putin l’aggressore. Tuttavia nei mass media, e soprattutto nei grandi quotidiani come Corriere della Sera e Repubblica, si sta diffondendo una sorta di censura preventiva, che trasforma subito eventuali critiche a Zelensky in un presunto atteggiamento filo-russo.
Si tratta di un’identificazione del tutto scorretta, e in quanto tale lesiva della libertà di parola e di opinione garantita dalla Costituzione. In una società aperta quale è – teoricamente – la nostra, nessuno dovrebbe essere automaticamente immune dalle critiche, che sono sempre segno di libertà.
Soltanto pochi “cani sciolti”, che non temono di sottrarsi al “mainstream”, hanno il coraggio di formulare critiche e osservazioni. Qualcuno ha scritto, per esempio, che “Zelensky ci prende a schiaffi”. Forse li meritiamo anche, questi schiaffi, ma vale comunque la pena di approfondire la questione sottolineando anche il tono spesso arrogante dei suoi interventi.

L’attore che faceva l’imitazione del presidente

Molti hanno visto l’edizione italiana della “fiction” un cui Zelensky, che è un attore comico di professione, interpreta per l’appunto la parte di un attore che viene poi eletto presidente. Evento in seguito verificatosi nella realtà, anche se a chi scrive la suddetta “fiction” non è apparsa di grande qualità.
Nei suoi discorsi ai vari parlamenti il leader ucraino sfrutta appieno la sua professionalità di attore, ricorrendo alla retorica che, come tutti sanno sin dai tempi dell’antica Grecia, è un’arma potente che i politici usano volentieri. Già quel suo comparire sempre con una sorta di maglietta militare suscita perplessità.
Stupisce poi che egli non comprenda l’esitazione di molti Paesi occidentali di fronte alle sue richieste. La “no fly zone” da lui perorata sui cieli ucraini condurrebbe allo scontro diretto tra aerei russi e della Nato, eventualità che nessuna persona di buon senso può augurarsi. E il blocco totale dell’importazione di gas russo implicherebbe una crisi economica catastrofica per le nazioni europee.

Richieste fuori misura a favore di chi?

Gli Stati Uniti, invece, che appoggiano con decisione le sue richieste (e spesso si ha l’impressione che le ispirino), non ne risentirebbero affatto poiché sono autosufficienti sul piano energetico, e ciò spiega la differenza di atteggiamento tra gli Usa e alcuni Paesi europei (con la Germania in testa). Difficile inoltre accettare il suo invito a chiudere l’Onu. D’accordo, le Nazioni Unite hanno dimostrato ancora una volta la loro impotenza. Ma non si può per questo far cessare le attività dell’unica organizzazione davvero transnazionale esistente.
Ora il suo consigliere economico Oleg Ustenko afferma addirittura che chi continua a comprare il gas russo si rende complice dei crimini di guerra e dovrà essere processato, insieme a Putin, a conflitto concluso. E’ perfettamente comprensibile l’angoscia di Zelensky e il desiderio di salvare il suo Paese. Ma non si può nemmeno, su tale base, adottare la logica di “muoia Sansone con tutti i Filistei”. La salvezza dell’Ucraina va garantita, ma senza far sprofondare l’intero continente europeo in una guerra generale che, probabilmente, sarebbe anche un conflitto nucleare.

Perplessità sempre più diffuse

Sono critiche di questo tipo a suscitare perplessità circa l’operato e lo stile di Zelensky. E ciò non significa affatto schierarsi con Putin. Molto più semplicemente, significa ammettere che, forse, agli attori andrebbe riservato il palcoscenico, e non la guida delle nazioni

Michele Marsonet

Sorgente: L’eroica resistenza ucraina con alcuni legittimi dubbi su Zelensky politico –

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