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Mobilitazioni. Seconda protesta in 40 giorni. I sindacati: grande adesione, ora per rinnovare il contratto serve un tavolo istituzionale, le imprese sono sorde

Massimo Franchi

Linee delle metropolitane ferme in diverse città, autobus e tram fortemente ridotti. Grande adesione allo sciopero nazionale – il secondo nel giro di 40 giorni – di 24 ore del trasporto pubblico locale con inevitabili disagi per chi si è dovuto muovere con i mezzi pubblici.
Lo sciopero ha infatti registrato adesioni altissime, con punte fino al 100%, tra i lavoratori del settore che da ben cinque anni sono senza contratto collettivo nazionale. Forti di questi numeri, e alla seconda protesta in poco più di un mese, i sindacati aumentano il pressing per chiedere il rinnovo: «Non è più possibile – avvertono – rinviare la soluzione del problema».
L’ennesima protesta indetto da Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Faisa Cisal e Ugla ha visto la partecipazione massiccia dei lavoratori. Con il risultato che nelle principali città le metropolitane sono rimaste chiuse: a Milano entrambe le linee, a Roma due su tre, a Napoli ferma la linea 1 e per strada si sono visti pochi autobus. Tra il personale addetto alla circolazione degli autobus sia urbani che extraurbani l’adesione media è stata del 90%, con punte fino al 100% in alcune località.
«È un’adesione molto alta, a dimostrazione della necessità di lavoratori e lavoratrici di vedere rinnovato il contratto nazionale autofferrotranvieri – internavigatori (area mobilità) con relativo adeguamento dei salari e delle condizioni di lavoro», affermano le cinque sigle, che di fronte a questa alta partecipazione considerano «ancor più necessaria la convocazione in sede istituzionale, alla presenza di tutti i soggetti coinvolti nella trattativa che da molti mesi non registra progressi per l’indisponibilità delle associazioni datoriali Asstra, Agens e Anav ad affrontare e risolvere le criticità esistenti».
La trattativa con Asstra è bloccata e i sindacati denunciano la volontà delle imprese di non riconoscere alcun aumento su stipendi da 1.200 euro al mese poco dignitosi per le grandi responsabilità degli autisti, specie durante la pandemia. Il contratto Tpl è scaduto il 31 dicembre 2017 con un solo accordo ponte fino al 2020 che ha regolato solo un arretrato economico per il triennio già trascorso.
«È da cinque anni che i lavoratori del settore sono senza contratto nazionale», evidenzia il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, facendo notare come la situazione economica e finanziaria, la stessa vicenda della guerra in Ucraina, porti ad aumentare le differenze: proprio «in un momento come questo – osserva -, serve che il governo ascolti maggiormente le parti sociali e che ci siano anche luoghi in cui questo confronto, questa discussione possa essere fatta».
«Bisogna sbloccare il rinnovo del contratto collettivo nazionale», sollecita il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, «migliorare le condizioni lavorative, normative e salariali, garantire un servizio di qualità ai cittadini».

Sorgente: Trasporto pubblico locale, sciopero ancora riuscito | il manifesto

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